3° PERCORSO CICLOTURISTICO “IN MARTESANA”: 21KM VERSO LA CULLA DEL NAVIGLIO MARTESANA. VILLE, PALAZZI, CASTELLI E LEONARDO DA VINCI

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Con il terzo Itinerario, di circa 21 km, tutti su pista ciclabile, scopriremo dove nasce il Naviglio della Martesana o Naviglio Piccolo come fu inizialmente chiamato per differenziarlo dal Grande che già collegava il Ticino a Milano. In un primo momento, il Naviglio Piccolo fu concepito per fornire irrigazione ed energia alle ruote dei mulini lungo il percorso. Ma quando nel 1457 Fancesco Sforza avviò lo scavo, fu subito evidente l’importanza del nuovo canale che collegando la capitale del Ducato all’Adda, apriva le porte ai commerci con il Lago di Como e la ricca Valtellina. Oggi, nonostante tra le sue sponde non navighino più barconi carichi di merci e di persone, il Naviglio con la sua ciclovia di 38km continua a “collegare” Milano ai diversi centri della Martesana. Lungo il percorso scopriremo il Parco regionale Adda Nord, l’ecomuseo Adda di Leonardo e addirittura un Patrimonio dell’Umanità: Crespi d’Adda.

Nel primo itinerario avevamo percorso il tratto da Gorgonzola a Milano, questa volta invece ci dirigiamo dalla parte opposta, verso l’Adda. In sella dunque, la Martesana ci aspetta!

Gorgonzola
Di Gorgonzola, dei Serbelloni e del suo celebre stracchino abbiamo già parlato nel primo itinerario. Quindi passiamo subito al punto di gorgonzola01partenza del nostro percorso: la Piazza della Chiesa che si trova dove il Naviglio compie un’ampia ansa che abbraccia tutto il centro storico (foto a lato). A est della piazza tre grossi platani segnano il confine tra il sagrato e il Naviglio, a sud, sull’area dell’antico cimitero medievale, si trova la Casa Parrocchiale e un bel giardino, mentre il lato nord della piazza è occupato dalla chiesa parrocchiale dedicata ai SS Gervaso e Protaso. La chiesa, voluta dal duca Gian Galeazzo Serbelloni, signore di Gorgonzola, fu progettata all’inizio dell’Ottocento in stile neoclassico da Simone Cantoni. Lo stesso architetto che nel 1776 aveva già realizzato il mausoleo per la nobile famiglia Serbelloni e che oggi è armonicamente inserito nel lato sinistro della chiesa. Nel mausoleo che presenta un interessante affresco nella volta sul tema della resurrezione, è sepolto anche il suo autore, Simone Cantoni, morto improvvisamente nel 1818 mentre era in visita al cantiere. Una lapide nera scritta in latino ricorda che il Cantoni “edificò la chiesa e questo cimitero non sapendo che l’avrebbe costruito anche per sé”. In alto, la facciata della chiesa è caratterizzata da un grande timpano scavato da una calotta emisferica, questa cifra stilistica tipica del Cantoni la troviamo anche nella facciata del Palazzo Serbelloni in Porta Venezia a Milano, realizzata dallo stesso architetto nel 1793.  Dopo la scomparsa del Cantoni, i lavori furono conclusi dall’architetto Giacomo Moraglia a cui si deve anche il campanile. Sempre al mecenatismo della famiglia Serbelloni e al genio del Moraglia si deve la costruzione dell’ospedale di Gorgonzola inaugurato nel 1862.

Ma è ora di metterci in sella e imboccare la via Erminio Giana che conduce al ponte sul Naviglio. Giana è un nome evocativo per i gorgonzolesi in quanto ricorda l’amata squadra di calcio locale che milita nel Campionato Italiano Lega Pro. Superato il ponte, prendiamo a sinistra la ciclovia che corre sull’alzaia e che ci conduce a Villa Fornaci. Questo piccolo centro tra Gessate e Bellinzago prende il nome dalle fornaci che sorgevano adiacenti alle cave di argilla per la produzione di mattoni.

