COLOGNO
LA GIUNTA RECEPISCE LA NORMATIVA REGIONALE PER GLI ALLOGGI ERP A CONIUGI SEPARATI

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“I coniugi legalmente separati o divorziati, in condizioni di disagio, che a seguito di provvedimento giudiziario perdono la disponibilità della casa di famiglia, assegnata all’altro coniuge, possono partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica”. Questo è quanto comunica la Regione Lombardia in termini di politiche per l’assegnazione di alloggi in Edilizia Residenziale Pubblica; politiche che con il regolamento regionale del luglio 2015, attribuiscono un punteggio in graduatoria a persone divorziate o separate che non beneficeranno del mantenimento dell’abitazione, uguale a quello delle persone che hanno ricevuto un avviso di sfratto: in entrambi i casi 70 punti.

Ecco dunque da dove viene l’annuncio del vicesindaco Gianfranco Cerioli: “In ossequio alle indicazioni di Regione Lombardia -ha fatto sapere l’assessore ai Servizi Sociali- nel nostro ultimo bando ERP abbiamo riservato una quota destinata alle famiglie dei separati che, troppo spesso, oggi sono costrette a fare ricorso ai servizi sociali”. Una comunicazione importante, che parla di abitazioni di edilizia residenziale pubblica riservate ai nuclei familiari monogenitoriali, ma che al contempo si presta a molte interpretazioni dato che la legge regionale in materia ha molti articoli e precisazioni.

Va detto subito, che il primo criterio da osservare per la graduatoria resta comunque il rispetto dei requisiti minimi per la richiesta di alloggio (ad esempio, come indicato dal Regione, un ISEE entro i 16.000 euro per affitti agevolati, ed entro i 40.000 per affitti moderati), e solo a parità di requisiti scattano le agevolazioni per coniugi separati o divorziati, che vengono introdotti con un punteggio equivalente a quello assegnato alle persone sotto sfratto. Quindi il Comune di Cologno avrebbe recepito questa normativa rendendola effettiva dal futuro bando di assegnazione ERP prossimo all’uscita.

L’ATTACCO DI GIOVANNI COCCIO (Pd)
La Regione Lombardia parla però espressamente di “assegnazione in deroga alla graduatoria”, per tanto non di quote definite e destinate a tutti gli effetti a madri e padri separati che lasciano la casa all’ex coniuge. Su questo punto si è soffermata l’osservazione del capogruppo PD Giovanni Cocciro, che non ha esitato a puntare nuovamente il dito contro l’amministrazione: “Anche nella delibera di giunta dell’ottobre 2015 si parla di assegnazioni in deroga e non di quote riservate come vorrebbero far intendere ora vicesindaco e sindaco -ha spiegato l’ex assessore ai Servizi Sociali- tra l’altro in quel delibera si fa riferimento a quanto già contenuto nel regolamento comunale del 2004, che prevedere una riserva del 10% a favore di coniugi separati e divorziati. Dunque non c’è nessuna fetta di alloggi riservata a questi soggetti, ma la possibilità che siano introdotti in graduatoria in deroga alla stessa, cosa molto difficile dato che la penuria di appartamenti che viviamo in città, consentirebbe nella migliore delle ipotesi, di assegnare un solo alloggio, ma se tutto va bene. E’ sterile propaganda a discapito di chi spera in una casa, come le famiglie separate, senza nemmeno capire in giunta che cosa si sta votando”.

LA SPIEGAZIONE DEL SINDACO
Ci ha provato allora il sindaco Angelo Rocchi ha spiegare nuovamente l’idea della Giunta, che nel proprio avviso ai cittadini teneva a ribadire il proprio impegno in ottica futura: “L’idea che abbiamo pensando al futuro, è quella di aumentare la percentuale di riserva a favore dei coniugi separati, portandola da 10% al 25% sia nelle graduatorie automatiche che in quelle emergenziali -ha spiegato- Ovviamente sono passi complessi, che per altro dobbiamo ragionare in modo completo una volta che affronteremo il piano dell’ housing sociale con i relativi regolamenti di assegnazione. Certo che se avessimo 100 appartamenti tra Erp ed edilizia convenzionata comunale, anche in questo caso procederemmo tenendo aperte le porte a donne e uomini separati che sono costretti a rinunciare alla propria abitazione“.

E lo stesso primo cittadino pone l’accento in modo particolare padri separati, condizione che per sua stessa ammissione si trova a vivere da alcuni anni: “Purtroppo è sempre più frequente che i matrimoni falliscano, e sono quasi sempre padri i genitori che si ritrovano con il problema dell’alloggio -ha concluso Rocchi- E’ una situazione che fa parte della nostra realtà, e che non potevamo ignorare. Con l’uscita delle prossime graduatorie ERP qui a Cologno saremo in grado di tenere presenti i bisogni dei  padri separati”.

In conclusione, siano padri o madri a lasciare il tetto coniugale, se rientreranno nei requisiti minimi per entrare in graduatoria Erp, avranno agevolazioni e un punteggio importante per poter accedere ad un alloggio, ovviamente a patto che vi sia concreta disponibilità di abitazioni e che la situazione sia effettivamente emergenziale tanto da consentire una deroga alla graduatoria stessa.