Trent’anni trascorsi lavorando per la stessa azienda, una vita dedicata alla propria mansione nonostante la disabilità causata dalla mancanza di una mano, persa nel ’91 proprio in seguito a un incidente sul lavoro nella stessa azienda che oggi afferma di non avere più bisogno di lui.
LA VICENDA
È infatti con un licenziamento che è stato ripagato Osmu Labib, operaio sessantunenne di origini marocchine che ha ricevuto la lettera dalla Greif Italia S.p.a, azienda di taniche e contenitori con sede a Melzo, riportante come causa dell’interruzione del rapporto di lavoro: “La nostra società ha installato una macchina che svolge in automatico il medesimo lavoro fino ad oggi da lei svolto. È stata così soppressa la sua posizione lavorativa“.
Una macchina, insomma, in grado di sostituire l’operaio che per trent’anni è stato dedito alla sua mansione, che non accetta questa decisione presa dall’azienda e che ha commentato così: “Mi manca poco alla pensione, appena quattro anni. Lavorare lì per me era la vita. Che almeno mi pagassero i contributi”.
Un tentativo presso i sindacati, come ha raccontato a Il Giorno: “Ho la tessera della Cgil da trent’anni, mi sono rivolto subito a loro, e all’Ispettorato del Lavoro. Hanno inviato una lettera, ma non c’è stata risposta”.
Un dramma vissuto da molti lavoratori, che in questo caso però si somma alla disabilità dell’uomo, che rende ancor più difficoltosa la ricerca di un nuovo posto di lavoro, soprattutto in età avanzata.