Esiste un modo per parlare di violenza sulle donne attraverso una storia molto antica. Lo hanno fatto le studentesse dell’ENAIP di Melzo a Palazzo Trivulzio mercoledì 10 maggio, facendo rivivere Artemisia Gentileschi, una delle più importanti pittrici italiane rinascimentali.
Come ha ricordato il direttore della scuola, Ernesto Sbolli “Questa iniziativa ha preso vita con una collaborazione con le ACLI e il Gruppo Artistico Melzese. Perché è in questi casi che i nostri allievi danno il meglio di sé, quando li si mette alla prova con il territorio di cui fanno parte”.
E così ha preso corpo una rappresentazione che ha visto le allieve alternarsi nella lettura di brani del processo alla pittrice allieva di Caravaggio. Perché lei, una delle pochissime artiste donne in un mondo dominato dagli uomini, ha dovuto lottare per far valere il suo diritto di persona contro un episodio di stupro.
Alessandra Rossi, che ha coordinato la rappresentazione guidando le ragazze in questa esperienza, ha spiegato alla redazione di fuoridalcomune.it il significato di questa iniziativa: “Vogliamo far capire come è cambiato l’approccio verso la donna dal Seicento ad oggi, e come è cambiato il rapporto con la giustizia. Nonostante si riconoscesse il danno alla vittima di stupro, la si considerava comunque complice. Ed è anche un modo per interrogarci se oggi le cose siano veramente cambiate nella mentalità delle persone, al di là delle maggiori tutele che le donne hanno”.
In apertura dell’iniziativa, anche gli allievi cuochi della scuola sono stati protagonisti con un buffet, guidato dalla chef ed insegnante Teresa Casanova.
Il trucco, ovviamente, è stato curato dalle stesse estetiste protagoniste dello spettacolo, sotto la supervisione di Monica Galbiati.
Un modo per dimostrare che formarsi professionalmente vuol dire anche essere protagonisti del territorio che si vive.
Fabio Regis