Se ferve ancora la protesta contro la chiusura della Scuola d’Italiano e del Centro Interculturale delle Donne, a gettare benzina sul fuoco è il timore che a breve anche la Casa in Movimento, sede di storiche associazioni locali attive culturalmente come ACP (associazione cultura popolare) e Laboratorio Contro la Guerra Infinita, possa chiudere i battenti.
LO SFRATTO E LA PROTESTA
Datata 7 aprile è la notifica firmata dall’architetto Paola Perego Dirigente ai servizi di Demanio e Patrimonio, con la quale si chiede ai rappresentanti delle associazioni di lasciare i locali entro il 30 aprile. Nessun’altra condizione viene posta nella missiva, sebbene l’assessora Tesauro spieghi: “La prima lettera inviata ma evidentemente rimasta in giacenza, parlava di sottoscrizione di un contratto concessionario d’affitto”. Sta di fatto che se era in giacenza i responsabili non potevano averla letta, e ora lo sfratto sarebbe imminente. Anche per questo il 25 aprile scorso il contro corteo organizzato dal Comitato 16 Marzo cui aderisce anche la Casa in Movimento, ha evidenziato anche quest’ultimo episodio, girando le spalle al discorso delle autorità e indossando cartelli inneggianti all’apertura, all’inclusione e alla cultura, contro qualsiasi chiusura di centri e servizi per i cittadini.
ANTEFATTO: NEL 2005 LA CONSEGNA DELLE CHIAVI DALL’ALLORA ASSESSORE COCCIRO
La notizia è arrivata tra capo e collo in quel di via Neruda, sede della Casa in Movimento, dove dal 2005 le associazioni organizzano attività di ogni tipo e gratuite, dal cineforum per i bimbi, ai reading poetici, da spettacoli teatrali a laboratori di poesia, da scuola popolare d’italiano per migranti, a concerti, da presentazioni di libri a formazione politica, da cene multietniche a mercatini del baratto e di dischi. Nel fare tutto questo la consapevolezza era una: aver ricevuto le chiavi dalla passata amministrazione, dall’allora assessore Cocciro, con tanto di verbale di consegna, ed essere quindi forti della propria posizione a norma con il regolamento. “Avendo ricevuto allora la concessione delle chiavi direttamente dall’assessore competente –spiegano dall’associazione- siamo sempre stati convinti che quello fosse l’iter corretto, e che quindi fossimo inquilini a norma, in un rapporto che era fortemente politico più che burocratico, dove si riconosceva il valore del servizio totalmente gratuito offerto alla città, senza alcuno scopo di lucro, e mandato avanti da volontari”.
L’OPERAZIONE DI REGOLAMENTAZIONE DELLA GIUNTA ROCCHI
Sta di fatto che l’attuale amministrazione ha messo mano a documenti e carte per avviare un processo di ridefinizione e regolamentazione degli spazi comunali, scoprendo che più di un’associazione occupa locali in modo anomalo: “dal 2013 è obbligo che tutte le associazioni che occupano spazi comunali, paghino le utenze e un affitto, sebbene con sconti importanti sia per le associazioni sportive che culturali -ha spiegato Dania Perego– facendo dei controlli la Casa in Movimento e l’ ANPI sono tra le realtà che non si sono ancora messe in regola, e per tanto la proposta è di regolamentare la loro presenza negli spazi. E’ chiaro che la passata amministrazione ha fatto un grosso pasticcio in questo senso, e le conseguenze ora si vedono”.
LA TRATTATIVA IN CORSO: PAGARE UN CANONE
Ma che significa per le associazioni di via Neruda? Significa che dovranno iniziare a versare un canone di locazione di 4823,72 euro l’anno se vorranno restare, calcolati sulla metratura della sede, più gli anni arretrati; questo almeno quanto emerge dalla prima trattativa in corso. Una cifra insostenibile per chi ha sempre lavorato offrendo servizi di utilità pubblica e appuntamenti culturali gratuitamente.
Chi ha seguito da vicino la vicenda, è Gianfranca Tesauro, assessora al Bilancio e Patrimonio, presente all’incontro tra Casa in Movimento e amministrazione, insieme a Dania Perego, il sindaco Angelo Rocchi e la dirigente al Patrimonio Architetto Paola Perego. “Non esiste al momento nessuna formalizzazione di contratto di locazione per questa sede di via Neruda occupata dal 2005 –ha spiegato Tesauro- e ponendo anche che un affitto potesse essere stato dato per gratuito, a noi non risultano pagate nemmeno le utenze, le spese correnti. Per tanto il nostro invito, prima che a lasciare gli spazi, è a firmare un contratto e regolare la posizione dell’associazione, che tra l’altro ci risulta abbia svolto diverse attività culturali per la città in tutti questi anni, e per tanto se le espliciterà potrà contare anche su eventuali contributi da parte del comune a riguardo, anche perché la nostra non è certo una presa di posizione ideologica o partitica”.
DALLA CASA: “PER OLTRE 10 ANNI ABBIAMO OFFERTO SERVIZI GRATUITI ALLA CITTÀ”
Nell’incontro durato tre ore, i ragazzi delle associazioni afferenti alla Casa in Movimento, hanno ribadito la loro posizione, che mai avrebbero immaginato irregolare visti tutti gli anni trascorsi da quando hanno ricevuto le chiavi per la sede con tanto di verbale di consegna. “Abbiamo sempre operato in completa buona fede –hanno ribadito dall’associazione- se non abbiamo pagato un affitto, ci auguriamo che tutto il servizio e la mole di lavoro prodotta gratuitamente per la città e i cittadini, vada a compensare quanto non versato. Non si tratta solo di eventi culturali ma anche di servizi a costo zero per il comune e per la città nell’arco di oltre dieci anni, come la scuola popolare per migranti, e tutte le iniziative teatrali, cinematografiche, musicali e così via”.
L’assessora Tesauro ha inoltre fatto sapere che, viste le dimensioni importanti della sede di via Neruda, una possibilità per la Casa in Movimento sarebbe di ridurre il proprio spazio d’azione per poter avere un canone minore proporzionale alla nuova metratura. Al momento non ci sarà nessuno sfratto al 30 aprile, e le parti si sono aggiornate al prossimo 8 maggio, con i ragazzi che chiudono così: “L’accordo con le giunte precedenti era più politico che economico, e speriamo che questa sia la base di partenza per poter dialogare con questa Giunta”.