Inzago
Prima di arrivare a Inzago, lungo l’alzaia incontriamo Cascina Monasterolo, un antico convento degli Agostiniani risalente alla metà del Quattrocento. A Monasterolo venivano a riposare gli anziani monaci Agostiniani dell’Incoronata di Milano che si trovava f2 Inzagoproprio dove il Naviglio della Martesana finiva il suo corso: nella “Conca dell’Incoronata”. Il complesso, ben conservato è composto da un edificio residenziale, un chiostro porticato e una piccola chiesetta con preziosi affreschi quattrocenteschi. Il convento fu soppresso nel 1769 e destinato ad abitazione. E’ possibile visitare la chiesa una volta l’anno, l’ 8 settembre durante le celebrazioni della Natività della Beata Vergine Maria… un’occasione davvero unica. Di fronte a Monasterolo, su un bocchello irriguo, una targa ricorda che nel 1494 il Duca Ludovico Sforza concesse l’utilizzo dell’acqua del Naviglio ai monaci, per garantirne il sostentamento.

A Inzago una slanciata torre ottagonale sale in riva al Naviglio (foto sopra). E’ la torre di Villa Aitelli, ricavata dalla trasformazione dell’antico campanile della Chiesa dei Frati Umiliati. Alla fine del Cinquecento, dopo la soppressione dell’Ordine degli Umiliati, il convento fu trasformato in villa di delizia per Ludovico Moneta, Segretario di San Carlo Borromeo. In questa villa era custodita una preziosa reliquia appartenuta a San Carlo Borromeo, una fedele riproduzione della Sacra Sindone realizzata alla fina del Cinquecento e oggi conservata nella chiesa parrocchiale.

Vicino alla villa, un ponte conduce verso il centro storico, sulla strada si affaccia il Palazzo Marchesi, appartenuto al soprano Luigi Marchesi, uno dei più celebri protagonisti del bel canto tra Sette e Ottocento ed apprezzato anche da Napoleone. Oltre alla bella voce Marchesi dimostrò di avere anche un gran cuore destinando il suo palazzo all’ospedale che ancora oggi porta il suo nome.

In fondo alla via si apre Piazza Maggiore su cui si affaccia Villa Facheris, un prestigioso edificio risalente al XVII secolo e oggi sede della BBC di Carugate ed Inzago. Ma sono tante le ville di delizia che costellano il centro storico di Inzago e che meriterebbero una apposita visita. Una buona occasione per visitare Inzago è la festa del paese che si svolge ogni secondo fine settimana di ottobre. Una delle poche feste che sono riuscite a conservare il legame con la tradizione agricola mantenendo il mercato del bestiame del lunedì. Un altro momento, meno tradizionale ma sicuramente gioioso per visitare Inzago è nel mese di giugno, in occasione del Roots vintage Festival (per info www.vintagerootsfestival.com ) rassegna delle correnti musicali in voga negli anni 50, prima dell’avvento del beat inglese. Segnati in agenda questi due appuntamenti proseguiamo in direzione Cassano.

Cassano d’Adda
Qui il Naviglio svolta di 90 gradi verso nord per proseguire parallelamente al fiume Adda. Proprio sulla volta è collocata una delle istallazioni artistiche specifiche di Ecoismi (per info www.ecoismi.org). L’opera che presenta la prua di due barche a vela rivolte verso l’acqua, fa riflettere sul ripristino della navigabilità del Naviglio. In attesa, Cassano, come un’antica repubblica marinara, prepara la sua flotta. Restituire la navigabilità al Naviglio è l’obiettivo del Comitato per il Naviglio della Martesana che sta raccogliendo le firme per il censimento del FAI “I luoghi del cuore”. Se anche a voi piacerebbe tornare a navigare sul Naviglio, vi basterà votare per il “Naviglio della Martesana” su www.iluoghidelcuore.it  o firmare nei punti di raccolta che da settembre troveranno in tutta la Martesana (l’elenco verrà pubblicato su www.inamrtesana.org)

