È una farmacista prestata alla scrittura, ma poco importa, perché il romanzo “Quasi a casa” (Mursia 2017) di Elena Moretti ha vinto nel 2017 la prima edizione del Premio Letterario “Romanzo Italiano” indetto da Radio RTL 102.5 e dalla casa editrice Mursia.
L’AUTRICE
Elena Moretti, classe 1977, nata a Macherio (MB) è appassionata da sempre di tutte le discipline scientifiche. Sposata, due figli, è divoratrice cronica di fumetti, cantante da doccia e amante del cinema d’animazione. Ha fatto volontariato con adolescenti e disabili e si interessa ai problemi del disagio giovanile e dell’affido.
“Ho iniziato a scrivere una quindicina di anni fa, quando i miei figli erano molto piccoli, e mi sono appassionata al mondo di anime e manga per evadere un po’ dalla mia quotidianità – ha dichiarato l’autrice – Così mi sono cimentata con la scrittura, attratta dal riposante fascino delle cose futili e rassicurata dall’anonimato garantito da nick-name e monitor. E’ stata una simpatica palestra di scrittura e infatti grazie ai commenti e alle critiche ricevute di volta in volta dai lettori on -line ho potuto gradatamente migliorarmi”.
IL ROMANZO
Pieno di parole forti e modi poco garbati, il romanzo di Elena narra la storia di Adrian, ragazzo difficile che è passato da una famiglia affidataria ad un’altra per approdare come ultima spiaggia a casa di una donna in là con gli anni che vive in uno sperduto paesino di montagna. Qui ritrova, giorno dopo giorno, pezzi della sua vita e inizia a sentirsi “quasi a casa”, proprio lui, che una casa non l’ha mai avuta.
“La storia è quella di un ragazzo randagio narrata con una scrittura particolare, attraverso la quale ho provato a parlare di tenerezza con parole volgari, di maturazione con una sintassi acerba e di grande cose con un linguaggio alquanto grezzo. – ha spiegato l’autrice – La figura del protagonista è da ricercarsi nella mia passione per i ragazzi adolescenti che ho seguito fin da giovane facendo l’animatrice all’Oratorio, e che ho continuato a coltivare negli anni successivi adoperandomi per sostenere umanamente alcuni adolescenti incasinati nei quali ero inciampata per caso, e negli ultimi tempi avvicinandomi all’affido familiare e alle sue storie”.
L’ambientazione in montagna, in una malga, rappresenta il duro lavoro, la fatica e la genuinità di un luogo che è nato da forze gigantesche e in grado di ridimensionare l’io e di evidenziarne le qualità; le pagine del diario che Adrian deve scrivere sono intervallate da ciò che gli succede intorno e dall’intessersi dei legami che si creano; la vecchia che lo ospita è la figura più significativa del legame di due esseri umani che si aiutano a vicenda attraverso la strategia del silenzio; l’amore è salvifico, a patto che ci sia pazienza e volontà di aggiustarsi, perché camminare in due può portare davvero fuori dalle macerie.
LA VINCITA DEL PREMIO LETTERARIO
La motivazione della giuria per l’assegnazione del premio è stata la seguente: “Nonostante i protagonisti abbiano alle spalle vicende tristi e spesso crudeli, si tratta di una storia di rinascita e riscatto, che grida che è possibile ricominciare e trasmette un messaggio positivo”.
“Sono immensamente grata a tutte e tre le giurie del premio che hanno creduto nel mio racconto e lo hanno scelto fra i 1473 partecipanti; la vincita ha sorpreso me più di chiunque altro. – ha concluso Elena- Scrivere mi piace molto e sto mettendo mano a un altro romanzo, che in realtà avevo scritto prima di questo. Mursia ne ha acquistato i diritti e lo pubblicherà entro due anni. Da un semplice hobby mi sta regalando tante emozioni e tante soddisfazioni”.
Un libro che è voce narrante di disagio e ansia, di gioia e dolore, di sentimento e paura, di passione e morte. Di adolescenti, di giovani, di adulti e di anziani e che parla di amore e vita, di rispetto e di fatica, di legami e di sangue. È la storia dell’intrecciarsi, del crescere e dello spezzarsi di legami fra essere umani feriti e della loro rinascita. Una famiglia quasi per caso, in cui ciascuno deve combattere duramente contro segreti, silenzi e bugie per arrivare quasi a casa.
Augusta Brambilla