COLOGNO
SALA CONVOCA I SINDACI PER EMERGENZA MIGRANTI. ROCCHI: “DA NOI NESSUN CLANDESTINO”

Angelo Rocchi, sindaco di Cologno Monzese
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Erano in 20 i sindaci chiamati a raccolta da Beppe Sala, sindaco della Città Metropolitana di Milano, per discutere di un piano di collaborazione sull’emergenza migranti. Se non tutti hanno espresso un sì convinto al percorso comune, è vero che solamente Angelo Rocchi, primo cittadino di Cologno Monzese, è rimasto fermo sulle posizioni già espressa in campagna elettorale: nessun rifugiato o profugo sarà accolto in città, se ci sono fondi, andranno solo ed esclusivamente per i residenti colognesi, tra i quali lui stesso riconosce un livello di criticità sociale elevato, con “affaticamento economico di imprese e famiglie” e una “tensione abitativa estrema”, che non potrebbe sostenere anche l’arrivo dei profughi.

Il sindaco leghista dunque non si scosta dalla linea guida del suo partito portata avanti anche a livello nazionale, e ribadisce il concetto dell’ “aiutiamoli a casa loro”, e del “prima i nostri”, premesse sulle quali la maggior parte dei cittadini di Cologno lo ha scelto alle urne, con un voto che ora lui non vuole tradire: “le risorse dei Comuni, che già sono insufficienti, vanno dedicate ai bisogni dei residenti così come, su scala più vasta, le risorse dello Stato vanno dedicate prioritariamente alla risoluzione dei problemi dei cittadini. Solo una volta risolte le criticità interne si può, eventualmente, pensare di dedicare le risorse che  avanzino ad operazioni umanitarie che riguardano, tra l’altro, l’afflusso di clandestini e solo in minima percentuale di rifugiati. Meglio sarebbe, tra l’altro, pensare a soluzioni di aiuto e sviluppo direttamente nei luoghi di origine dei migranti”.

L’invito di Beppe Sala era stato chiaro, e come riportato dal quotidiano “La Repubblica” del 19 luglio, la richiesta del neo eletto sindaco di Milano ai 20 colleghi dell’area metropolitana, è frutto del fatto che la Lombardia dovrà accogliere il 14% dei migranti che sbarcheranno in Italia, e al momento non è quantificabile il numero di persone che raggiungeranno le nostre coste. Per questo la collaborazione delle amministrazioni sarà fondamentale per far fronte all’emergenza. Tanti sono stati i nasi arricciati, le perplessità, ma a parte Cologno e Paderno (che comunque non ha chiuso definitivamente), gli altri comuni presenti hanno dato idea di poter tornare a discuterne, Cernusco compreso, che insieme alla città di Angelo Rocchi è l’altro paese dei 20, che rientra nella Martesana.

Stando spesso a contatto con la gente, di cui quindi percepisco gli umori, mi preoccupa la possibilità che l’arrivo sul mio territorio di nuovi soggetti bisognosi, già concretamente sostenuti, possa far scattare meccanismi di rivalsa fra le classi deboli della popolazione -ha concluso Rocchi- Ci sono già famiglie e cittadini in grosse difficoltà che il Comune non riesce ad aiutare e quindi gli aiuti erogati a pioggia ai migranti potrebbero favorire contrasti e contrapposizioni sociali non risolvibili”.

Dunque il sindaco vuole evitare una guerra dei poveri ? Sembrerebbe esattamente questo, perché pare che l’opzione integrazione non sia contemplabile nel ragionamento del primo cittadino, che come riporta sempre “La Repubblica”, ha le idee chiare del perché nel tessuto sociale di Cologno non sia possibile, a suo dire, questa via: “Bisogna avere il coraggio di portare avanti le proprie idee anche di fronte alle minacce di nona vere aiuti -si legge sul quotidiano nazionale del 19 luglio- Io non voglio neanche un clandestino nella mia città, perché di questo si tratta. Nei centri ho visto giovani uomini in piena salute, non certo donne o bambini o migranti sofferenti che hanno bisogno di aiuto. E siccome nel mio programma elettorale non c’è l’assistenza ai clandestini, ma l’aiuto ai poveri del mio territorio, io mi chiamo fuori”.