Sono otto – Melzo, Cassano d’Adda, Inzago, Liscate, Pozzuolo Martesana, Settala, Truccazzano e Vignate – i comuni che hanno aderito a Cohesion Chain, progetto che intende aiutare e indirizzare i cittadini in percorsi di ricerca attiva del lavoro.
L’iniziativa, che ha preso il via il 2 febbraio 2018, terminerà il 31 dicembre 2019, e la redazione di Fuoridalcomune.it ha parlato con le sue responsabili per capirne di più.
IL PROGETTO
«Il progetto, sotto l’egida del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, per la presentazione di progetti da finanziare sul Programma Operativo nazionale Fondo Sociale Europeo (2014-2020) – ha dichiarato la responsabile dott.ssa Lorena Trabattoni – vuole assicurare ai cittadini un sistema integrato di servizi territoriali in grado di concorrere alla promozione della qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza e nella prospettiva per cui tali princìpi possano trovare attuazione solo sollecitando e governando il contributo di tutta la Comunità verso obiettivi comuni di protezione e sviluppo sociale.»
Il Comune di Melzo – in qualità di comune capofila – ha stipulato convenzioni con l’Università di Padova dipartimento FISSPA per quanto riguarda le azioni formative e di supporto metodologico, e con l’Afol metropolitana per l’attivazione di percorsi individualizzati e di gruppo di ricerca attiva del lavoro.
L’ambito distrettuale 5 di Melzo da anni si sta impegnando per la promozione, in primis tra Enti Locali oltre che con altre Istituzioni, Terzo Settore, reti formali e informali di solidarietà, famiglie e cittadini, di una rete di responsabilità condivisa orientata a generare salute e coesione e a contrastare la frammentazione sociale attraverso l’esercizio coordinato dei servizi e delle attività.
INCREMENTO DELLE COMPETENZE E INSERIMENTO NELLA COMUNITÀ
«L’obiettivo del progetto è di promuovere nei cittadini una gestione responsabile del proprio percorso biografico, avviando percorsi che incrementino le competenze utili ad inserirsi come risorse nella comunità attraverso la partecipazione attiva. – ha sottolineato Lorena Trabattoni -. Si potenziano le collaborazioni territoriali, attraverso la costituzione di équipe multidisciplinare che governa un nuovo processo partecipato di rilevazione e mappatura delle esigenze e favorisce informazione, orientamento e accompagnamento del cittadino/famiglia e consente di essere officina di idee innovative, per attrarre competenze/investimenti e per offrire opportunità di esercizio di un ruolo attivo per cittadini in situazione critica, ma anche di ricomporre e usare strategicamente le risorse.»
I CITTADINI COME RISORSE
La referente del progetto, la dottoressa Angela Carbonaro, ha affermato: «Sono molto felice di poter lavorare come Assistente sociale a questo progetto. Il Cohesion Chain ha l’ambizione di promuovere una visione di cittadino come risorsa ed è questo che dobbiamo pensare ogni volta che incontriamo una persona: il punto di forza è proprio la sua sostenibilità. Promuovendo una nuova metodologia fondata sulle competenze e sulle opportunità di coesione, questa permetterà di sostenere azioni future che, grazie a un nuovo capitale sociale fatto di legami che si stanno generando e ad altri fondi e progetti, già in cantiere, concorreranno alla prevenzione di situazioni di povertà ed esclusione».
A CHI È RIVOLTO
I destinatari del progetto sono tutti i cittadini/e, beneficiari del REI o meno.
Il distretto si serve del “Sistema di Governance”, con sei laboratori permanenti sul tema integrazione socio-economico-lavorativa, sociosanitario, famiglia, giovani, migranti e housing per collaborare con gli enti del privato profit e no profit e dei CAF territoriali.
«Le esigenze dei territori sollecitano un forte cambiamento nelle organizzazioni che hanno a che fare con la comunità e le sue fragilità, in particolare l’operatore sociale non può limitarsi a dare risposte, ma deve essere operatore di interazioni e lavorare sapendo individuare quelle che la comunità genera – ha poi sottolineato Lorena Trabattoni – L’auspicio è quello di poter rafforzare e garantire un sistema di welfare che non si limiti solo alla gestione di situazioni critiche ma, in una prospettiva di responsabilità condivisa, promuova la gestione competente da parte dei diversi soggetti presenti nel territorio delle criticità che si anticipa possano coinvolgere il cittadino. Grazie alla promozione del ruolo attivo della cittadinanza per la coesione sociale il progetto potrà avere degli effetti positivi a lungo termine, generando quel capitale umano che va ben oltre la scadenza del progetto stesso».
Qui la locandina – scaricabile del sito di Regione Lombardia – che parla del progetto e indica i contatti.
Augusta Brambilla