f3 Cassano-castelloPer ovvi motivi di tempo, il nostro itinerario prevede solo la visita ai luoghi vicini al Naviglio, senza addentrarci nei diversi centri che incontriamo lungo il percorso, ognuno dei quali come detto meriterebbe una lunga sosta. Ma arrivati a Cassano è davvero un sacrificio rinunciare alla visita al suo centro storico, alla sontuosa Villa Borromeo d’Adda, all’antico Castello Visconteo (foto a lato), o alla bucolica Isola Borromeo (per info www.isolaborromeo.it). Cassano ha anche una grande memoria storica, di qui sono passati eserciti e condottieri e per il suo controllo sono state combattute aspre battaglie. Non bisogna infatti dimenticare che questa è stata per secoli una zona di confine “calda”, tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, come testimoniano i fortilizi che troveremo lungo il percorso. Ripromettendoci di tornare con calma, proseguiamo perché sono ancora molte le cose da vedere lungo il Naviglio, a incominciare da Groppello.

Groppello 
Il piccolo borgo è una frazione di Cassano d’Adda caratterizzata dal famoso “Rudun”, ossia la grossa ruota idraulica in legno. Per la precisione si tratta di una noira, cioè una ruota che solleva l’acqua sfruttando la corrente del Naviglio. Secondo la tradizione, il “rudun” fu progettato da Leonardo da Vinci. Al Maestro fiorentino è stato dedicato l’ecomuseo Adda di Leonardo (per info www.addadileonardo.com) che da qui a Trezzo valorizza i luoghi legati ai suoi frequenti soggiorni in Martesana. L’acqua alzata dalla noira andava a irrigare il giardino del Palazzo Vescovile che si trova sull’argine tra il Naviglio e l’Adda. L’edificio fu realizzato nel XVI secolo da San Carlo Borromeo su un precedente fortilizio medievale. Oggi purtroppo il palazzo e il suo giardino, a causa delle precarie condizioni, non sono visitabili e non hanno una precisa destinazione d’uso. Superato Groppello, l’asfalto lascia il posto alla terra battuta che rende ancora di più naturale un percorso dominato dal colore verde della vegetazione e dell’acqua. Infatti qui il fiume Adda e il Naviglio corrono fianco a fianco sfiorandosi e generando suggestivi paesaggi (foto sotto).

f4 Groppello

Vaprio d’Adda
A Vaprio ci viene incontro la Casa del Custode delle Acque che un tempo fungeva da “stazione di interscambio” per i viaggiatori in transito dal traghetto sull’Adda al barcone sul Naviglio. Inoltre il “custode” aveva il delicato compito di regolare il flusso dell’acqua nel canale per garantire l’irrigazione, la forza motrice per i mulini e naturalmente consentire la navigazione. Oggi l’edifico è stato restaurato ed ospita una esposizione interattiva degli studi di Leonardo da Vinci.

Infatti il Maestro toscano frequentò spesso questi luoghi e tra il 1506 e il 1516, soggiornò in Villa Melzi a Vaprio. La villa da secoli domina dall’alto lo scorrere del Naviglio e dell’Adda e oggi anche quello della statale che collega la sponda milanese a quella bergamasca, ma con un pizzico di fantasia è possibile immaginare di vedere affacciarsi al grande terrazzo la figura barbuta di Leonardo che osserva e prende appunti. I famosi disegni e gli appunti del Codice Atlantico, dopo la scomparsa del Maestro furono custoditi in questa villa che ancora oggi conserva un grande affresco detto “Il madonnone” che la tradizione attribuisce allo stesso Leonardo.

