Una domenica pomeriggio davvero molto interessante e decisamente inusuale. Il 12 novembre, Cassina de’ pecchi si è trasformata in uno scenario che parlato di arte e cultura internazionale e che ha visto come protagonista l’artista giapponese Shuhei Matsuyama per l’inaugurazione della sua mostra personale SHIN-ON e la presentazione delle sue ultime opere presso il Torrione di Cascina Casale. Divenuto ormai sede di eventi e manifestazioni importanti ha accolto le famiglie con bambini, gli adulti, le coppie, i giovani, tutti incuriositi e entusiasti di vedere da vicino il maestro e le sue opere.
“Questa è una delle tante mostre che si svolgono in questo spazio espositivo che in media vede la presenza di due eventi al mese. Benvenuti quindi a tutti voi che siete qui oggi numerosi ad ammirare le opere di questo artista che ci è stato proposto dall’associazione La Forza del Segno e che ci ha colpito per il percorso artistico e il lavoro di ricerca tra immagine segno grafico e suono. – ha dichiarato l’assessore alla Cultura del comune di Cassina Laura VECCHI– Siamo onorati di averlo ospitato in questo Museo del MAIO che è l’emblema e l’espressione della cultura di Cassina de’ Pecchi e che vedrà partire, a breve, altri laboratori grazie al progetto La Stazione delle Muse in collaborazione con Fondazione CARIPLO”.
Le opere di Matsuyama si ispirano alle teorie di Kandisky come ‘il colore è un suono interiore’ ma svela anche un legame profondo con le modalità espressive della cultura orientale. Dipinge Shin-On come il suono delle cose, quella musica che le origina e le esprime. Tutto è SHIN-ON, suono, e la sua pittura diventa la materializzazione visibile di questa idea. Egli stabilisce un sottile rapporto tra il visivo e il sonoro in cui l’uno rimanda e suggerisce l’altro. Le superfici accidentate delle sue tele, caratterizzate da più strati di carta giapponese sovrapposti, si identificano come una partitura da decifrare nell’intimo. E ci impegnano con tutti i nostri sensi a scoprirli e a percorrerli come in un paesaggio insieme ai colori che rappresentano le stagioni e gli elementi della natura.
“Sono molto soddisfatto e commosso di essere di nuovo qui dopo vent’anni dalla mia prima mostra personale che è stata organizzata dall’amico e curatore Carlo Caiani e che mi ha permesso di avere notorietà anche in Italia– ha dichiarato Shuhei Matsuyama– Qui vivo e lavoro da trent’anni e qui ho dato espressione e forma ai pensieri e ai sentimenti che mi animano e che sono ben visibili nelle mie opere”.
La realizzazione di questi capolavori su carta giapponese è possibile grazie anche alla stamperia “Il Foglio” di Ivan Pengo che è uno dei più accreditati distributori milanesi per la stampa d’arte in Italia.
“Ho conosciuto il maestro Matsuyama molti anni fa e insieme condividiamo la passione per la stampa d’arte e il karate. Abbiamo intrapreso una collaborazione proficua che mi ha portato ad approcciarmi alla carta giapponese che non conoscevo e che ha grandi qualità. E’ prodotta dalla corteccia di tre fibre importanti: Gambi, Torinokokozu, Mitsumata che sono paragonabili al nostro salice. E’ priva di acidi, basica, non viene attaccata da muffe, batteri, agenti atmosferici, è molto resistente e ha lunghissima durabilità nel tempo. – ha spiegato Ivan Pengo– Ringrazio il maestro per la sua amicizia e di essere stato da ambasciatore della cultura giapponese in Italia”.
La Forza del Segno è l’associazione che ha seguito l’artista in questo percorso e il suo presidente Antonia Campanella ha sottolineato soddisfatta ‘siamo felici di condividere con tutti voi questo momento importante in cui l’arte incontra il cittadino che scopre la meraviglia e lo stupore di un artista che incanta con le sue creazioni e i suoi colori. Inoltre, il laboratorio di calligrafia giapponese che ha raggiunto il numero massimo di 12 partecipanti e che sarà in replica sabato 18 novembre alle 16.30, ha suscitato molto interesse perché ha permesso a tutti ,appassionati e curiosi, di scoprire un mondo affascinante velato ancora di mistero e magia”.
Il pennello della calligrafia giapponese, nelle sue abili mani, disegna quattro segni sulla grande tela bianca al centro della sala che rappresentano un cuore. Un inchino di ringraziamento e l’omaggio di una delle sue tele alle istituzioni e alla cittadinanza sono il saluto finale di questo grande artista che è soprattutto un uomo sereno e sorridente.
Augusta Brambilla.