Costi elevati, quesito poco chiaro e deresponsabilizzazione: queste le principali criticità individuate dall’Amministrazione che ha esposto il proprio parere sullo strumento del referendum, in risposta all’apertura della campagna di raccolta firme per la richiesta del referendum consultivo sulla questione dell’ampliamento Carosello, indetta da Carugate in Movimento e a cui è accorsa gran parte della cittadinanza (ne avevamo parlato qui).
Come si legge anche in alcuni manifesti appesi in paese negli spazi riservati alle forze politiche, Pro Carugate è stata chiara: “Ribadiamo che lo strumento di un referendum consultivo sia alla meglio inutile e alla peggio dannoso.” In primo luogo, sono stati messi in evidenza i costi e l’impegno che un’iniziativa del genere richiede: “Il costo del referendum si aggira intorno ai 30.000€– ci dicono da Pro Carugate – poiché, essendo organizzato autonomamente, dovrà essere pagato dal Comune. Per farlo non solo verranno usati i soldi di tutti i cittadini carugatesi, ma sarà necessario anche attuare tagli ad altre spese di pubblica utilità. Inoltre l’organizzazione del referendum impegna il personale dipendente del Comune, rallentando così il lavoro degli uffici e di tutta la macchina comunale”
A lasciare qualche dubbio all’amministrazione è anche il contenuto del quesito referendario, a loro detta volutamente vago e troppo poco chiaro perchè “non riguarda la volontà o meno dei cittadini di concedere l’ampliamento di un centro commerciale ma chiede di ritirare l’atto di indirizzo approvato in Consiglio Comunale. Quest’ultimo è stato però un passaggio (peraltro non obbligatorio) necessario solo all’apertura di un tavolo di trattativa con i soggetti coinvolti. Se l’esito della trattativa non è soddisfacente, e se non vi saranno importanti ricadute positive su Carugate, il Comune potrà rifiutare la proposta avanzata da Eurocommercial.” Per Pro Carugate poi, uno strumento del genere impedirebbe all’amministrazione, costretta a ‘scendere in campo’ apertamente, di valutare la questione nel modo più obiettivo possibile e, quindi, ne risulterebbe cosí fortemente indebolita.
Infine, dal Comune hanno fatto appello anche al proprio ruolo che richiede “obbligatoriamente una assunzione di responsabilità da parte di chi è stato scelto sette mesi fa per amministrare Carugate e che ha tutti gli strumenti per poter effettuare le dovute considerazioni” e per aggirare il rischio di banalizzare il tema nelle limitazioni di un secco voto referendario, senza la possibilità di approfondire le varie sfaccettature che il problema presenta. “Non per svilire il ruolo dei cittadini, che devono essere informati e devono poter dire la loro (come peraltro è stato fatto nei mesi precedenti) ma, poiché la questione tiene conto di tanti fattori quali situazione del bilancio comunale, possibilità di lavoro, compensazioni, entrate ed ipotesi future”.