Un lungo elenco scandito in piazza nome per nome, anno per anno. A leggere i nomi delle vittime innocenti di mafia sono stati gli amministratori locali di tutta la Martesana, professoresse, cittadini ed esponenti delle associazioni. Sullo sfondo, le sagome bianche con appese le biografie di giudici, sacerdoti, poliziotti e madri uniti da un unico fil rouge: essersi ribellati alla mafia, sia essa cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta, ed essere stati uccisi per questo.
In questa cornice si è svolta ieri, giovedì 21 marzo, a Bussero, la 24esima “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia”. A condurre la cerimonia Thomas Livraghi, consigliere comunale busserese con delega alle politiche giovanili, che ai microfoni di fuoridalcomune.it ha sottolineato l’importanza di celebrare iniziative di questo tipo nel nord Italia, da anni ormai infiltrato dalle organizzazioni criminali. A proposito di radicamento delle organizzazioni criminali, ‘ndrangheta nello specifico, nei comuni del nord Italia, significativa è stata la partecipazione del comune di Pioltello, rappresentato dal consigliere comunale Mirko Dichio, che anche recentemente ha dovuto fare i conti con la violenza di stampo mafioso (ne abbiamo parlato qui), come quella del Sindaco di Pessano con Bornago Alberto Villa, in rappresentanza del suo comune, dove per anni hanno abitato alcune delle famiglie legate ai clan.
Il sindaco di Bussero, Curzio Rusnati, nel suo intervento conclusivo, ha attaccato chi consente alle mafie di penetrare le istituzioni. «Qui ci impegniamo- ha detto– a non mostrare mai alcuna pietà politica verso chi collude, ammicca e apre varchi alle mafie nelle istituzioni democratiche contaminandole con la cultura dello scambio e della corruzione qui vicino, molto vicino, sempre più vicino a noi».
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