f6 Vaprio-adda e naviglioMa la bellezza del paesaggio non colpì solo Leonardo, sono infatti tanti i pittori che hanno ritratto questi luoghi, come ad esempio Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto, o Gaspar Van Wittel, uno dei precursori del “Vedutismo”. Vicino a Villa Melzi si trova la Villa dei Duchi Visconti di Modrone che smessi i panni di nobili cavalieri e adeguandosi ai tempi si sono trasformati in abili imprenditori. È loro infatti la fabbrica Velvis – Vellutificio Visconti di Modrone che spunta dietro la Casa del Custode delle Acque, caratterizzata da un’alta torre cilindrica merlata. In realtà la torre nasconde un ingegnoso albero motore verticale che distribuisce energia ai diversi piani della fabbrica. A destra dell’alzaia, esattamente tra il Naviglio e L’Adda, si avvita una grande scala a chiocciola nera in acciaio che collega l’alzaia al paese sei metri più in alto. La forma a spirale non è solo funzionale, ma rievoca gli studi di Leonardo sui vortici dell’acqua che scorre proprio li sotto.

Con molta attenzione attraversiamo la strada in prossimità del ponte e proseguiamo sulla ciclabile. Poco più avanti, sulla sinistra, una ruota idraulica in ferro ci segnala che siamo in prossimità di Villa Castelbarco, una delle residenze più belle della Lombardia. Purtroppo dal Naviglio la villa non è visibile, ma il suo parco di 80 ettari ci accompagna per ben 3 km. Sulla destra, in uno squarcio della vegetazione possiamo invece osservare il fiume Brembo che termina la sua corsa nell’Adda. Siamo nel cuore del Parco Regionale Adda Nord (per info www.parcoaddanord.it) che cura, valorizza e protegge questo bene di tutti.

Crespi d’Adda
Poco prima di arrivare a Trezzo, sull’altra sponda dell’Adda, fanno capolino tra le piante alcuni edifici industriali con decorazioni in cotto e alte ciminiere in mattoni. Si tratta della fabbrica di tessuti fondata dall’industriale illuminato Benigno Crespi alla fine dell’Ottocento. Attorno alla fabbrica sorge il villaggio operaio di Crespi d’Adda, concepito secondo una visione paternalistica del capitalismo industriale. Le abitazioni, i servizi e persino il cimitero rispecchiano l’ordine gerarchico all’interno del’azienda. E’ la fabbrica con i suoi ritmi e i suoi a scandire la vita della piccola e laboriosa comunità. Questa straordinaria testimonianza di archeologia industriale, dal 1995 è nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO (www.crespidaddaunesco.org). Possiamo raggiungere Crespi attraversando il ponte ciclopedonale in acciaio e legno che attraversa l’Adda a pochi metri dalla diga che da origine al Naviglio.

Trezzo sull’Adda
Eccoci giunti alla nostra meta: l’incile del Naviglio che si trova proprio di fronte al seicentesco Santuario di Concesa (foto sotto f8 concesa-inizio Naviglio). Qui una diga di sbarramento e un sistema di chiuse deviano l’acqua dell’Adda nel Naviglio che attraversando tutta la Martesana giungerà fino a Milano (foto a fondo articolo).

Anche qui è bello proseguire con il nostro percorso lungo l’Adda e arrivare alla Centrale idroelettrica Taccani, poi salire a Trezzo e visitare il centro storico e l’antico Castello per affacciarsi sul balcone naturale che domina la valle dell’Adda e lasciarci affascinare dallo stesso paesaggio che cinque secoli fa ha affascinato Leonardo. Qui termina il nostro itinerario, non ci resta che ripercorrere la stessa strada a ritroso, ma se siete stanchi e dovete arrivare fino a Milano, giunti a Cassano d’Adda potete caricare le biciclette sul treno (stazione linee S5 e S6).

 

f7 Trezzo

 

Rubrica curata da:
Stefano Barlassina
Associazione In Martesana
inmartesana