A Segrate ci sono alcuni immobili confiscati alla mafia, e su questi tre stabili l’amministrazione ha pensato di coinvolgere le imprese del terzo settore affinché possano proporre interventi di riqualificazione e successivi progetti comunitari, per una riconversione degli spazi in luoghi con una funzione sociale importante, così come previsto dalla legge n.109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, promossa da Libera attraverso una petizione popolare con la raccolta di oltre un milione di firme.
“Non vogliamo dare indicazioni stringenti sulle caratteristiche dei progetti –ha specificato l’assessore ai Servizi Sociali Santina Bosco– ma offrire la possibilità di presentarne un’ampia gamma e pensati per soddisfare esigenze diverse, in modo che le cooperative sociali possano proporre iniziative in relazione alla loro cultura ed esperienza. L’amministrazione intende attivare processi virtuosi di coesione, crescita e sviluppo economico della città allo scopo di aumentare le risorse strutturali da destinare a progetti sociali, promuovere il sistema della cultura e della socialità, creare lavoro di qualità sociale”.
In città il comune ha dunque pensato ad una nuova vita per le due palazzine di via Gramsci 13, per l’area ex Fischer di via Morandi 22 e per un seminterrato di via Mazzini 31, che potrebbero diventare in un futuro, degli spazi di residenzialità protetta ad esempio, o di co-hoousing per l’autonomia degli anziani, delle persone con disabilità, o ancora potrebbero trasformarsi in comunità alloggio, spazi ricettivi per emergenze temporanee, o ambienti di inclusione sociale e perché no, laboratori protetti.Tanti sono gli esempi illustrati dall’amministrazione per dare un’idea di quanto potenziale e di quanti servizi si possano offrire alla comunità e alle marginalità, se solo questi stabili confiscati fossero riconvertiti con progetti di valore.
“Libera ha difeso il principio del riutilizzo sociale dei beni confiscati in un’ottica risarcitoria e di sviluppo comunitario in termini di occupazione, di inclusione sociale, di miglioramento della qualità della vita e di partecipazione attiva -si legge in un documento dell’associazione contro le mafie promossa da Don Ciotti– La promozione, diffusione e attuazione di progetti per la valorizzazione e il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, contribuiscono, infatti, al rafforzamento delle politiche di coesione sociale, di lavoro vero per i giovani e di sviluppo di reti relazionali, attraverso il metodo del confronto e del partenariato”.
In quest’ottica dunque, il sindaco Paolo Micheli ha sottolineato come a Segrate ci sia già una struttura confiscata e riconvertita in centro minori, che rappresentata un punto fondamentale per le famiglie in difficoltà. Nell’ evidenziare questa realtà, il primo cittadino ha inoltre riconfermato la lotta all’illegalità, soprattutto alla vigilia dell’arrivo di un colosso come il Westfield, destinato per grandezza ad attrarre gli interessi di molti, interessi sui quali si dovrà monitorare.
Per quanto riguarda l’iter da seguire per proporre idee e progetti, le cooperative del terzo settore dovranno fare riferimento agli uffici Demanio e Patrimonio e Servizi Sociali, dai quali potranno vere indicazioni sugli immobili, effettuare sopralluoghi e richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti. “Gli immobili saranno assegnati attraverso l’indizione di un bando a più lotti prevista per settembre” ha specificato il Comune.