Quali sono le esigenze dei giovani? Questa domanda affolla i salotti televisivi, i giornali, la testa dei genitori e anche i decisori pubblici, che per i ragazzi devono immaginare i servizi. Il comune di Bussero prova a dare una risposta avviando un progetto, in collaborazione con il Consorzio di Cooperative sociali EX.IT già gestore di diversi servizi rivolti ai giovani per l’amministrazione comunale e l’università Cattolica di Milano, con l’intento di arrivare a risposte più puntuali.
IL PROGETTO
Il progetto prevede tre fasi che dovrebbero portare a conoscere la condizione dei ragazzi Busseresi per disegnare dei progetti su misura per loro. Ai ragazzi verranno sottoposti dei questionari in base alla loro fascia di età: preadolescenti (11-14 anni), adolescenti (14-18 anni) e giovani adulti (18-25 anni).Anche gli operatori, che tutti i giorni hanno a che fare con i giovani, come allenatori, professionisti e educatori verranno sottoposti ad una intervista. Come ultimo step verranno organizzati dei focus groups per analizzare i risultati emersi e progettare in modo puntuale i servizi destinati ai giovani.
I PRECEDENTI
L’amministrazione busserese, nel tempo, ha visto nascere diverse iniziative dedicate ai ragazzi. Oltre alla ormai consolidata realtà del Centro di Aggregazione Giovanile Geko, sul territorio è presente il tavolo di partecipazione giovanile “Giovani Bussero” e l’osservatorio sulla condizione giovanile. L’amministrazione sostiene inoltre due associazioni giovanili, Controsenso e Pulsazioni.
THOMAS LIVRAGHI: «PARTIRE DAI BISOGNI DEI RAGAZZI»
Thomas Livraghi, consigliere delegato alle Politiche Giovanili, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i giovani nella progettazione dei servizi che li riguardano.«Quando si devono immaginare e sperimentare nuovi servizi rivolti a questa fascia di età- ha detto Thomas Livraghi, consigliere delegato alle Politiche Giovanili– è imprescindibile partire dai bisogni e dalle esigenze che proprio i ragazzi esprimono sul territorio. Bisogni-ha proseguito– che vanno poi codificati e tradotti in servizi che possono generare emancipazione, autonomia, protagonismo e partecipazione attiva, ma anche un dialogo continuo e costante con l’amministrazione comunale e gli operatori dei servizi dedicati, che più di tutti posseggono gli strumenti per sostenere e accompagnare i giovani verso un processo di crescita».