“Vietare qualunque meccanismo di pronunciamento ai cittadini non è mai bello, soprattutto quando si tratta di un argomento di una certa rilevanza come questo che avrà parecchie ricadute di tipo economico, sociale e ambientale.”
Cosí si è espresso Paolo Molteni di Carugate in Movimento in risposta al no espresso dall’amministrazione e dal PD alla proposta di referendum consultivo sulla questione ampliamento Carosello (ne avevamo parlato qui).
Una battaglia contro l’ampliamento, che il consigliere di opposizione ha sempre seguito sin dai primissimi albori, congiuntamente alle azioni di protesta del Forum Ambiente Area Metropolitana Parco Est delle Cave. La via della consultazione popolare referendaria, ha trovato poco terreno fertile in consiglio, raccogliendo solo l’appoggio della Lega, registrando quindi una secca bocciatura che ha visto concordi PD e Pro Carugate.
“La proposta referendaria -ha spiegato Molteni- non è stata accettata anche perchè il testo non appariva appropriato, ma la nostra era un’idea più ampia riguardo il generale sviluppo commerciale del paese.” L’appunto mosso dall’amministrazione in effetti, si è focalizzato sulla formulazione del quesito, apparso troppo generico. Nella proposta, la domanda suggerita recitava: “Vuoi consentire l’ampliamento degli insediamenti commerciali nelle aree comprese tra la Tangenziale Est e la Strada Provinciale 121 del Comune di Carugate ?”. Una formula che, secondo l’amministrazione, indipendente da una vittoria del sì o del no, avrebbe dato modo di appoggiare, o contrariamente bloccare, qualsiasi tipo di ampliamento, a prescindere dal richiedente, dalla tipologia e dalle modalità.
Va detto che i contrari alla proposta referendaria, hanno inoltre sottolineato l’esborso economico di una tale iniziativa (i costi sulla base di alcune stime si aggirerebbero sui 30mila euro), e i disagi che potrebbero bloccare anche per mesi gli uffici comunali, a fronte di un validità limitata del referendum consultivo, dato che l’esito non sarebbe in alcun modo vincolante rispetto alle scelte. Certo è, che nell’idea di chi ha proposto, come Carugate in Movimento, il vincolo dovrebbe risiedere probabilmente nel rispetto della volontà espressa dai cittadini con il voto.
Anche per questo forse, la civica che risponde a Varisco e Molteni, pensa comunque di andare avanti in questa direzione, promuovendo una raccolta firme che consenta di ottenere comunque il referendum, e per farlo deve raggiungere almeno quota 1200 nominativi raccolti. “Noi di Carugate in Movimento abbiamo sempre inteso il referendum come una buona occasione per sviluppare un dibattito paritario – conclude Paolo Molteni – e continuiamo a ritenere che sia la strada migliore da perseguire, perché l’unica che possa portare veramente al dialogo”.
GAIA LAMPERTI
GIORGIA MAGNI