Foto di copertina postata dal sindaco Eugenio Comincini
Si è riunita il 24 novembre presso il Pirellone la IV Comissione Attività Produttive per discutere della crisi dell’azienda Convergys. La multinazionale americana proprietaria dei call center, ha annunciato la chiusura della sede di Cernusco sul Naviglio ed il trasferimento nella sede di Cagliari. Ai 221 dipendenti attualmente impiegati in città, è stato offerto il trasferimento in Sardegna, ma sono molti, tra cui lo stesso Sindaco di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, a parlare di “licenziamento mascherato“, date le evidenti difficoltà di accettare un trasferimento tanto improvviso quanto forzato.
Presenti all’audizione, oltre a Comincini anche il Sindaco di Pessano con Bornago, Alberto Villa, l’Assessore di Pioltello, Simone Garofano e l’Assessore di Cassina de’ Pecchi, Tommaso Chiarella, uniti nel dimostrare solidarietà ai lavoratori impiegati nell’azienda, per lo più provenienti proprio da questi comuni e dal territorio del Nord Est Milano. Durante la seduta hanno preso la parola i Consiglieri Regionali Onorio Rosati (Pd), che ha proposto una “black list per chi non si comporta in modo responsabile”, ovvero, per le aziende che abbandonano la Lombardia attraverso modalità “scorrette”, e Lara Magoni (lista Maroni Presidente), la quale invece ha proposto degli incentivi per le “aziende virtuose” che decidono di restare in Lombardia. L’audizione non si è conclusa con toni sereni, dato che sono state avanzate minacce di azioni legali contro la Convergys.
Ma da dove è arrivata una tale decisione del colosso statunitense ? A seguito di uno studio di settore, la multinazionale ha evidenziato come la “Regione Italia” non starebbe più producendo il ricavato sperato. Da qui la decisione del C.d.A. di chiudere una delle due sedi italiane, Cernusco o Cagliari. La scelta è ricaduta su Cernusco, in quanto la sede di Cagliari presenta una reddittività maggiore, data soprattutto dal costo del lavoro: è una sede di dimensioni ridotte, in cui la maggior parte dei lavoratori ha un contratto “di formazione” o un contratto “atipico“, mentre i lavoratori a tempo indeterminato sono circa la metà rispetto a quelli della sede cernuschese, che tra l’altro vanta una maggiore anzianità.
Sulla base di questi dati, il responsabile UIL, Saverio Russo, che si sta occupando di seguire il caso dell’azienda parla di “licenziamento mascherato” per almeno due ordini di motivi: “In primo luogo è impensabile proporre un trasferimento così immediato a donne e uomini che hanno una famiglia, una casa ed una vita a Cernusco e sono così radicati nel territorio. Il secondo motivo -prosegue- è che l’intera procedura non sta in piedi: non è il costo della sede fisica a costituire il principale problema, quanto il costo del lavoro, cosa che non può certamente essere risolta da un trasferimento in toto dei lavoratori in una sede diversa. Anzi, questo farebbe addirittura aumentare la spesa destinata alla sede di Cagliari”.
Le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori dell’azienda, SLC, CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL, hanno tentato la strada del dialogo con l’azienda per cercare una soluzione di compromesso che permettesse di mantenere il posto di lavoro riducendone il costo, o quantomeno per fonire degli incentivi per gli ex lavoratori che si troveranno senza un posto di lavoro. Per entrambe le richieste, però, la risposta dell’azienda è stata negativa. Così, sono stati i lavoratori stessi a rivolgersi alla Regione Lombardia per convincere la Convergys ad aprire il tavolo delle trattative. “Non abbiamo intenzione di desistere –ha dichiarato Saverio Russo – ci rivolgeremo al Ministero dello Sviluppo Economico ed anche al Consiglio di Amministrazione della Convergys, per vedere cosa ci diranno”.
L’appoggio ai lavoratori viene anche dal Sindaco di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, che lo scorso 3 novembre si è unito ai lavoratori scesi in piazza per scioperare.