BUSSERO
UNA BORSA DI STUDIO PER RICORDARE I 100 ANNI DI PIETRO MARCHESI, CITTADINO VIRTUOSO

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Sono già passati 100 anni dalla nascita di Pietro Marchesi, busserese classe 1917, un uomo che ha dedicato tutta la vita al paese in cui è nato e che amava molto. Vuoi per combinazione, questo è anche l’anno del 40esimo dall’uscita del suo primo libro ‘Bussero raccolta di notizie storiche’, frutto di tre anni di lungo studio e ricerca per raccogliere aneddoti, eventi, ricette e curiosità su Bussero, attingendo dagli archivi comunali e parrocchiali. Una tale occasione non poteva passare inosservata, ed infatti le sue due figlie, Vilma e Domitilla, hanno indetto una borsa di studio in suo onore da donare ai ragazzi di terza media che, riusciranno meglio a ricordarlo attraverso un elaborato.

CHI ERA PIETRO MARCHESI
“Un uomo semplice, onesto e di grande cuore che ci ha lasciato un’immensa eredità morale –cosí lo ricorda la figlia Domitilla- Mio padre ha fatto veramente tanto per questo paese, e lo dimostra il fatto che, tutt’oggi, a 30 anni dalla morte, c’è ancora gente che mi ferma per strada ricordandomi tutte le cose buone che ha fatto mio papà”.

Pietro Marchesi infatti, era attivissimo e in paese lo conoscevano proprio tutti. Fra le numerose attività in cui si impegnò possiamo ricordare la fondazione  dell’associazione Combattenti e Reduci e dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), la creazione di un centro prelievi in paese, l’impegno attivo nell’asilo cattolico, la valorizzazione delle feste tanto paesane quanto nazionali e, addirittura, la nomina a Cavaliere al merito della Repubblica da parte del presidente Saragat.

Un uomo colto per i tempi che correvano, che aveva fatto le superiori e che, proprio per questo, era entusiasta di mettere la propria cultura al servizio degli altri laddove ne aveva la possibilità. “Faceva una sorta di costante volontariato – ricorda ancora Domitilla-  era sempre disponibile per i compaesani nelle commissioni più varie: li accompagnava a Milano per fare i passaporti, li aiutava nel riscuotere la pensione, leggeva le ricette del medico a chi non sapeva farlo”.  Un amante dei giovani e dell’innovazione ma allo stesso tempo attento al valore delle tradizioni del suo paese, tant’è che molto spesso ripeteva il suo motto “Guardare al futuro ma con un occhio al passato”.

Una storia la sua che comunque non mancò di periodi più bui, come quando fra il 1943 e il 1946 fu deportato nel campo di concentramento di Dachau dove, sapendo scrivere, fu fortunatamente impiegato nei lavori di ufficio, come ha raccontato in un piccolo diario lasciato alle figlie e scritto in quegli anni di sofferenza. Esperienza dalla quale uscì sicuramente più forte e che gli fece affrontare la malattia dei suoi ultimi anni con grande coraggio e resistenza, continuando a ripetere anche alle sue figlie: “Dopo il buio c’è sempre un po’ di luce”.

L’ASSEGNAZIONE DELLE BORSE DI STUDIO
“Abbiamo chiesto agli alunni di terza media di ricordare la figura di Pietro Marchesi per quello che ha fatto e, con lui, anche quegli angoli suggestivi di Bussero, rievocati nel suo libro, che molti dei giovani ragazzi magari nemmeno conoscevano – ci ha spiegato Domitilla Marchesi – i 65 partecipanti per ora stanno lavorando benissimo e ci hanno già inviato parecchi loro disegni, con le tecniche più varie, su cui hanno anche riportato frasi del libro da lui scritto.” Gli alunni infatti, a partire da ottobre scorso, dopo aver letto il libro di Pietro Marchesi in classe ed aver ripercorso un po’ il suo impegno per Bussero, dovranno cercare di interpretare il suo pensiero e trasmettere quello che il libro ha suscitato in loro.

Per la precisione l’anniversario cadrà il 2 aprile e quindi, proprio in quella data avverranno le premiazioni che consistono in due premi da 50o euro, rispettivamente per un ragazzo ed una ragazza, oltre a 3 premi minori e ad un omaggio per tutti i partecipanti.

La commissione di 3 giurati è composta da personaggi che hanno avuto uno stretto rapporto con Pietro e lo ricordano con affetto. Fra di loro l’ex sindaco Aldino Galli, con il quale Marchesi si trovò in un confronto continuo e fruttuoso, avendo i due vedute molto diverse sul futuro del paese; la signora Maria Rusnati, sua accompagnatrice durante la presentazione del libro nelle scuole di Bussero ed infine Clementino Galbiati un busserese doc, amante del teatro tradizionale in dialetto e un personaggio che ha sempre coinvolgere i cittadini alla vita di paese. “Ci sono sembrate le tre persone che meglio potranno giudicare con il cuore” ha commentato la figlia.