A Gorgonzola gli studenti incontrano il poeta Julian Zhara

Una giornata dedicata a una forma d'arte che merita di essere conosciuta

Da sinistra: Tommaso Di Dio e Julian Zhara
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Una lezione davvero “fuori dal comune” quella che hanno vissuto gli studenti di alcune delle classi seconde, terze, quarte e quinte dell’Istituto Marconi nell’incontro con Julian Zhara, poeta e performer, che si è tenuto venerdì 16 novembre alla presenza di Tommaso di Dio, insegnante di lettere e responsabile del progetto scolastico Esperienza Poesia.

L’INCONTRO

«È il secondo anno consecutivo che propongo questo percorso culturale ai giovani studenti, che lo sostengono interamente, perché credo che portare la poesia nelle scuole sia un atto di civiltà necessario.– ha dichiarato Tommaso di DioSono contento di ospitare Julian Zhara e vi chiedo, con attenzione, di mettervi in gioco con un po’ di voi stessi e del vostro vissuto in quello che ora state vivendo, che è esperienza importante di incontro con un poeta contemporaneo.»

IL POETA

Julian Zhara è nato a Durazzo nel 1986, si è traferito in Italia con la famiglia nel 1999 e ha vissuto a Camposampiero (Padova) per 8 anni. Ha all’attivo due pubblicazioni: Liquori (Ibiskos-Ulivieri, 2008) e In apnea (Granviale, 2009). Ha partecipato a vari eventi di poesia a Venezia, Trento e Padova. Si è laureato nel 2010 in EGArt presso Cà Foscari a Venezia con una tesi dal titolo Inchiesta sullo stato della poesia in Italia. Dal marzo 2012 ha iniziato una collaborazione col compositore Ilich Molin per il progetto Labyrinth. Ora vive, lavora e scrive a Venezia.
«Sono molto felice di essere qui e l’unico debito che sento di avere è verso chi viene dopo di me, verso le generazioni futuri alle quali cerco di dedicare tempo e risorse. – ha dichiarato Julian ZharaIl messaggio che voglio trasmettervi è l’ascolto, abitare la distanza che ci separa dall’altro. La mia passione quasi fobia dell’endecasillabo ha due ragioni, una biografica e una poetica: la prima mi abita perché la mia lingua madre è l’albanese, il cui respiro del verso non viene naturalmente scandito in endecasillabi, e la seconda è perché l’endecasillabo ha esaurito nella sua grande tradizione poetica le sue espressività più alte e la ricerca di altre forme metriche offre uno spazio di manovra più ampio.»

L’IMPORTANZA DELLA POESIA E LA SPOKEN MUSIC

La ricerca di Julian, anche attraverso la collaborazione a più voci, viene definita spoken music, una forma di poesia espressa oralmente e incentrata sul dialogo o il monologo.
«Si parla di cantillazione, i poeti trasmettevano a voce ciò che volevano dire e la poesia orale è tutta quella gamma di espressioni poetiche che si riappropriano del medium di trasmissione ossia la voce».

Le parole di Tommaso Di Dio hanno sottolineato l’importanza di questo progetto: «Troppo spesso, oggi, la grande poesia contemporanea italiana non trova un giusto rispecchiamento nei mezzi di comunicazione come la televisione, la radio, la carta stampata. Invece abbiamo il dovere, noi e io in quanto poeta, critico e insegnante di letteratura, di fare entrare in contatto i ragazzi della mia scuola con quello che è più vivo e attuale della parola poetica. La parola del poeta non deve vivere solo nei circoli élitari ma deve stare di fronte alla gente, perché trova il suo più pieno compimento quando è portata dinnanzi all’ascolto vero delle generazioni future».

Le parole e la musicalità delle sue poesie contemporanee che trattano di amore, di vita, di morte, di tempo e di spazio hanno incantato la giovane platea che lo ha salutato con un applauso infinito.

 

Augusta Brambilla