1° PERCORSO CICLOTURISTICO “IN MARTESANA”: DA GORGONZOLA A MILANO LUNGO IL NAVIGLIO

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L’Itinerario da Gorgonzola a Milano è il primo dei quattro percorsi cicloturistici alla scoperta del nostro territorio, che settimanalmente verranno pubblicati nel mese di Agosto grazie alla disponibilità dell’associazione In Martesana. Gli itinerari sono tutti su piste ciclabili e avranno come filo conduttore il Naviglio Piccolo che da oltre 5 secoli attraversa la Martesana portando l’acqua del fiume Adda fino al centro di Milano.

Il primo itinerario (qui mappa) di circa 20 km, parte da Gorgonzola, una bella cittadina posta al centro della Martesana. Raggiungerla è facile, basta scendere alla stazione della Metropolitana di Gorgonzola (il trasporto della bicicletta è gratuito).

GORGONZOLA
Questo antico borgo vanta una delle più antiche fiere rurali, quella di Santa Caterina che dal 1785, nel mese di novembre, riempie ogni anno le vie della città di eventi e bancarelle. Nel suo centro storico il Manzoni ha ambientato un celebre episodio della fuga di Renzo da Milano. Ma soprattutto, il nome di Gorgonzola è legato al celebre stracchino apprezzato dai gourmet di tutto il mondo. Ogni anno, nel mese di settembre, qui si celebra la “Sagra Nazionale del Gorgonzola” che richiama in città una folla di appassionati del celebre formaggio, anche dall’estero. Quest’anno la Sagra si svolgerà il 17 e 18 settembre (Per saperne di più www.prolocogorgonzola.it )

Partenza
naviglio04Ma torniamo al nostro percorso che inizia davanti a Palazzo Pirola, in Piazza della Repubblica (foto). L’edificio risalente al XVIII secolo è caratterizzato da un eccentrico pronao neoclassico sormontato da un  timpano sorretto da alte colonne in granito. Oggi le sale del palazzo ospitano mostre ed eventi che animano la vita culturale della città. Di fronte, dall’altra parte del Naviglio, si staglia l’antica torre di Palazzo Serbelloni, la nobile famiglia feudataria di Gorgonzola. In questo palazzo lavorò come precettore Giuseppe Parini, prima di essere scacciato da Maria Vittoria Ottoboni, moglie del duca Gabrio Serbelloni. La colpa del Parini fu quella di aver difeso la giovane figlia del Maestro Giambattista Sammartini, ingiustamente schiaffeggiata dalla duchessa. Il Parini si ispirò alla sua esperienza in casa Serbelloni per comporre “Il Giorno”, una critica ironica ma tagliente della nobiltà di fine settecento che inconsapevolmente si avviava alla fine di un epoca terminata con la Rivoluzione Francese.

Attraverso il ponte ciclopedonale raggiungiamo l’alzaia sulla sponda sinistra del Naviglio dove incontriamo il suggestivo ponte in legno coperto che collega i due fabbricati ai lati de canale. Il ponte univa il Palazzo Serbelloni all’imbarcadero che si trovava sulla sponda opposta. La navigazione sul Naviglio rappresentava infatti un apprezzato mezzo di trasporto, utilizzato anche dai signori per raggiungere in tutta comodità le ville di delizia che si trovavano lungo la Martesana. Poi negli anni Settanta del secolo scorso la navigabilità fu soppressa, i barconi scomparvero dal naviglio e l’approdo fu trasformato in autorimessa.

Usciti dalla città, il Naviglio interseca il torrente Molgora che supera con un ponte canale. Oggi ci si accorge a malapena di questo passaggio, ma alla  metà del Quattrocento gli ingegneri idraulici milanesi dovettero sfoggiate tutta la loro abilità per superare il difficile ostacolo, una abilità che rappresenta ancora oggi un vanto per il nostro Paese.

