Alle 15.30 dell’ 8 febbraio, mentre si svolgeva un consiglio comunale già carico di tensione per la protesta contro la chiusura della Scuola d’Italiano per stranieri e Centro Donne, ai cancelli di Villa Casati sono arrivati con bandiere e megafono anche i dipendenti dell’ente. Saliti in sala consiliare, i lavoratori in stato di agitazione non hanno esitato a far sentire la propria voce, chiedendo a più riprese di poter essere ricevuti dai capigruppo di entrambi gli schieramenti per discutere della riorganizzazione del personale.
LA PROTESTA DEI DIPENDENTI E LA TENSIONE IN CONSIGLIO
Sono seguito momenti di tensione, con la rappresentante sindacale CGIL Alexandra Bonfanti allontanata su richiesta del Presidente del Consiglio Fabio Della Vella, cui sono seguite proteste veementi al grido di “vergonga, vergogna“, in un clima che il Comandante della Polizia Locale Silvano Moioli è riuscito poi a contenere con buon senso. Intorno alle 18.00 i lavoratori sono stati ricevuti, ma l’invito è stato colto solamente dai capigruppo di minoranza, con i quali è stato fissato ulteriore incontro per ragionare sugli eventuali effetti che tale riorganizzazione può avere sui servizi per la cittadinanza.
Oggetto del contendere è appunto la riorganizzazione del personale operata dalla Giunta con effetto immediato a partire dal 10 gennaio, messa sotto i riflettori dai dipendenti non tanto per questioni di legittimità “altrimenti saremmo andati in tribunale e invece siamo andati dal prefetto, anche se il tentativo di conciliazione obbligatoria non si è concluso in nulla”, ha spiegato Alexandra Bonfanti ai capigruppo, “quanto per questioni di opportunità“.
Le rappresentanze sindacali, ad esclusione del CSA, lamentano la totale mancanza di preavviso di tale provvedimento, il nullo coinvolgimento delle parti e la mancanza di formazione per dipendenti che andranno a ricoprire incarichi mai svolti prima. “Eravamo stati informati relativamente alla macro riorganizzazione delle aree dirigenziali, ma non rispetto alla micro riorganizzazione e agli spostamenti dei dipendenti. Anzi, alcuni impiegati avevano avanzato richieste di trasferimento che non sono state accolte, e in 20 si sono invece trovati ricollocati -ha proseguito Bonfanti- Ora, non c’è nulla di male o di illegittimo, può farlo l’amministrazione, ma quanto meno deve esserci un precedente coinvolgimento delle parti in causa, un preavviso e una formazione adeguata, altrimenti a rischio vi è la tenuta dei servizi.”
Il concetto sostenuto dai dipendenti, è che se un lavoratore da anni dedicato ad un incarico, si trova a rivestirne un altro che non ha mai ricoperto senza una formazione adeguata, potrebbe non svolgere nel modo migliore la sua funzione, creando intoppi alla macchina comunale e quindi a cascata ai servizi per i cittadini. A lamentare la situazione pare esserci anche un documento dell’assemblea dei dirigenti: “Anche loro esprimono dure critiche per il fatto di non essere stati coinvolti nel processo riorganizzativo -ha spiegato la rappresentante sindacale nella seduta con i capigruppo- e nel loro documento utilizzano addirittura il termine di ‘trasferimenti punitivi’. Per quanto ci riguarda non riusciamo nemmeno a capire certi slittamenti come quello dell’area dei Servizi per l’Infanzia sotto il comparto Finanziario. Di certo non vogliamo che ci sia ingerenza politica nell’organizzazione della macchina comunale“.
In tutto questo mancava la voce del CSA, che già a gennaio aveva preso le distanze dagli altri sindacati, spiegando come la riorganizzazione fosse frutto diretto di un accordo siglato da CGIL, CISL e parte della RSU con la parte pubblica, che vincolava l’erogazione del fondo di produttività alla riorganizzazione della macchina comunale. Per questo allora CSA non firmò l’accordo, contrariamente alle altre sigle.
IL PROBLEMA INFORMAGIOVANI. ASSESSORE ROSA: “SARA’ UN SERVIZIO SUL WEB”
Relativamente ai servizi, i primi dubbi sono quelli legati all’ Informagiovani Eta Beta e all’ asilo nido di via Boccaccio. “Io ero responsabile dell’ Informagiovani e sono stato spostato da un giorno con l’altro -ha spiegato Claudio Resentini– da ieri anche le altre colleghe sono state trasferite e quindi ad ora il servizio non ha personale“.
A proposito è l’ assessore Simone Rosa neo acquisto della giunta con deleghe alle Politiche Giovanili, a spiegare l’idea che sta dietro: “La volontà è quella di creare un Informagiovani fruibile in tutti i suoi servizi e documenti via web, che è poi il luogo prescelto di comunicazione dei giovani che avrebbero bisogno di quel tipo di offerta. Quindi questa è l’idea, non smantellarlo come servizio, ma renderlo dematerializzato e disponibile online“. La risposta di Resentini è secca: “Non riesco a capire come si possa dematerializzare un servizio che per storia e definizione è basato sulla relazione interpersonale. Mi limito a dire che non capisco”.
QUESTIONE NIDO DI VIA BOCCACCIO. ASSESSORA PEREGO: “LA CHIUSURA DI UN’AULA E’ SPERIMENTALE”
Saputo invece della non accettazione delle iscrizioni presso il nido di via Bocacccio, i dipendenti hanno ulteriormente aguzzato le orecchie: “Vogliono chiuderlo? Ci dicano qualcosa” hanno detto a più riprese. In realtà non si parla di chiusura totale, ma della chiusura di un’unica sala del nido e in via sperimentale, con lo spostamento delle educatrici dipendenti del comune al nido di viale Emilia, senza nessuna perdita di posti di lavoro o cambio mansioni. “Boccaccio ed Emilia sono gli unici nidi a gestione comunale -ha spiegato Dania Perego– Solamente che in via Emilia parte del personale mancante è coperto con esterni che sono un costo notevole per il comune con quasi 380.000 euro. Se spostassimo il personale di Boccaccio in via Emilia, la struttura potrebbe reggersi da sola senza esterni”.
E i bambini che non andranno quindi al Boccaccio ? L’idea del comune è di ampliare la capienza degli asili non comunali, come Taormina e Battisti, che al momento accolgono meno iscritti di quanto potrebbero. Battisti potrebbe ospitarne 66 ma ne ospita 41 perché attende la fine dei lavori in un’aula, Taormina invece potrebbe accoglierne 54 ma ne ospita 36 per mancanza di fondi, alla quale il comune dovrebbe quindi provvedere per avere piena capienza, cosa fattibile stando all’assessora: “In questi asili il comune copre la differenza tra le rette e il costo a bambino, ma è comunque un costo meno oneroso che quello attivato per pagare il personale esterno -ha affermato Dania Perego– Comunque abbiamo già incontrato le educatrici e mi sembra che l’incontro sia stato positivo. E’ chiaro che questa è una prova in via sperimentale, e importante è che non si creino liste di attesa la dove non ce ne sarebbero. Vediamo come va”.