VIMODRONE
“RITORNO AL SOCIALE”. BRESCIANINI NON SI RICANDIDA ALLE ELEZIONI

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Un politico nel senso comune del termine, militante e partitico, Antonio Brescianini non lo è mai stato. Di estrazione sociale, con un passato nelle ACLI e una formazione politica nata nel segno del Cardinal Martini e saldamente radicata nell’associazionismo, l’attuale sindaco di Vimodrone ha comunicato che la sua esperienza politica può fermarsi qui, per lo meno come amministratore della cosa pubblica, ruolo che ha rivestito per 15 anni, di cui 10 come assessore (3 come vicesindaco) e cinque da sindaco. Non sarà quindi il volto del centrosinistra alle prossime elezioni.

Dal sociale sono arrivato, e nel sociale tornerò. La politica non è una professione, non la si fa a vita e non si resta attaccati alla poltrona ha comunicato con serenità durante una conferenza stampa. “Continuerò a lavorare per la comunità nell’associazionismoTutto ciò che ho fatto l’ho sempre fatto basandomi sull’ascolto e il dialogo. Mi sono ora accorto che il sociale è il terreno più fertile per ascoltare e rintracciare le esigenze dei giovani, delle persone, cosa che invece resta un pochino lontana dai partiti, meno in grado ora come ora, di fare proprie queste istanze. La politica è la più alta forma di carità se è fatta nell’ottica del servizio, come diceva Martini, e così continuerò a fare politica, formazione politica in particolare, ma nell’ambiente delle associazioni, accanto alle persone“.

Nei suoi anni da assessore e in quelli da sindaco, questo volto politico di Brescianini ha in qualche modo preso corpo in azioni pratiche. La strada provinciale Mirazzano – Vimodrone, chiusa per oltre 40 anni, durante il suo assessorato ha visto vita nuova, così come le case di via Fiume sono state ricostruite e rese maggiormente capienti, in grado di dare alloggio a più famiglie, solo per citare due opere concrete di quel tempo. Brescianini è anche il primo cittadino con le spese di rappresentanza rasenti praticamente lo zero, e che come prima scelta decise con la sua giunta, di rinunciare al 10% del suo compenso sino a fine mandato, per creare un fondo disoccupazione usato poi per famiglie in difficoltà, fondo cui si aggiungono parte dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali aderenti. “Abbiamo fatto molto, avrei potuto fare di più forse, ma se questo fare di più avrebbe comportato passare sopra ai miei principi di responsabilità, legalità e trasparenza, allora so contento di non averlo fatto”.

Così il sindaco, che non ha scordato alcune delle cose di rilievo della sua amministrazione, e che probabilmente ribadirà in un bilancio di fine mandato. “Abbiamo completato il nuovo municipio non senza peripezie, e così la nuova biblioteca -ha spiegato- abbiamo completato la ciclabile tra San Giuseppe e il centro, ottenuto importanti finanziamenti per l’abolizione delle barriere architettoniche della metropolitana e la riqualificazione di zone chiave della nostra città (qui); abbiamo risolto un’emergenza nell’area degli ex giostrai, attivando la società civile, le parrocchie e le associazioni affinché si operasse insieme integrazione, e ci siamo riusciti. Non posso nemmeno dimenticare l’arrivo in città in pianta stabile della Guardia Medica per i comuni del 3° distretto, e tutte le azioni sulla viabilità che hanno creato inizialmente malumori e ora hanno garantito meno traffico e meno incidenti, alla stregua dell’ Ecuosacco, partito tra le polemiche, e ora con risultati così importanti da farci sperare bene per il raggiungimento dell’80% di rifiuti differenziati. E come dimenticare le politiche per la legalità e contro il gioco d’azzardo, preventive e risolutive ancor prima che ci fosse una legge regionale a riguardo.”.

E’ orgoglioso Bresciani del lavoro svolto dalla sua squadra, dai suoi assessori, dal suo periodo come primo cittadino, ma ciò nonostante non si candiderà e non sarà il volto del centrosinistra alle prossime elezioni primaverili. “E’ una decisione maturata nel tempo ovviamente e non improvvisa. Stiamo vivendo il male del secolo, il protagonismo, quando invece bisognerebbe proprio ora mettersi al servizio del bene comune. Per questo ritengo chiusa qui la mia esperienza da amministratore pubblico, e forse i miei se lo aspettavano anche” così spiega la sua riflessione il sindaco, che chiude con un rimpianto e un augurio per il primo cittadino del futuro: “Mi spiace solo di non essere riuscito a creare quella coesione sociale completa per cui tanto ho lavorato e che avrei tanto voluto. Mi auguro che chi arriverà dopo di me lavori sul coinvolgimento di tutti, per far sentire il Municipio la casa del cittadino, il luogo dove si può anche andare per chiacchierare col sindaco, a porte aperte, come ho sempre fatto con chiunque fosse venuto da me per qualcosa”.