Bussero
A Bussero un antico edificio abbandonato si affaccia sul Naviglio, è la Cascina Gogna (foto). Alla fine del ‘600, il conte Antonio Secco Suardi di Comneno, nel suo testamento la descrive come una casa da nobile con corte, giardino, rustici, e l’oratorio dedicato a San Giuseppe. Ancora oggi, nonostante il degrado, le strutture mostrano uno stile architettonico inconsueto per un edificio rurale, una chiara testimonianza di un prestigioso passato.
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Cassina
A Cassina De Pecchi, superata la stazione della Metropolitana che sta letteralmente sopra il Naviglio, incontriamo alcune istallazioni artistiche del progetto “Ecoismi”. Si tratta di una rassegna d’arte contemporanea diffusa lungo il percorso del naviglio (Per saperne di più: www.ecoismi.org )

Cernusco
A Cernusco ci accoglie una lunga fila di pioppi cipressini e un moderno ponte levatoio che collega l’alzaia al Parco dei Germani. Qui si trova il diorama dei navigli che riproduce in scala ridotta il complesso sistema dei canali artificiali tra l’Adda e il Ticino. Poco più avanti, la vegetazione si apre e appare Villa Alari, sontuosa residenza nobiliare progettata dall’architetto Giovanni Ruggeri all’inizio del settecento. Sin dall’inizio la villa fu apprezzata per la ricercatezza architettonica, la raffinatezza delle decorazioni e non ultimo l’invidiabile posizione sul Naviglio. Nella seconda metà dello Settecento la villa ebbe grande notorietà ospitando l’arciduca Ferdinando, figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, durante la villeggiatura estiva. La villa rimase di proprietà della stessa famiglia fino alla metà del secolo scorso quando fu acquistata dall’Ordine dei Fatebenefratelli che la adibì ad ospedale Psichiatrico. Alla fine degli anni Novanta, l’ospedale fu spostato in più moderne strutture e la villa fu acquisita dal Comune di Cernusco sul Naviglio.

Nell’ultimo Censimento “I luoghi del cuore – FAI” Villa Alari ha raccolto ben 29.000 firme classificandosi al primo posto tra i beni più votati della Lombardia. Grazie a questa dimostrazione di “affetto” l’Amministrazione comunale di Cernusco e la Regione Lombardia hanno deciso di finanziare i restauri che inizieranno nei prossimi mesi. Sarà possibile visitare la villa il prossimo 24 e 25 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (Per saperne di più: www.inmartesana.org).

Poco oltre, sulla sinistra un cancello si apre sul sagrato dell’antico santuario di Santa Maria Addolorata, la chiesa più antica di Cernusco. Le prime testimonianze storiche risalgono addirittura al XII secolo. Quando alla metà del Quattrocento fu scavato il Naviglio, la chiesa rimase separata dal centro abitato creando non poche difficoltà ai fedeli che però mantennero un forte legame con questo santuario, ancora oggi vivace centro spirituale.

Dopo aver superato Viale Assunta, a destra, tra le fronde degli alberi scorgiamo Villa Uboldo, commissionata ai primi dell’Ottocento dal ricco banchiere milanese Ambrogio Uboldo con l’intento di adibirla a casa museo per le sue ricchissime collezioni. Ma alla sua morte, il conte Uboldo, decise di donare la villa all’ospedale dei poveri che ancora oggi porta il suo nome. L’edificio, in stile neoclassico, è circondato da un parco storico, uno dei primi esempi di “parco all’inglese” realizzati in Italia. In un angolo del parco, sotto una collinetta è nascosto il “Tempio della notte”, una rara e affascinante struttura ipogea utilizzata in passato per misteriosi riti esoterici. Purtroppo oggi il “tempio” è chiuso al pubblico e in attesa di essere restaurato.

