La Borsa di Milano era chiusa da circa 45 minuti quando il Primo Ministro, Giuseppe Conte, ha preso la parola nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi. Al centro della conferenza stampa i risultati ottenuti, gli obiettivi da raggiungere e, soprattutto, un avvertimento inequivocabile lanciato ai due vice-premier, Salvini e Di Maio: «Non mi presterò a vivacchiare o a galleggiare al solo fine di protrarre la mia presenza in questo palazzo».
CONTE: COSE FATTE E DA FARE
Il primo avvertimento per Salvini e Di Maio Conte non lo ha lanciato direttamente, ma richiamando il giuramento – “giuro di essere fedele alla Repubblica” – fatto durante l’insediamento del Governo: «Non ho mai giurato altra fedeltà all’infuori di questa».
Sono molti gli interventi, definiti della Fase uno, che il Premier ha tenuto a sottolineare: reddito di cittadinanza, decreto dignità, quota cento e regolamentazione maggiore dell’immigrazione. Misure definite dal Primo Ministro prioritarie per «rispondere al bisogno di protezione sociale di ampie fasce della popolazione». Nelle tono del Presidente del Consiglio si nota però la volontà di rilanciare, di attuare quella Fase due, che accompagni le misure già adottate e ne introduca di nuove come investimenti, crescita e semplificazione. «Per fare questo – ha sottolineato Giuseppe Conte – è necessario avere visione, coraggio ,tempo ed è indispensabile uscire dagli schemi limitati delle campagne elettorali, dai proclami lanciati a mezzo stampa. Siamo chiamati a disegnare il futuro del Paese, che è una cosa un po’ diversa dal soddisfare gli umori della piazza infotelematica».
UN AVVERTIMENTO CHIARO
«I miei rapporti con i Ministri e anche con i miei Vice-Presidenti, con i quali mi sento spesso, sono buoni». Così Giuseppe Conte ha introdotto il tema della tenuta del Governo, vero fulcro della conferenza stampa. Solo che avere buoni rapporti per il Premier non basta se si vuole lavorare nell’interesse del Paese, ma è necessario «predisporsi ad abbracciare un orizzonte ben più ampio e un atteggiamento realmente costruttivo».
È un’assunzione di responsabilità delle forze politiche che sostengono il governo quella che chiede, dicendosi «disponibile a lavorare con la massima determinazione per continuare un percorso riformatore». Dunque un richiamo al Movimento 5 Stelle e alla Lega, a Salvini e Di Maio. Un appello o, per i maligni, un passaggio del cerino, che l’avvocato del popolo concretizza nelle battute finali della conferenza stampa: «Se non ci fosse una chiara assunzione di responsabilità e se i comportamenti non fossero coerenti e conseguenti rimetterò il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. Chiedo una risposta chiara, inequivoca e anche rapida».
MALPEZZI, PD: «RIFERISCA IN AULA»
La vice capogruppo del PD al Senato Simona Malpezzi, contattata dalla redazione di fuoridalcomune.it, dopo aver commentato il metodo, invitando Conte «a riferire in Parlamento» si è espressa sui rapporti tra Premier, Salvini e Di Maio, dicendosi convinta che si è di fronte a «uno schema nuovo», dove il Premier «vuole dimostrare, soprattutto ai 5 Stelle, di essere al di sopra dei giochi».
Prospettive? Il governo giallo-verde ormai è segnato? Sul punto la Senatrice non si è sbilanciata, ma appare abbastanza sicura che in caso di caduta dell’esecutivo si tornerà al voto, perché altri governi non sono possibili. «Si devono assumere – ha detto – la responsabilità di una manovra lacrime, sudore e sangue che sarà necessaria per far fronte a due provvedimenti voluti da Salvini e Di Maio: il reddito di cittadinanza e quota 100».