Classe 1981, un romanzo d’esordio pubblicato prima come ebook e successivamente edito da Rizzoli, un’occupazione come insegnante di italiano e latino ai Salesiani di Sesto San Giovanni: stiamo parlando di Marco Erba, cernuschese di talento, il cui secondo romanzo è appena comparso, sempre edito da Rizzoli, sugli scaffali delle librerie.
Se nella stesura del primo romanzo (“Fra me e te”, di cui avevamo parlato qui), Marco si è occupato di adolescenza, la sua seconda opera salta nel tempo, raccontando due diverse epoche, una pre-seconda guerra, durante la quale si svolgono le vicende di due gemelli, e l’altra, cinquant’anni dopo, che vede sbocciare in una classe di prima elementare un’altra storia, intrinsecamente legata alla prima.
“Quando mi riconoscerai“, uscito il 13 marzo, parla di amore, amicizia, dolore e perdono. In particolare il tema del fascismo ha una grande importanza all’interno della storia, come ha raccontato l’autore alla redazione di Fuoridalcomune.it: “Il fascismo, come ogni totalitarismo di ogni colore, è già condannato dalla storia. Nessun totalitarismo può trovare giustificazione alcuna, in quanto priva l’uomo della propria libertà, quindi della propria dignità. Si sente dire che il fascismo ha fatto anche cose buone, ma ciò non può cambiare il giudizio finale: quale governo non ne fa? Anche il comunismo a Mosca ha costruito metropolitane splendide ed efficienti, ma nessuno si sognerebbe di giustificarlo per questo. Sarebbe come giustificare un mafioso assassino perché comunque vuole bene ai suoi figli. Il mio romanzo – ha continuato Marco – però, vuole raccontare che le persone non sono solo le idee, o le ideologie, che professano. Se il fascismo va condannato senza appello sul piano storico, le storie dei singoli uomini e delle singole donne vanno ascoltate, non giudicate. Le vicende personali sono sempre più complesse dei giudizi generali: nel romanzo provo a raccontare anche delle persone che hanno vissuto dentro i grandi fatti storici che studiamo sui libri”. Il romanzo racconta due storie separate a livello temporale, ma al contempo legate da alcuni personaggi. “Molti interrogativi rimasti in sospeso nel passato trovano risposte nella storia più recente – ci ha spiegato, a questo proposito, l’autore – Il romanzo si muove per buona parte su due piani temporali differenti, ma che finiscono per intrecciarsi molto più saldamente di quanto all’inizio si possa immaginare”.
Quella per la scrittura è una passione che Marco Erba coltiva da sempre, da quando da bambino ascoltava suo nonno raccontargli storie pedalando per le strade, e dal padre che quotidianamente gli leggeva le favole. Una volta cresciuto, il desiderio di raccontare a sua volta, e di far scoprire agli altri la magia delle storie, è stato così forte da spingerlo a diventare insegnante di lettere: “Insegno – ha raccontato Marco – perché si tratta, alla fin fine, di far incontrare ai ragazzi gli autori e le storie che essi hanno voluto lasciarci, per parlare di loro stessi e per parlarci un po’ anche di noi”.
Ma da dove nasce la storia di “Quando mi riconoscerai”? Che cosa ha ispirato Marco?
“La parte del passato – ci ha raccontato – è ispirata a mio nonno Doroteo e al suo fratello maggiore Rodolfo. Non ho mai conosciuto il mio prozio Rodolfo, ma mio nonno mi ha sempre raccontato di lui: erano legatissimi. Rodolfo partì a 19 anni per la campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale e non fece più ritorno, ma mio nonno ha sempre conservato tutte le lettere che lui spediva dal fronte. La prima volta che le ho lette ero alle elementari e mi hanno subito colpito. Rodolfo aveva una strana voglia sulla mano. Un giorno suo padre gli disse: «Tu partirai, starai lontano da casa moltissimi anni e quando tornerai nessuno ti riconoscerà tranne i tuoi fratelli, grazie a questa voglia». Non so perché il mio bisnonno disse a suo figlio questa cosa, ma mio nonno aspettò il fratello per decenni, convinto che sarebbe ritornato. La parte più recente invece è ispirata alle tante storie che i miei studenti condividono con me ogni giorno. Ci sono molti ragazzi che vivono situazioni difficili, alcune insopportabili, ma sanno sempre andare avanti con una forza immensa e col sorriso, lasciando qualcosa di bello di sé agli altri – ha concluso Marco – Sono il loro insegnante, ma in molti casi sono io a imparare tanto da loro”.
Un romanzo che ha molto da insegnare, scritto da un insegnante di successo in grado di emozionare raccontando la propria storia.