Tra Cernusco e Vimodrone, dal folto di un boschetto, svetta la bianca cupola dell’Osservatorio Astronomico Gabriele Barletta. L’Osservatorio, dotato di sofisticati strumenti di osservazione, è gestito dall’Associazione Cernuschese Astrofili che svolge attività didattica e osservativa. Periodicamente l’osservatorio è aperto al pubblico (per saperne di più: www.astrofilicernusco.org )

Milano
Dopo aver sfiorato l’abitato di Vimodrone e di Cologno, il naviglio entra finalmente in città. L’ingresso in Milano non è proprio trionfale, anzi presenta alcune criticità costituite dal sottopasso della tangenziale, dal passaggio sul Fiume Lambro, dal degrado dell’area che fino a pochi mesi fa ospitava un campo Rom, oggi rimosso. Ma per fortuna ci sono buone notizie è infatti di questi giorni la decisione del Comune di Milano di stanziare i fondi per la riqualificazione di quest’area che ha tutte le potenzialità per diventare un punto d’incontro strategico tra la città e l’hinterland, in un’ottica di vera città metropolitana.

Il percorso urbano del Naviglio inizia a Crescenzago, questo tratto veniva definito “la riviera di naviglio02Crescenzago” per le belle ville e i giardini che si affacciavano sul Naviglio. Restano a testimonianza del prestigioso passato la settecentesca Villa del generale Domenico Pino, uno dei protagonisti del periodo napoleonico a Milano, Villa De ponti e Villa Petrovic con la sua torretta neogotica.  Nei pressi del ponte di Via Adriano troviamo Villa Lecchi (foto) che ospitò l’imperatore Francesco I d’Austria, giunto a Milano nel 1816 per riprendere possesso del ducato di Milano dopo la parentesi napoleonica. Nell’Ottocento la villa fu acquistata dall’imprenditore tessile Enrico Mangilli, filantropo e geniale inventore, a lui si deve l’invenzione dei coriandoli prodotti con gli scarti di lavorazione del suo opificio.

In Piazza Costantino una sobria ma elegante costruzione fronteggia il naviglio, qui aveva sede il municipio di Cresenzago. Infatti fino al 1923 Crescenzago era un comune indipendente, con il suo centro storico raccolto attorno alla bella chiesa medievale di Santa Maria Rossa. Oggi l’edificio ospita la sede di alcune associazioni di quartiere, tra cui Legambiente e il Corpo Musicale di Crescenzago, una delle bande più antiche di Milano.

Poco più avanti, una ciminiera ci ricorda che questa era anche zona di fabbriche, come la Magneti Marelli che dava lavoro a migliaia di operai, o la Wander che produceva l’Ovomaltina e che oggi ospita un fornito magazzino di oggetti di design. Il percorso prosegue tra dense cortine di case intervallate da spazi Verdi. In uno di questi troviamo Cascina Martesana, vivace centro di animazione culturale e ricreativo dove è possibile fermarsi per una pausa ristoratrice.

Poco più avanti, un antico ponte di pietra conduce in Piazza Piccoli Martiri. Qui una solenne statua in bronzo ricorda di uno degli episodi più drammatici del secondo conflitto mondiale, la strage dei 184 bambini della scuola di Gorla uccisi da un bombardamento alleato il 20 ottobre 1944.

naviglio01Superato lo Zelig, storico locale di cabaret milanese una serie di grandi ponti ferroviari ci segnalano la vicinanza della Stazione Centrale e l’avvicinarsi della fine del nostro percorso. Infatti giunti a Cassina de Pomi (foto), sotto il “pont del pan fiss”, il Naviglio scompare nelle viscere di Milano. Per la verità l’acqua del Naviglio continua a scorrere come un’arteria vitale sotto via Melchiorre Gioia fino ai bastioni di Porta Nuova.

Ma noi ci fermiamo qui immaginando di vedere ancora seduti ai tavoli dell’antica osteria di Cassina De Pomi: Carlo Porta, Stendhal, Casanova (solo per citare alcuni degli avventori) ad osservare il fluire lento dell’acqua del naviglio. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e nella vicina via Gluck dove c’era una casa fuori città, gente tranquilla che lavorava, là dove c’era l’erba ora c’è una città…

Rubrica curata da:
Stefano Barlassina
Associazione In Martesana