Non un unico evento, non solo il semplice, seppur importante, parlarne in classe, e nemmeno solamente i significativi cartelli e le grafiche esposte nel corridoio della scuola. Gli studenti dell’Istituto Superiore Leonardo Da Vinci quest’anno hanno fatto molto di più per riflettere sulla violenza di genere, e il teatro è stato un momento determinante in questo percorso.
A chiusura dei due giorni di riflessione infatti (del primo vi abbiamo parlato qui), è arrivato un emozionante spettacolo firmato da Tiziana Vaccaro (regista e interprete), “Terra di Rosa“, che in un appassionato monologo ha omaggiato la figura di Rosa Balistreri, una donna che ha vissuto il centro della sua vita nella Sicilia degli anni “50 e “60, una donna che ha camminato a testa alta attraversando la violenza e il pregiudizio, narrando le storie dei braccianti e dei contadini, ma soprattutto ergendosi a simbolo dell’emancipazione femminile in generale, e soprattutto in quella particolare terra del sud. “Più ricercavo notizie su di lei e più scoprivo che non era solo la voce nostalgica della terra siciliana -racconta l’autrice, anch’essa originaria della Sicilia- ma che era una figura dove la vita pulsava davvero, con un sentimento universale che è emblema per raccontare ognuno di noi. Era una donna rivoluzionaria in un tempo in cui le donne dovevano stare zitte ed ubbidire, ma ha sempre avuto forza di dire di no e non arrendersi, ed è la cosa he che più mi interessa e che spero che i ragazzi colgano, la necessità di lottare per le proprie idee nel rispetto di quelle altrui”.
Dunque la consapevolezza delle proprie idee, il senso della lotta per difendere il giusto, la dignità e la propria identità, parola quest’ultima su cui tanto sta lavorando il gruppo di docenti che porta avanti il Progetto Intercultura, del quale fa parte anche questa rappresentazione teatrale. Dopo anni in cui i docenti hanno voluto lavorare sul concetto di migrazioni, integrazione e arricchimento tra culture differenti, quest’anno l’intenzione è sensibilmente diversa sebbene non così differente nell’idea di fondo. “Abbiamo voluto aprire lo sguardo su condizioni di diversità in senso più esteso -ha spiegato Laura Sferch, docente del Liceo e membro della Commissione Intercultura orami da diversi anni- diversità di genere, di mentalità, di risorse, disabilità, diversità nell’osservare il mondo, nel percepire le emozioni o il dolore ad esempio. Per questo portiamo una riflessione sulla diversità di linguaggi anche, e sugli sguardi che dobbiamo avere rispetto alle cose che ci capitano accanto e che spesso non siamo in grado di leggere”.
Un’idea ambiziosa da proporre ad un gruppo di giovanissimi studenti di ben 18 classi aderenti al Progetto. Per questo è previsto anche il supporto di un antropologo, Giacomo Pozzi, il quale fornirà ai ragazzi uno strumento nuovo per loro, l’antropologia appunto, per passare al setaccio la realtà, il contesto in cui vivono, le relazioni che hanno o che potrebbero avere con gli altri: “Faremo un’uscita al Mercato Comunale di Milano proprio per mettere concretamente in pratica gli strumenti che l’antropologia ci offre -ha concluso Laura Sferch- È necessario capire che è il nostro sguardo che si deve modificare se vuole entrare in contatto con la complessità del mondo“.
Dunque, al di là delle ore di lezione e delle interrogazioni, c’è qualcosa di più che bolle in pentola nel percorso annuale degli studenti del Leonardo Da Vinci, un progetto per capire come comprendere meglio il proprio tempo oltre che il proprio luogo. E a lavorarci sono sei insegnanti della scuola, oltre alla Professoressa Sferch, anche le docenti Gabriella Gagliardo, Nadia Pasinelli e Maria Palmieri, e i Professori Salvatore Di Sergio e Vito Bruno, il quale non è membro a tutti gli effetti ma collabora attivamente agli eventi organizzati.
Appuntamenti ve ne sono altri a calendario, uno teatrale che immergerà le mani nel delicato tema della condivisione del dolore (spettacolo “Trottole” di Barbara Apuzzo), e l’altro invece che accompagnerà i ragazzi nella riflessione personale sul tema della casa, del viaggio e del sogno, attraverso dei laboratori condotti da Marzia Alati e dall’artista visivo senegalese Talla Sek, il quale sosterrà gli studenti nella realizzazione di alcune installazioni sui temi emersi durante il laboratorio. “Entrambi i progetti -ha concluso la Professoressa Sferch- confluiranno in una serata aperta al pubblico, che funzionerà da restituzione ai ragazzi del percorso svolto”.