CERNUSCO SUL NAVIGLIO
ALL’I.C. MONTALCINI UN INCONTRO CON VENANZIO GIBILLINI, REDUCE DEI LAGER NAZISTI PER RACCONTARE L’ORRORE DI UN’EPOCA

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Non c’è modo migliore, per capire un avvenimento storico, che raccogliere la testimonianza diretta di chi quell’avvenimento lo ha vissuto. Con questo intento si è svolto l’incontro di mercoledì 22 marzo presso l’I.C. Montalcini di Cernusco sul Naviglio, che ha fornito una testimonianza diretta ai ragazzi delle classi terze e della classe seconda E dell’esperienza dei Lager nazisti. Ospiti dell’incontro Mariastella Maggi, autrice del libro ‘Quando si aprirono le porte’ e Venanzio Gibillini, protagonista del romanzo, all’epoca dei fatti giovane soldato milanese fatto prigioniero perché renitente e deportato nel campo di sterminio di Flossenburg.

Le insegnanti Elena Belluschi ed Alessandra Varisco, organizzatrici dell’evento, hanno aperto l’incontro spiegando al pubblico, tra cui anche il sindaco Eugenio Comincini, com’è nata questa idea: “Per questa importante iniziativa di oggi abbiamo messo insieme due importanti progetti che rivolgiamo tutti gli anni agli alunni di terza media: ‘la Giornata della Memoria’ e ‘l’incontro con l’autore’ – hanno spiegato-. La stima e l’ammirazione che proviamo per Mariastella Maggi ci ha spinto ad invitarla in questa particolare occasione e siamo molto contente di avere qui con noi anche il vero protagonista del libro, il signor Venanzio Gibillini”.

Parlando della genesi del suo romanzo, invece, la scrittrice ha affermato: L’idea del libro è nata dal desiderio di preparare i miei alunni di Terza Media alla visita didattica al campo di sterminio di Mauthausen e poi anche dalla volontà di rendere i ragazzi consapevoli che la Storia, non è una serie di fatti, di numeri e di date oppure ancora la semplice narrazione delle ‘gesta di alcuni grandi’, ma è piuttosto l’insieme delle vicende vissute da persone reali e comuni: Quello che è accaduto allora, è ancora vicino e ricco di insegnamenti oggi”. “Ma noi siamo qui per la parola – ha proseguito – elemento grandioso che ci permette di abbattere ostacoli: la parola è veicolo di conoscenza, di affetti, di salvezza e di Memoria”.

Durante l’incontro i ragazzi hanno avuto modo di raccogliere le testimonianze di altre due donne, vissute ai tempi della dittatura fascista: Marisa ed Enrichetta Casiraghi. Le donne hanno raccontato di quegli anni di privazione, di miseria e di paura: “Ogni volta che si sentiva la sirena dell’allarme si viveva con la percezione che potessero essere gli ultimi momenti di vita” ha raccontato Marisa Casiraghi.Quando vedo oggi in televisione le scene di guerra, di distruzione e di macerie mi ritorna in mente la mia terribile esperienza – ha proseguito Enrichetta -.Durante la guerra si era talmente abituati a convivere con le notizie di morti, che non mi facevano più impressione”.

Il momento più toccante si è avuto quando ha preso la parola Venanzio Gibillini, che ha raccontato del suo arresto avvenuto nel luglio del ‘44, del viaggio e dell’arrivo nei campi di concentramento, della prima lettera, scritta circa 20 anni fa, dopo 55 anni di silenzio, in cui affermava di “non avere più nel suo cuore né rabbia né rancore, ma che quello che è stato vissuto è stato disumano e che, se si può raccontare, non ci sono parole adatte ad esprimere la sofferenza e le umiliazioni di quegli anni”. 

A conclusione dell’evento sono saliti sul palco il presidente del CCRR, Leonardo Pische, assieme ad alcuni membri del Consiglio che, a nome di tutti gli studenti, hanno consegnato le pergamene ‘Impegno Testimone’ a tutti gli ospiti dell’incontro, con una promessa: mantenere vivo il ricordo di quanto appreso. Il significato delle pergamene lo spiegano le insegnanti Belluschi e Varisco: “Con queste pergamene si effettua un passaggio di testimone. I ragazzi della Scuola Media, che saranno gli uomini del domani, sono gli ultimi ad aver la possibilità di parlare con testimoni diretti di eventi storici che hanno segnato e cambiato la storia del mondo e dovranno a loro volta essere i Portavoce di quello che hanno appreso per far sì, per quanto possibile, che certi errori non si ripetano più”.

Infine, il sindaco Eugenio Comincini si è rivolto direttamente ai ragazzi, dicendo: Questi episodi ci insegnano a dare il giusto valore ai rapporti con l’altro e ai rapporti con il diverso. Quando questi valori non ci sono più si verificano queste crudeltà”.