MARTESANA-SEGRATE
IL RUGBY COME RISCATTO ED AGGREGAZIONE. LA SQUADRA FORMATA DAI DETENUTI SCENDE IN CAMPO

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Non c’è due senza tre, e così, per il terzo anno consecutivo, i giocatori della Rugby Barbari Bollate, la squadra composta da soli detenuti, uscirà dal carcere per una partita amichevole con alcuni giocatori e volontari dell’A.S. Rugby Milano. L’incontro si terrà sabato 24 giugno alle ore 15.00 al Centro Sportivo G.B. Curioni di via Circonvallazione Idroscalo 51, proprio dove la squadra aveva debuttato nel lontano giugno del 2015.

La squadra multietnica dei Barbari è nata nell’ambito del Progetto Rugby Bol , attivo dal 2013 presso la II Casa di Reclusione di Milano-Carcere di Bollate, un istituto notoriamente aperto alle iniziative del territorio. Il Rugby Milano, che con la prima squadra partecipa al Campionato Italiano di Serie A, ha scelto quindi di impegnarsi nel sociale e unire il più alto livello tecnico di gioco alla cura e all’evoluzione di un sistema educativo aggregante. Sono circa una cinquantina i detenuti coinvolti nella squadra che svolge regolari allenamenti e partite all’interno della struttura.  Il nome della squadra, scelto dagli stessi detenuti,  Rugby Barbari Bollate, vuole sottolineare le diverse culture che si incontrano all’interno della casa di reclusione.

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Il gioco della palla ovale incarna i valori del rispetto, dello spirito di squadra, della lealtà, della generosità, del sacrificio, dell’altruismo ed è un eccellente strumento educativo per la crescita dei ragazzi e non solo, come pure comportamenti basati sul rispetto, sul senso di condivisione e di appartenenza; l’importanza di una partita ben giocata gestendo foga sportiva, aggressività e una tecnica specifica . “La detenzione determina un senso di solitudine e, se restiamo un carcere chiuso, la solitudine rischia di diventare disperazione” afferma il Direttore del carcere Massimo Parisi.

“Il rugby ha la capacità di trasmettere il senso delle regole e un senso di solidarietà. Il concetto di squadra, di gruppo, dell’interesse generale rispetto al particolare” dicono dall’A.S. Rugby Milano.

Nel 2016 è stato inoltre realizzato un documentario su questa esperienza, dal titolo ‘Un bel Coraggio‘ di Marcello Pastonesi e Giorgio Terruzzi, un’occasione per i detenuti per guardarsi dentro e stupirsi un po’ e quindi  vedere quanta strada si è fatta in un anno di allenamenti e sacrifici. Per i detenuti il rugby è diventato una filosofia di vita: “Mi sono sorpreso di me stesso e della capacità di dare di più e di non arrendersi, non conta quanto tu sia bravo in questo sport, ma il carattere e l’insistenza. Non devi mollare. E nella vita è così, non bisogna mollare, non bisogna scoraggiarsi. Perché il tuo sforzo andrà a contribuire a quello di tutta la squadra. La cosa che mi ha veramente colpito è che quando qualcuno ti fa un fallo, non importa il fallo, ma come reagisci. Ti insegna a incassare. E a rialzarsi da terra” racconta uno dei partecipanti nel documentario.

FRANCA ANDREONI