Per il secondo incontro del ciclo di aperitivi letterari organizzato dalla biblioteca di Carugate, l’oratorio Don Bosco ha ospitato Mariapia Veladiano, scrittrice, giornalista e preside a Vicenza dove è nata e cresciuta.
Una location di certo non casuale, dato che l’autrice dopo una laurea in Filosofia a Padova, vanta un Bacellierato in Teologia e la Licenza in Teologia Fondamentale ottenuta presso l’Università Lateranense in Roma. A 6 anni dall’uscita del suo primo romanzo, ‘La vita accanto’, che nel 2010 le è valso il primo posto al premio Italo Calvino ed il secondo al premio Strega, oggi Mariapia è una scrittrice affermata al suo settimo libro (l’ottavo è già pronto!), e collabora con grandi testate come La Repubblica e Avvenire.
Durante l’incontro, in cui le domande del bibliotecario Corrado Alberti si sono alternate alla lettura di alcuni passi da parte del Gruppo di Lettura della biblioteca, la scrittrice si è raccontata spiegando l’origine di alcune delle sue storie, il suo metodo di lavoro ed il riscontro dei suoi libri con il pubblico. “Il mio primo romanzo è nato dalla mia esperienza di insegnante – ha spiegato la Veladiano – Nel mondo della scuola, fatto di sguardi indagatori ed insicurezze, ho intercettato negli anni il dilagare fra i ragazzi di una tristezza crescente ed immotivata riguardo il loro aspetto estetico. Quello sguardo giudicante era lo stesso che anche io avevo subito al liceo. Da qui è partita l’idea di ‘La vita accanto’ una vera e propria storia di riscatto sotto questo punto di vista”. È cosí è stato interpretato questo primo libro che le ha portato il successo e che è stato adottato quasi come un manifesto dai militanti contro i falsi canoni di bellezza della società giudicante.
Per il secondo romanzo di cui sono stati letti dei passi, ‘Il tempo è un dio breve’, la scrittrice vicentina ha invece optato per temi forti ed universali più intrecciati ai suoi studi teologici, come quello del male, della paura, della fede e del rapporto con Dio.“Un libro impegnativo che mi ha tenuta occupata, nel complesso, per ben 12 anni. Molto diverso dal precedente, e che forse è stato accolto quasi con una certa delusione, ma a cui io tengo molto”.
Di nuovo grande successo invece per l’ultimo romanzo pubblicato nel 2016, ‘Una storia quasi perfetta’ che ha vinto il premio Scrivere per Amore e il premio Viadana. Anche questa volta, come nelle precedenti storie, la protagonista è femminile e l’andamento è molto musicale, come conferma la Veladiano stessa: “Per me l’uso delle parole è la parte più difficile, cerco continuamente il ritmo dentro al testo rileggendo tutto quello che scrivo ad alta voce. Penso sia il suono delle parole ad imprimere il tono alla narrazione.”
Per concludere la scrittrice e teologa ha messo in chiaro la sua idea di scrittura: “Ritengo che ci sia più teologia e filosofia nella narrativa che non nei saggi, perchè la narrativa è un po’ come la vita: lascia degli interrogativi, degli spiragli aperti e non chiude mai definitivamente il cerchio.”