COLOGNO MONZESE
13 ORE DI CONSIGLIO COMUNALE: PROTESTE, TENSIONI E CORTEI

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All’ordine del giorno del consiglio comunale dell’8 febbraio, si leggevano ben 11 punti da discutere tra cui quello sul bilancio. In aula però, le proteste si sono susseguite, prima quelle di cittadini, studenti e insegnanti della Scuola d’Italiano per stranieri e del Centro Donne, e poi quelle dei dipendenti comunali (qui). Ne è così venuta fuori una seduta durata 13 ore, dalle 15.00 alle 4.18 di notte, con diverse interruzioni e non pochi momenti di forte tensione tra cittadini e consiglio.chiusascuola06

La prima vera protesta è partita alle 14.30 dalla palazzina di via Milano dove studenti, insegnanti, volontari della Scuola d’Italiano e singoli cittadini, sono partiti in marcia con cartelli e bocche bendate da fazzoletti rossi, per una protesta silenziosa che chiedeva all’amministrazione di non chiudere il centro a partire dal prossimo giugno (qui e qui la storia). Va detto subito che la scelta dell’amministrazione non è cambiata e che la mozione portata in consiglio dalla minoranza per evitare la chiusura, è stata bocciata. Il centro quindi terminerà la sua attività con la fine del prossimo maggio.

LA SCUOLA CHIUDERA’, NESSUNA MARCIA INDIETRO DALL’AMMINISTRAZIONE
A riguardo ha preso posizione anche il sindaco, per la prima volta ufficialmente, con un intervento quando ormai erano passate abbondantemente le 3.00 del mattino, dopo aver ricevuto intorno a mezzanotte una piccola delegazione di studenti e insegnanti, in aula dal pomeriggio per restarci fino all’ultimo. “Nessuno di noi crede che questa non sia una struttura importante che è stata innovativa e ha contribuito ad un’integrazione corretta –ha spiegato Rocchi– Però nel nostro programma questa realtà non è contemplata e io tengo conto di ciò per cui sono stato votato. Se questa scuola vuole restare a Cologno magari troverà spazi privati sfitti dove potersi collocare. Noi partiremo con l’integrazione nelle scuole nella direzione verso cui sta lavorando l’assessora Perego, secondo un disegno educativo che deve durare nel tempo, è una scelta che sposo e non voglio tornare indietro”.

Anche l’assessora Dania Perego ha ribadito con fermezza la sua visione, rivendicando il diritto a portare avanti una precisa linea politica per la quale è stata votata: “Noi rinnoveremo il vecchio protocollo con il CPIA scaduto il 31 dicembre, così da consentire a chi è iscritto di sostenere l’esame di maggio, ma non firmeremo la nuova proposta perché vogliamo che quella sede sia destinata a progetti che trasversalmente servano tutta la città e non solamente una piccola parte -spiega ora Perego- Abbiamo già delle idee che al momento sono tutte in costruzione però. Gli iscritti al centro comunque, potranno usufruire di medesimi servizi distribuiti su diverse associazioni operanti nella nostra città”. L’assessora si riferisce principalmente al corso d’italiano gratuito attivato dalle ACLI di San Giuliano dal 4 febbraio il sabato mattina, corso che abilita all’esame necessario per l’attestazione delle conoscenze indispensabili al rilascio del permesso di soggiorno, ma che non consente di sostenere l’esame a Cologno, cosa che invece era possibile presso la Scuola di via Milano.

Un progetto nuovo per tutte le categorie sociali di cittadini dunque, e il dirottamento dei 40.000 euro per attività di mediazione culturale nelle scuole, che anche se obbligate a condurre autonomamente progetti di questo stampo, “vanno sempre sostenute con ulteriori supporti di mediazione –aggiunge Perego- Già nel 2016 destinammo dei soldi per questa ragione, e anche nell’attuale DUP ripresenteremo stessa proposta. Era nel nostro mandato elettorale del resto, e ne restiamo fedeli”.

LA QUESTIONE SPIEGATA IN BREVE
Inizialmente la scelta di chiudere era attribuita dall’assessora alla Cultura, all’eccessivo investimento (i famosi 40.000 euro) a carico del comune per un servizio che ha più volte definito “destinato ad una piccola fetta di popolazione“, e per attività “che si potrebbero redistribuire nelle diverse associazioni che svolgono gli stessi percorsi gratuitamente sul territorio“, ora la questione è completamente mutata. La scuola infatti potrebbe diventare punto CPIA per l’elargizione del servizio, finendo così a carico del CPIA stesso e chiedendo quindi al comune solamente le spese per la sede comunale dove ad ora è alloggiato il centro.

