SEGRATE
MOMENTI DI PAURA AL CANTIERE DI VIA GIOTTO: 9 OPERAI SALGONO SULLE GRU PER PROTESTA

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Attimi di paura a Segrate, la mattina del 10 aprile: un gruppo di nove operai del cantiere edile di via Giotto hanno inscenato una protesta salendo in cima a due gru, ad una quarantina di metri di altezza. Motivo della rimostranza sarebbero diverse migliaia di euro di pagamenti arretrati, che non sarebbero stati loro versati dalle imprese sub-appaltatrici. Alla fine si è reso necessario l’intervento di carabinieri, polizia locale, vigili del fuoco ed operatori sanitari, nonchè l’intervento dello stesso sindaco, Paolo Micheli, che hanno cercato di agevolare le trattative con la proprietà, le ditte interessate ed i rappresentati della Federazione Italiana Lavoratori Costrizioni e Affini. La contrattazione si è protratta fino alle ore 13.00, concludendosi con la discesa degli operai dalle gru.

“Sono lieto che la protesta si sia conclusa in modo rapido e pacifico – ha commentato il sindaco Paolo Micheli, che ha voluto mostrare la propria solidarietà nei confronti dei lavoratori -. Come Amministrazione comunale vigileremo che gli impegni assunti vengano mantenuti. Il sindaco  ha continuato puntando il dito contro la mala gestione degli anni passati, che ultimamente sta procurando non pochi problemi all’attuale amministrazione (ne abbiamo parlato qui e qui): “Segrate purtroppo continua a soffrire l’onda lunga di speculazioni edilizie del passato, della conseguente bolla immobiliare e più in generale di una mala gestione del territorio che ha permesso tutto questo creando molteplici criticità. Oggi sono stati i lavoratori di via Giotto a farne le spese, ma il problema dei cantieri fantasma e delle numerose imprese edili fallite o in difficoltà sta coinvolgendo anche tantissime famiglie segratesi che hanno acquistato casa investendo risparmi in progetti edilizi che non si sono mai realizzati o che faticano ad essere portati a termine”.

“È per questo che il nostro nuovo PGT prevede il blocco di ulteriori costruzioni e la salvaguardia di ciò che resta di territorio non urbanizzato, nel tentativo anche di evitare ulteriori fallimenti e crisi come quella a cui stiamo assistendo da questa mattina – ha continuato Micheli -. E non è questione di essere ambientalisti o no, ma di agire con il buonsenso”.