A luglio era stato il Movimento 5 Stelle Melzese ad alzare il livello di allarme sulla vicenda oncologia. La questione era chiara: le riorganizzazioni delle strutture sanitarie in Martesana hanno coinvolto anche il reparto di oncologia del presidio Melzo-Gorgonzola, reparto interamente spostato per essere ridistribuito su due ospedali differenti, Cernusco e Melzo appunto. All’ Uboldo i pazienti definiti “acuti”, e al Santa Maria delle Stelle le sole cure palliative, con un intero piano dedicato unicamente all’ Hospice (cure e assistenza ai malti terminali).
Circa 20 milioni di euro sono stati investiti dalla Regione per rendere il nosocomio melzese uno dei più attrezzati, eppure non pare essere servito per trattenere un servizio centrale e purtroppo sempre più determinante come l’oncologia. Da qualche tempo sulla vicenda ha alzato i toni anche Noi Per Melzo, che proprio ieri 8 settembre si è anche recata davanti al Santa Maria delle Stelle per un fitto volantinaggio.
La civica esce dai toni diplomatici e mette tutto nero su bianco chiarendo il proprio punto di vista sulla scelta operata dalla direzione sanitaria in merito all’oncologia: “Portare il punto nascite a Melzo e chiudere quello di Cernusco, ha fatto scattare la teoria della compensazione, cioè, se tu dai una cosa a loro, a me ne dai un’altra”. Insomma, la scelta di lasciare a Melzo le uniche cure palliative sarebbe dettata dalla volontà di dare un contentino a Cernusco, rimasto orfano del punto nascite, e con un sindaco, Eugenio Comincini, di peso: “A Cernusco sul Naviglio c’è un sindaco che è anche vice-sindaco della Città Metropolitana e che ha strillato molto per avere l’Oncologia come scambio per il Punto Nascite” sottolinea la lista.
Noi per Melzo va oltre però, attaccando i tre cardini che hanno dettato le scelte del tanto discusso Nuovo Piano di riordino POAS: sostenibilità economica, omogeneità dei servizi ed equità nelle scelte. Sulle prime due la lista civica commenta: “Le competenze, i medici e il personale vengono divisi tra due Ospedali con maggiore aggravio di costi, e migliaia di pazienti vengono dirottati verso Cernusco. E del denaro pubblico speso per un progetto che non si realizza cosa diciamo ?”. Sull’equità poi, non hanno dubbi: “Un intero territorio viene privato di un servizio importante. Melzo si trova nel mezzo della Martesana, Cernusco sul Naviglio è alle porte di Milano in un luogo dove si fatica anche a trovare parcheggio. Melzo è maggiormente raggiungibile con le tangenziali e si è impegnata a costruire nuovi posti auto, Cernusco sul Naviglio si trova a due passi dal San Raffaele, Ospedale di Ricerca e Cura che viene molto più utilizzato dal suo territorio per le diverse specialità”.
Ma il dardo scagliato da Noi per Melzo colpisce non solo all’esterno della città, ma va dritto nel cuore del proprio comune, accusato di essere rimasto sorprendentemente in silenzio mentre si consumava lo scempio: “In particolare la Lega Nord che per anni ha squillato le trombe per i risultati del nostro ospedale, e con lei tutto il centrodestra” e le accuse ricadono anche sul PD reo, lascia intendere la civica, di guardare con troppa amicizia alle esigenze del compagno di partito Comincini.