I libri si chiudono e le coscienze si aprono: il 25 novembre per l’Istituto Statale d’Istruzione Superiore Leonardo da Vinci non significa solo interrogazioni e compiti in classe. È un giorno diverso dagli altri, un giorno di riflessione condivisa poiché ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e professori e ragazzi lo sanno bene.
Sono trascorsi tre anni dalla prima collaborazione tra il Dirigente Scolastico Davide Bonetti e la professoressa Felicetta Calò, il cui impegno, con l’assistenza del professor Bruno, ha permesso anche quest’anno la realizzazione di uno spettacolo volto a sensibilizzare gli studenti sul tema doloroso della violenza di genere. Impronta forte è stata data anche dalle operatrici del Progetto Artemisia, presente su suolo comunale allo scopo di offrire uno spazio protetto di ascolto e accoglienza alle donne vittime di violenza.
Gli studenti si sono impegnati per portare sul palco dell’Istituto i loro lavori, tra interpretazioni vocali di donne vittime e dei loro aguzzini, fino ad arrivare a filmati creati per l’occasione e poesie. “Spesso sono i ragazzi stessi ad insistere per portare sul palco i loro progetti, è come se cominciassero a ragionare sul tema –racconta la professoressa Calò – abbiamo visto che si appassionano, che per loro è un modo di riflettere sull’iniziativa e questo ci sprona a portarla avanti”.
“Nel nostro Paese in media ogni 2 o 3 giorni un uomo uccide una donna perché non concepisce che appartenga solo a sé stessa” racconta un giovane studente, consapevole che le violenze avvengono soprattutto tra le mura di casa. Non solo violenza, però, ma anche sessismo e discriminazioni sul posto di lavoro e nelle zone di guerra: questi gli argomenti affrontati da alcune studentesse della scuola colognese.
Ma perché proprio la scuola deve impegnarsi in tal senso ? Lo ha spiegato il Preside Davide Bonetti: “Una svolta non può che arrivare da un cambiamento culturale, per le donne a non accettare alcuna sopraffazione maschile e per gli uomini ad iniziare a capire che la donna non è qualcosa che appartiene loro. In questo senso il compito delle scuole è decisivo, perché è qui che può accadere questa trasformazione culturale”.
Video e poesie quindi, ma anche metafore, perché è attraverso la fiaba di Cappuccetto Rosso ed un racconto derivante dal tragico attentato alle Torri Gemelle, che alcune studentesse hanno ricostruito l’identità di alcune figure femminili incapaci di ribellarsi e di liberarsi dalle proprie catene “Ci rifiutiamo di prendere un’uscita se non sappiamo dove ci porterà, soprattutto in situazioni di emergenza”, hanno recitato.
Uno spettacolo che ha visto i ragazzi dare il massimo, insomma, e che lascia ben sperare nel ruolo dell’istituzione scolastica come luogo di trasformazione positiva. Uno spettacolo dedicato alle donne del passato che non hanno potuto gridare, ma soprattutto a quelle del futuro che dovranno alzare la voce.
ELEONORA RIVA