Con il pessimo risultato delle elezioni europee del 26 maggio e con alcuni amministratori locali che fuggono verso partiti di maggior successo, Forza Italia si trova ora a gestire uno dei capitoli di crisi interna più gravi della sua storia.
Nel mese di giugno il Presidente Silvio Berlusconi ha incaricato Mara Carfagna e Giovanni Toti, insieme a Gelmini, Bernini e Tajani, di proporre un nuovo set di regole per la democrazia interna del partito in vista del Comitato Nazionale, che si terrà entro la fine dell’anno.
Sono diversi però i terreni di scontro tra Toti e Carfagna, con il primo che spinge per un avvicinamento di Forza Italia alla Lega di Salvini e con la seconda che preme invece per uno spostamento verso il centro.
Nelle ultime settimane, le relazioni tra i dirigenti azzurri sono precipitate fino a spingere Giovanni Toti a lanciare un ultimatum a Berlusconi, in cui afferma di essere pronto a lasciare il partito in caso di mancata indizione delle primarie. Forte di un discreto consenso a livello mediatico, il Presidente della Regione Liguria ha deciso di riunire i suoi sostenitori, convocando un’assemblea il 6 luglio a Roma.
LE PAROLE DI ALBERTO VILLA
Nel dibattito sul futuro degli azzurri interviene ora anche Alberto Villa, Sindaco di Pessano con Bornago nonché referente di partito per l’Adda Martesana e responsabile vicario di Forza Italia Giovani Lombardia.
«Il fatto che la nobiltà del partito voglia fare la rivoluzione stona un po’ – ci ha spiegato Villa in tono scherzoso -. È come se Maria Antonietta fosse scesa in piazza con il terzo stato contro Re Luigi XVI».
«Chi è stato incaricato dal Presidente Berlusconi di riscrivere le regole interne a Forza Italia – ha proseguito – dovrebbe prendere carta e penna e uscire entro la fine dell’estate con una proposta concreta e condivisibile, così che in autunno questa nuova stagione di rinnovamento possa davvero iniziare. La sensazione brutta è che in realtà ci sia un pezzo di classe dirigente che non ha nessuna intenzione di riscrivere le regole, ma che cerca una scusa per andarsene, creando un “casus belli” per lasciare il partito da vittima anziché da carnefice».
«Silvio Berlusconi è insostituibile fino a che non passserà a miglior vita o fino a che non sarà lui a dire basta – ha affermato Villa senza esitazioni -. Ad oggi lui è e rimane il leader del partito. Gli applausi che gli hanno tributato in questi giorni al Partito Popolare Europeo sono la dimostrazione di quanto sia tenuto in grande considerazione a livello internazionale. Detto questo, se le primarie servono a individuare un suo portavoce che possa andare in tv e sui social network a spiegare la linea di partito, ben vengano».
«In ogni caso – ha concluso – al dibattito interno dovremmo aggiungere un altro dibattito, molto più interessante per i cittadini, che è quello sui contenuti. Forza Italia deve uscire con quattro proposte chiare e semplici sui temi dell’economia, della politica internazionale, del lavoro e dei giovani. Solo così possiamo tornare a parlare ai cittadini».