Guido Tortorella
, nato a Milano il 24 settembre 1977 e figlio di Cino Tortorella – il mago Zurlì dello Zecchino d’Oro – è uno scrittore e regista italiano che inizia la sua carriera artistica nel teatro, in qualità di regista e assistente. Ha frequentato il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Attualmente lavora come videomaker per Mediaset e vive a Gorgonzola.
IL PRIMO ROMANZO
La paura della coccinella è il suo romanzo di esordio, che è stato pubblicato nel novembre 2018 dalla casa editrice La Nave di Teseo, e che lo scrittore ha presentato sabato 1 dicembre alla Biblioteca Civica di Gorgonzola.
«Avevo già iniziato a confrontarmi con la scrittura per ben due volte ma questo è il primo libro che porto a termine e che vedo pubblicato – ha esordito Guido Tortorella – L’idea mi è nata dopo un’esperienza sensoriale con un gruppo di meditazione trascendentale tedesco al quale avevo partecipato come videomaker e durante il quale avevo visto un’aura. Ne ero rimasto colpito e da lì a qualche settimana è nato lo spunto per questo romanzo, che è un racconto sulla società contemporanea che non è tanto distante dalla vita di tutti noi, dalle nostre preoccupazioni e dalle nostre gioie.»
LA TRAMA
Il libro è scritto in doppia prima persona, e i suoi protagonisti sono Dario e Lilly, diametralmente opposti per carattere, indole e personalità. Dario, uomo intelligente e solitario, non riesce a provare emozioni se non attraverso la sua sola e grande passione: la corsa. Scopre poi di avere il potere inatteso di vedere le aure della gente; Lilly è una giovane parrucchiera che vive una vita infelice ma che ha una dote innata, il canto.
«Tre sono le anime che popolano il libro e che mi appartengono come esperienze di vita: la corsa come passione, l’aura come visione, l’hamburgheria come lavoro. – ha continuato Guido – Nel racconto c’è un po’ di tutto questo e della storia di Dario e Lilly che quando si incontrano, per strano gioco del destino, si mescolano in un turbinio di sentimenti e emozioni da far sembrare l’amore quasi una catastrofe.»
La frase sul retro del libro recita per bocca di Lilly “è solo l’amore, ed è bellissimo” che l’autore ha così commentato: «Non è semplicemente l’amore tra un uomo e una donna ma l’amore verso la vita, la natura, le persone, l’amore come mistero. Mi piaceva sottolineare qualcosa di estremo e scioccante in cui inciampano i protagonisti e anche noi nel percorso della nostra esistenza».
LO SFONDO ROMANO E IL SIGNIFICATO DEL TITOLO
Sullo sfondo del romanzo la città eterna, Roma, con le sue strade, le sue piazze, i suoi parchi, i suoi quartieri, la sua gente, i colori, molto lontana dall’immagine turistica e che è resa più vera e autentica da una scrittura scorrevole, a tratti sfrontata e romantica.
«Il titolo del libro, originale e intrigante, l’ho scelto io perché mi riporta a un episodio che mi è realmente accaduto: correvo in Valtellina e a un certo punto mi si è appoggiata una coccinella sulla maglietta madida di sudore, che non si staccava più. Si ricollega all’aura della paura e al finale che, però, non posso e non voglio svelare» ha concluso l’autore.
Guardando al futuro, quali sono i progetti di Guido? «Mi sono sbloccato con il primo romanzo e ne ho già scritto un altro sui viaggi nel tempo: devo ammettere che in questo periodo mi sento molto prolifico. Gorgonzola sarà ancora sede della prossima presentazione».
Augusta Brambilla
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