Un adolescente pieno di rabbia, che si trasforma nell’immagine di un lupo, ma stimola anche il suo estro artistico. E’ la storia Nico, protagonista del romanzo “La stanza del Lupo” di Gabriele Clima, che questa settimana ha incontrato i ragazzi di seconda media della scuola Montalcini di Cernusco sul Naviglio.
I ragazzi hanno risposto con grande entusiasmo e partecipazione all’incontro, realizzato grazie al lavoro delle insegnanti di lettere Elena Belluschi, Maria Luisa Busetto, Carmen D’Auria, Laura Gentili, Michela Lavorio, Marilisa Munafò e Alessandra Varisco.
NICO E LA SUA RABBIA
Protagonisti del romanzo sono un adolescente e la grande rabbia che prova. Un sentimento che lo fa sentire incompreso e “prende anche la forma di un lupo”, che il ragazzo è convinto di vedere nei momenti in cui è maggiormente accecato dalla furia. Al lupo si contrappone una figura femminile, Claudia, la fidanzata di Nico e la “zattera” che lo accompagna nel difficile e coraggioso percorso per affrontare la sua rabbia. Il sedicenne coltiva una passione, quella artistica, che lo porta a disegnare i muri della sua stanza, che il padre fa spesso imbiancare aumentando così le incomprensioni tra loro e peggiorando un rapporto già difficile.
«Ognuno di noi ha un lupo dentro. Nico sono io e la storia di Nico è la mia storia – ha esordito lo scrittore Gabriele Clima – Dalla totale incapacità di gestire la mia rabbia, io mi sono rimboccato le maniche per cambiare e trasformarla in qualcosa di positivo. Nico trasforma la sua rabbia in arte, e così anche io ho trasformato la rabbia in scrittura, che è qualcosa di molto bello».
«Ho affrontato la mia rabbia per trasformare le mie emozioni e le mie pulsioni in sentimenti – ha proseguito l’autore – mia moglie Nicoletta, che conosco da trent’anni, mi ha aiutato in questo percorso e mi ha fatto da compagna, da madre, da sorella e quando avevo bisogno di essere arginato, anche da ‘nemica’».
Parlando del romanzo e degli aspetti autobiografici, lo scrittore ha voluto dare un messaggio forte ai ragazzi. «E’ difficile capire i propri genitori e per i genitori è difficile capire i figli: occorre un’altra strada, la strada è quella dell’accettarsi e di trovare un sistema per comunicare».
LE REAZIONI DEI RAGAZZI
Gli studenti delle medie hanno apprezzato la storia di questo sedicenne con molte difficoltà, ma con la passione dell’arte: molti hanno rivisto la propria storia e il proprio vissuto nella storia di Nico. Ecco come hanno spiegato i motivi del loro entusiasmo.
«Secondo me è una storia bella ed emozionante: è un libro per tutti e racconta emozioni e dolori che nella vita sono difficilmente superabili, perché è molto difficile cambiare», ha detto Federico De Angelis.
«Questo libro mi è piaciuto molto perché anche io disegno sui muri – ha commentato Sabrin El Tarass – A me l’arte piace proprio perché posso esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni».
Secondo Elisa De Luca, «essere disposti a cambiare sé stessi per una persona che si ama è una cosa incredibile: in questo libro il padre accetta il figlio e anche lo stesso Nico cerca di cambiare il suo carattere per amore di Claudia».
«Mi piace molto come è stato scritto questo libro, proprio come lo scriverebbe una persona della nostra età – ha sottolineato Chiara Manfroi – Storie come quella di Nico alla nostra età possono realmente accadere».
L’ADULTO ADOLESCENTE
L’autore Gabriele Clima ha concluso spiegando perché si definisce “l’adulto adolescente”.
«Molti mi chiedono perché ho scelto di parlare dell’adolescenza: l’adolescenza è il periodo che più di ogni altro rappresenta noi stessi – ha dichiarato – L’adolescenza è quel prisma che riesce a rendere visibile tutti gli aspetti da cui è formato e che riesce sempre a riflettere tutti i colori della luce che la anima. L’età adulta non può esserne la risoluzione, ma la prosecuzione del cammino iniziato nell’adolescenza».
«Io incontro i ragazzi per dialogare, dibattere e incrociare storie e narrazioni grazie al potere della letteratura. In questi incontri spesso emergono le loro storie personali e le urgenze pressanti del momento che stanno vivendo – ha concluso l’autore – Nella mia vita devo dire grazie, oltreché a mia moglie e alla mia maestra di scuola elementare, anche a me stesso, perché ho avuto la capacità di cambiare: prima infatti mi allungavano la mano e non la afferravo, ora invece sono io ad allungare la mia per chiedere aiuto».