Due fratelli e un amico, una grande passione per i viaggi e la fotografia e un’origine comune, Cernusco sul Naviglio, dove sono nati e cresciuti: parliamo dei fratelli Daniele e Alessio Lambertini e dell’amico Davide Beretta, che hanno intrapreso un percorso fatto di aerei, nuove esperienze e incredibili scatti.
UNA GRANDE PASSIONE SFOCIATA IN MOSTRA
Hanno cercato di raccontare luoghi inesplorati con lo sguardo vigile e attento di chi ama la natura, e lo hanno fatto attraverso una raccolta di 24 immagini scattate in Francia, Norvegia, Islanda e Italia.
Wilderness è stata la loro prima mostra, svoltasi a Villa Fiorita dal 23 febbraio al 13 marzo.
«Wilderness è un termine ampio che racchiude le esperienze per noi legate alla fotografia paesaggistica, ma è anche un’esperienza globale che trova la sua essenza nel rapporto unico uomo/natura che si instaura lontano dai legami quotidiani fatti di possesso, dominio, simmetria. La natura, nei suoi lati selvaggi, ci dice questo: non è nostra – hanno dichiarato all’unisono Daniele Alessio e Davide -. Possiamo usufruirne, certo, come esperienza estetica, ma restiamo sempre stranieri, delocalizzati, in qualche modo ospiti del più grande padrone di casa. Per questo è un rapporto asimmetrico. Questa è l’esperienza della wilderness: non poterci appropriare di qualcosa, camminare in punta di piedi per non rompere il silenzio, il tentativo di fissare il momento in uno scatto. Una fotografia è come un libro, in cui le parole sono tanto importanti quanto colui che le legge».
TRE VITE UNITE DALL’AMORE PER L’ESPLORAZIONE
Daniele – primo ufficiale Ryanair – e Alessio – ingegnere energetico – hanno respirato l’aria dell’avventura sin da piccoli, in famiglia. La montagna è stato il luogo ideale per far nascere in loro la passione per l’arrampicata, la mountain bike e le lunghe passeggiate. Grazie al mare hanno provato l’ebbrezza del kyte surf e della barca a vela. Davide Beretta e le sue capacità dietro l’obiettivo fotografico lo hanno portato invece a vincere il concorso World’s Best Photographers&Artists nel novembre 2018, con uno scatto della Grigna.
«Nonostante gli studi e i vissuti differenti abbiamo trovato nella fotografia un linguaggio comune adatto ad esprimere ciò che meglio crediamo sia il concetto di wilderness. Questa necessità, in origine, si è palesata come un semplice hobby, un ulteriore motivo per perdersi nella natura delle terre che ci circondano. La fotografia è come una seconda lingua che ci ha permesso di comprenderci meglio, scoprendo lati di noi che ancora non conoscevamo» hanno dichiarato entusiasti.
Amici da sempre e attenti osservatori dei cambiamenti climatici, hanno sottolineato: «Lo stile che condensa di più il nostro messaggio è quello rivolto agli astri, all’astrofisica, che è una tecnica che necessita la minor presenza dell’uomo. Ci spingiamo in luoghi remoti, ancora poco antropizzati, e accogliamo a braccia aperte una faccia della nostra realtà che vorremmo incuriosisse chiunque: la volta celeste».
UN OBIETTIVO COMUNE
I progetti futuri sono molteplici, come ci hanno spiegato: «Come per tutte le necessità umane è difficile accontentarsi. Il mappamondo è grande, nel nostro mirino si trovano Patagonia, Nuova Zelanda, Groenlandia e Yuko. Ci piacerebbe incuriosire l’osservatore a tal punto di spingerlo a godere dei piaceri indotti dall’abbandono di se stessi nella wilderness attraverso la pura e semplice estetica delle nostre fotografie».
Augusta Brambilla