“Streghe o donne ribelli?” a Segrate uno spettacolo per parlare di donne

Domenica 25 novembre Segrate combatterà la violenza di genere con letture, musiche e danze

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

Domenica 25 novembre,

 in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il comune di Segrate e l’associazione di Promozione Sociale D come Donna presenteranno al centro culturale Verdi lo spettacolo Streghe o donne ribelli? a conclusione della settima edizione della rassegna Una trama di fili colorati. Conversazioni, spunti e incontri intorno al femminile ieri e oggi.
Lo spettacolo è previsto alle ore 21 con ingresso libero.

QUATTRO CHIACCHIERE SU UN TEMA IMPORTANTE

Prima dello spettacolo verrà dato spazio ad alcune riflessioni sul fenomeno della violenza contro le donne con interventi di Gianluca Poldi, assessore alla Cultura e Ricerca, Enza Orlando, presidente di D come Donna e Ottavia Zerbi, psicologa psicoterapeuta psicoanalista della Relazione (Sipre).

«Dopo aver affrontato il tema del legame che unisce le donne ai propri luoghi e alla storia e dopo una parte laboratoriale, la rassegna “Una trama di fili colorati 2018” presenta uno spettacolo per l’eliminazione della violenza contro le donne – ha spiegato Enza Orlando -.Il femminicidio, la violenza e le molestie sono temi di stretta attualità. Con “Streghe o donne ribelli?” l’Associazione intende stare accanto a tutte le donne in questa battaglia non solo nell’ambito culturale ma anche e soprattutto in quello di ogni giorno.»

LO SPETTACOLO

Con la regia e letture di Noemi Bigarella, il gruppo “Cerchioindanza” guidato da Gloria Bigarella, il canto di Veronica Cavenago e le chitarre di Guido Pace e di Marco Tencati Corino, Streghe o donne ribelli? è un evento speciale fatto di letture, musiche e danze in cui il pubblico sarà condotto in un breve percorso che parte dall’analisi di alcune note figure femminili dell’antichità, che hanno pagato a caro prezzo il loro ribellarsi a un ruolo imposto che considerava le donne unicamente fattrici, servizievoli e mute.
Lo spettacolo si soffermerà sull’importante fenomeno della caccia alle streghe, che in un lungo periodo storico ha causato la perdita di migliaia di donne dall’intelligenza acuta, donne curiose e avide di conoscenza.
Si giungerà infine all’attualità con un graffiante monologo che affronta l’argomento della violenza contro le donne nel nostro periodo storico.

IL SIMBOLO DELLA LOTTA

Lungo la scala che conduce all’Auditorium del Centro Culturale verranno affisse tante immagini di scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza alle donne. Rappresentano una marcia simbolica e silenziosa in ricordo delle donne che non ci sono più.

«Ringraziamo ancora una volta l’associazione D come Donna, autentica risorsa della nostra città – commenta il sindaco Paolo Micheli -, che porta avanti da anni un prezioso lavoro di sensibilizzazione, mostrandoci la variegata ricchezza del mondo femminile con numerose iniziative pregevoli, tra cui questa fondamentale contro una vera e propria piaga sociale che umilia il genere umano. Ricordiamo purtoppo ancora una volta la drammatica storia di Antonietta Di Nunno, mamma giovanissima strappata all’affetto dei suoi figli, a cui lo scorso maggio l’Amministrazione comunale ha dedicato il giardino di via Cellini

«Non solo è doveroso ricordare alla società, alla gente, alla città, che il fenomeno della violenza contro le donne esiste – ha aggiunto Gianluca Poldi, assessore alla Cultura e Ricerca -, ma dobbiamo nella vita quotidiana abituarci, ciascuno di noi, a condannare o segnalare ogni comportamento che contrasti la parità di genere. Solo educando ed educandosi all’ascolto si può costruire una cultura della reciproca attenzione.»