“Nulla toglie il valore all’esperienza fatta. Dispiace, non possiamo nasconderlo, ma tornare a lavorare è la migliore risposta che possiamo dare“. Sono queste le parole dell’assessore alla Promozione di attività Culturali e Giovanili, Nicola Basile, dopo aver scoperto gli atti vandalici che hanno rovinato e distrutto parte del piccolo complesso giochi di piazza Giovanni XXIII.
I giochi per bambini installati in quello spazio grazie al lavoro sinergico di associazioni, giovani, scuole e cittadini volontari, sono durati meno di 24 ore, dall’8 ottobre, termine dei lavori, al 9 ottobre, giorno in cui si è scoperta la spiacevole vicenda. Un’enorme delusione è l’unica sensazione che si prova nell’osservare che mentre parte della cittadinanza si attiva e partecipa alla presa in cura della propria città, un’altra parte si diverte sistematicamente a rovinare e demolire. Varrà la pena fare una riflessione sociale su questi fenomeni che non colpiscono certo solo Gorgonzola, ma che sono triste quotidianità un po’ in ogni città.
A Gorgonzola però, questo spazio giochi ha il sapore di una comunità che si racconta, proprio perché la sua realizzazione fa parte delle “microtrasformazioni” messe in campo appunto da “Storytelling – Narrazioni di Comunità” (ve ne abbiamo parlato qui), che si propone come laboratorio dei processi partecipati, che aggregano al comunità mettendola in gioco anche nella realizzazione di piccole opere per la città “grazie a un confronto e a un’operatività fra cittadini e istituzioni“, come fanno sapere dal comune.
In questo caso, si sono visti all’opera l’ Associazione Lavoro e Integrazione ONLUS, il Centro di Aggregazione Giovanile GATE23, che ha smontato la vecchia struttura supportato dal laboratorio di falegnameria Giovanni Sofia, e ha poi proceduto con la pulizia, il carteggio, e la pittura. L’ultimo pezzo di lavoro, è andato in carico a cittadini volontari e ragazzi di 2°B della scuola media di via Mazzini, che accompagnati dal prof. Mauro Mangiarotti, hanno rimontato i giochi e colorato al recinzione.
Ora quasi tutto è da rifare, i vandali hanno rovinato non solo una struttura ma anche il tempo e il lavoro di gruppo, con un duplice danno privo di senso.