MARTESANA
COLOGNO FUORI DALLA RETE ANTIVIOLENZA. ROCCHI E PEREGO FURIOSI CONTRO I COLLEGHI

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

E’ incredibile. Abbiamo tirato la carretta anche per gli altri, per ottenere un risultato che ci interessava perché poteva costituire un elemento ulteriore di sicurezza per le nostre donne, e adesso ci escludono. Finché Pioltello, Segrate e Vimodrone, che sono di segno politico opposto al nostro, non mi daranno una spiegazione convincente di questa scelta assurda, sarò costretto a pensare che, ancora una volta come già accaduto per il PLIS della Martesana, siamo stati oggetto di ostracismo per motivi di razzismo politico”.

Sono parole durissime quelle del sindaco di Cologno Angelo Rocchi contro i colleghi dei comuni interessati, dopo aver saputo che la sua città non farà parte della neonata Rete Antiviolenza, nella quale entreranno appunto Pioltello, Segrate, Vimodrone, con Melzo capofila. Tutte città dei distretti afferenti ad ATS Melegnano e Martesana, laddove Cologno Monzese è ancora sotto ATS Città Metropolitana. Ma questo particolare non dovrebbe contare su un progetto esteso e sinergico contro la violenza di genere, soprattutto se Cologno Monzese non è rimasta estranea al percorso di nascita della Rete.

Questo si evince dalle parole dell’assessora colognese Dania Perego. “Per mesi mi sono fatta promotrice di incontri, anche a livello regionale, con i quattro comuni nell’intento di costruire una nuova Rete Antiviolenza da mettere a disposizione delle nostre cittadine. II Comune di Cologno si è speso, con me in prima persona, fungendo da capofila ufficioso nel tenere le fila di questo progetto –afferma Perego- L’impegno dei comuni sembrava determinato a realizzare la rete. Siamo arrivati persino ad inviare ai sindaci dei comuni interpellati, solo poche settimane fa, una nostra nota firmata dal Sindaco Rocchi, che sintetizzava puntualmente lo stato della vicenda e stabiliva i passi ancora da compiere. Poi Pioltello, Segrate e Vimodrone ci hanno chiuso la porta in faccia”. 

Dal fronte Pioltello, da cui è partita la comunicazione di esclusione di Cologno dal progetto, le spiegazioni sono brevi e coincise. Stando a quanto riferiscono le assessore alla partita Jessica D’Adamo alle Pari Opportunità e Antonella Busetto ai Servizi Sociali, il problema sarebbe nell’errata interlocuzione scelta dall’assessora e dal sindaco, che avrebbero dovuto sedersi ai tavoli di discussione con tutti i comuni del distretto 3 (di cui Pioltello è capofila e che comprende anche Rodano, Vimodrone e Segrate) e del distretto 5 (che con Melzo capofila annovera anche Liscate, Pozzuolo Martesana, Settala, Vignate, Cassano D’Adda, Inzago, Trucazzano), scelta che, stando alle assessore, Pioltello ha percorso considerando di grande valore il muoversi nel rispetto delle sinergie interne al Piano di Zona su un argomento così delicato come la violenza di genere, proprio per rafforzare il lavoro comune. 

L’accusa di razzismo politico fatto dall’Amministrazione di Cologno Monzese ci offende particolarmente perché su certe questioni per noi conta solo il benessere delle donne. Se Cologno vuole aderire alla rete Antiviolenza per noi non c’è problema, anzi. Presenti e poi discuta le sue proposte con l’intero Distretto 3 e 5 e non con i singoli Comuni”. Così hanno scritto le due assessore pioltellesi, che hanno poi concluso: “Ribadiamo che Comune di Cologno Monzese non è comunque escluso dal partecipare al costruzione della Rete Antiviolenza, nel rispetto però delle regole sopra descritte. Ci auguriamo che lo vorrà fare con uno spirito di collaborazione maggiore rispetto a quello che si evince dalle dichiarazioni riportate dalla stampa”. 

Dal fronte colognese però, questa interpretazione non sembra davvero minimamente accettabile, a fronte soprattutto di precedenti colloqui e incontri nei quali tutto questo sarebbe dovuto se non altro emergere. Dania Perego non ci sta per nulla a vedere la propria città estromessa da un percorso fondamentale per l’assistenza; non ci sta a venirlo a sapere da un funzionario e senza una comunicazione ufficiale indirizzata al comune; non ci sta a sapere che la decisione, per quanto legittima, è stata presa mentre ancora si svolgevano tavoli di confronto in cui queste problematiche non erano state paventate. “Tuttavia –conclude Perego- credendo ancora fermamente nei valori positivi della politica e nelle possibilità che questa riserva di fare cose grandi per le persone, veramente per tutte le persone, senza discriminazioni, mi riprometto di cercare nuove strade e nuovi alleati più affidabili e corretti aldilà del colore politico, per portare a compimento l’idea iniziale in cui continuo a credere: la tutela della donna”.

Amaro anche il commento conclusivo del sindaco Rocchi: “probabilmente c’è chi per diversa appartenenza passa tranquillamente sopra l’interesse dei cittadini. Tra l’altro in questo caso sono le donne che ci rimettono, con buona pace delle sterili affermazioni di solidarietà che piacciono tanto a certa sinistra. Sono sinceramente rattristato da questo episodio e spero che sia l’ultimo”