Due mamme con una bimba avuta grazie al ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) hanno ottenuto l’iscrizione della figlia al registro di stato civile con dichiarazione congiunta lo scorso 7 marzo. Questo ha permesso l’attribuzione del doppio cognome alla piccola.
DIRITTI GARANTITI
L’iscrizione all’anagrafe della bambina con una dichiarazione congiunta garantisce alla madre intenzionale (compagna della madre gestante) la piena genitorialità. Vengono così riconosciuti e tutelati diritti come l’identità personale, la bigenitorialità, i diritti successori nei confronti della madre intenzionale e la costituzione dei legami di parentela tra la bambina e la famiglia di origine della madre non biologica.
La bambina, in questo modo, sarà riconosciuta come appartenente alla stessa famiglia di cui fanno parte anche due fratelli, bambini 5 e 3 anni, riconosciuti lo scorso 6 settembre.
SODDISFAZIONE DELLA RETE LENFORD
Per difendere i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali nel 2007 è nata Lenford, associazione che porta il nome di un attivista jamaicano impegnato a favore dei diritti delle persone sieropositive, che si occupa, soprattutto, della tutela legale delle persone LGBTI, con particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni.
Miryam Camilleri, presidente della rete Lenford, ha mostrato tutta la sua soddisfazione commentando ciò che è avvenuto a Bussero: «Il caso – ed in particolar modo l’uso della formula di riconoscimento congiunto con l’attribuzione del doppio cognome – dimostra che è possibile, in base alla legislazione vigente, tutelare pienamente i diritti delle bambine e dei bambini nati in coppie dello stesso sesso – ha detto – E’ sufficiente che ci sia la volontà di applicare la legge, come ha fatto il sindaco di questo piccolo centro e come fanno numerosi altri sindaci in tutta Italia».