CASSINA
LA CITTA’ PRIMA IN ITALIA NELLA SPERIMENTAZIONE DIDATTICA PER LE DIFFICOLTA’ COMUNICATIVE

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Buona la prima, perchè l’inizio del nuovo anno scolastico all’istituto comprensivo di Cassina de’ Pecchi non poteva iniziare meglio, con un’importante novità che lo rende unico in Italia. Si tratta dell’assegnazione di un bando del Miur all’associazione “Le Parole di Leonardo”, per un progetto ambizioso che permette di effettuare la prima sperimentazione didattica per aiutare tutti coloro che, a vario titolo o per qualsiasi causa, hanno difficoltà di comunicazione.

La sperimentazione coinvolgerà 10 classi dell’istituto comprensivo per oltre 250 bambini per la prima volta in Italia. Le prime 5 classi e le insegnanti che hanno partecipato al workshop della settimana scorsa, oltre 90, partiranno domani lunedì 19 settembre, con la sperimentazione che nasce, come detto, dall’idea dell’associazione  “Le parole di Leonardo”, nata con lo scopo di garantire ad ogni bambino una vera accessibilità alla scuola, soprattutto a chi presenta disturbi comunicativi, “perché -sostengono- solo attraverso la comunicazione avviene la realizzazione a pieno titolo della dignità e personalità di questi alunni”.

La genesi del progetto viene dal desiderio di due genitori, Cristina Caramori e Mario Taddei, che, avendo avuto un figlio con gravi problemi di linguaggio riferiti ad una patologia genetica, hanno pensato possibile attraverso un “progetto mediato”, arrivare a migliorare la sua vita e quella di molti altri bimbi. Leonardo è un bambino che non parla pur non essendo sordo, racchiudendo in sé la fatica giornaliera del suo disperato bisogno di comunicare. Da qui la forza dei genitori a non volersi arrendere.

La realizzazione di questa particolare didattica, avviene attraverso lo “Scrigno magico” e il libro “Parlare con gli alieni”, in pratica un pacchetto con giochi didattici che coinvolgono la lingua italiana, l’inglese, l’insegnamento della LIS (lingua italiana dei segni) e del sistema simbolico BLISS, da distribuire gratuitamente a tutte le scuole d’Italia.

Entrando più nel dettaglio di questo progetto, è bene ricordare che la LIS non è una lingua “inventata”, ma nata spontaneamente all’interno della comunità di persone sorde italiane. E’ una vera e propria lingua storico-naturale che utilizza una differente modalità di trasmissione: dal canale acustico-vocale a quello  visivo-gestuale. Le lingue dei segni, a differenza di altre forme di comunicazione gestuale che non possono definirsi lingue, hanno precise regole grammaticali e una propria sintassi. L’insegnamento di questa lingua sarà guidato da un pool di esperti che affronteranno la didattica nelle varie declinazioni.

Il sistema simbolico BLISS invece, fu ideato Charles Kasiel Bliss, che lavorò al progetto di elaborazione di un linguaggio scritto universale, capace di abbattere tutte le barriere culturali, ideologiche e comunicative del genere umano. Un gruppo di ricercatori canadesi si accorse delle enormi potenzialità e propose i simboli Bliss per la prima volta a bambini affetti da paralisi cerebrale infantile. I risultati furono sorprendenti, gli allievi aumentarono le abilità comunicative, migliorarono il loro grado di interesse, l’iniziativa e la capacità di esprimere emozioni, sentimenti e fare domande. Quindi nel 2012 è stata realizzata una sperimentazione del sistema in una scuola materna.

Il progetto “Lo scrigno magico” poi, presentato per la prima volta in una classe di circa 25 bambini, ha suscitato grande curiosità. la metodologia è presentata come un gioco per imparare una lingua che tiene attenti, incuriositi e partecipi i bambini per più di 50 minuti. A sorpresa tutti i bambini hanno riconosciuto molti più simboli di quanto gli adulti riescano normalmente a fare, dimostrando una propensione straordinaria per i linguaggi visivi. Lo Scrigno Magico è stato poi portato in una prima elementare, dove gli alunni, già in grado di leggere, sono stati agevolati nel riconoscimento dei simboli, iniziando spontaneamente la decodifica “aiutando” i compagni.

E forti di questo risultato che l’associazione e le scuole porteranno avanti questo percorso volto ad un’integrazione reale che passi dalla possibilità concreta, per ogni bambino e studente, di comunicare, di comprendere e farsi comprendere.

FRANCA ANDREONI