LE RICHIESTE DELLA SCUOLA
Da qui il desiderata della protesta: poter continuare ad usufruire della sede visto che al comune spetterebbero solo le spese correnti che per qualsiasi altra associazione ubicata in quei locali, andrebbero comunque sostenute.chiusascuola02

Ogni anno mettiamo sul tavolo 600 ore di lezione, 100 ore per ogni corso, organizzando su due giorni alla settimana ben 8 corsi che consentono di accedere all’esame per ottenere le competenze necessarie per essere cittadini in regola –ha spiegato Costanza Bargellini, insegnante e responsabile della scuola- L’assessora prende come riferimento per le iscrizioni solo quelle del modulo di ottobre e dicembre, ma si dica almeno che nell’anno solare 2016 abbiamo accolto iscrizioni per 221 utenti, e che solo a gennaio si sono già iscritti 117 corsisti, e parliamo solo della scuola d’italiano, se aggiungiamo le 81 iscritte del centro per le donne, arriviamo a circa 300 persone nel 2016“.

LA POSIZIONE DELLA MINORANZA: NON SI CHIUDA LA SCUOLA
Arrivati in Villa Casati i manifestanti hanno trovato largo appoggio dalla minoranza, che compatta ha chiesto al consiglio di chiusascuola05votare la mozione sulla scuola spostandola da ultimo punto all’ordine del giorno al sesto posto, consentendo così ai cittadini di poterne discutere in tempi ragionevoli. Ricevuto voto contrario, il punto in questione si è discusso intorno alle 4.00 del mattino in un clima di infuocato confronto tra opposizione e maggioranza.

“Se chiudete questa scuola vi assumete la totale responsabilità di eliminare un servizio e lasciare a casa 13 donne che lavorano –ha spiegato il capogruppo PD CocciroDal momento che il Ministero della Pubblica Istruzione vi dice che se ne farà carico (nda: il CPIA è emanazione del ministero) voi decidete di chiudere un’eccellenza pur senza costi, e se è così, questo è razzismo”.

Loredana Verzino di CSD, la quale più volte nelle commissioni preposte aveva sollevato la questione facendosi carico delle chiusascuola03istanze della scuola, è intervenuta così in consiglio: “Nel momento in cui avete visto quei locali avete deciso evidentemente di volerne fare altro, e avete deciso di sloggiare la scuola, l’informagiovani, il centro interculturale delle donne, e questa cosa mi sconvolge ancora di più dato che l’assessora Perego ha delega alle Pari Opportunità. Per non parlare del fatto che il CPIA era disposto ad attivare servizi per tutta la città, compreso un progetto di rete con le associazioni e un percorso contro la dispersione scolastica”.

Anche Monica Motta del Movimento 5 Stelle, ha preso netta posizione sulla vicenda: “Se è una scelta politica, allora ognuno in maggioranza dica apertamente davanti a tutti qual è la vera ragione di questo rifiuto: siete della Lega e non volete questo servizio che è per la città e per i cittadini, e lo dicano anche gli altri capigruppo. Non siete stati chiari nemmeno con gli studenti. Noi siamo per la cultura e l’integrazione”.

LE RAGIONI DELLA PROTESTA E LE POSSIBILITA’ FUTURE
I manifestanti hanno portato a sostegno della propria testi una serie di motivazioni, tra le quali spicca il percorso di rete svoltoIMG_1609 nella città e per la città. Si parla di altre associazioni locali come se fossero un’alternativa a noi, ma in realtà noi siamo complementari, con queste associazioni abbiamo sempre costruito rete: con Progetto Artemisia, Creare Primavera, gli Scout, l’ottimo sportello stranieri delle ACLI, il gruppo Cittadini Per La Salute, gli storici locali. E’ un servizio prezioso questo, che non ghettizza come dicono, ma al contrario apre all’integrazione“.

Con le altre realtà del territorio dunque, la scuola collabora, ma i docenti non vogliono che venga equiparata ad un comune corso d’italiano qualsiasi, anche per il calibro stesso dei professionisti che ci lavorano, docenti che hanno redatto un libro di testo per la didattica diffuso su scala nazionale in diversi CPIA. Bargellini stessa inoltre, insieme a Silvana Cantù, ha collaborato con Fondazione Ismu di Milano traducendo la Guida all’Autovalutazione per gli enti erogatori di corsi di lingua per migranti adulti, su richiesta diretta del Dipartimento delle Politiche linguistiche del Consiglio d’Europa di Strasburgo e di Eaquals, l’ente europeo per la certificazione di qualità delle scuole di lingua, conducendo la sperimentazione in Italia presso 9 scuole di Lombardia e Toscana.

Protesta chiusa quindi, ed inizierà ora la ricerca di un’altra sede in loco, cosa non semplice da trovare.