COLOGNO
BONUS NIDI GRATIS NON APPLICABILE A COLOGNO. 5 STELLE E PD CHIEDONO CONTO ALL’ASSESSORE

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“La misura prevede, per le famiglie in possesso dei requisiti previsti, a partire da maggio 2016, l’azzeramento della retta pagata per i nidi pubblici o per i posti in nidi privati convenzionati con il pubblico, ad integrazione dell’abbattimento già riconosciuto dai Comuni”

. Così il portale di Regione Lombardia, spiega l’iniziativa dei Nidi Gratis inserita nella politica sociale lombarda nota con il nome di “Reddito di Autonomia 2016”.

Nidi gratis per tutti e dovunque quindi ? Non proprio, perché ogni provvedimento stabilisce anche precisi criteri che ogni comune deve possedere per poter consentire ai propri cittadini l’accesso all’agevolazione, e che a cascata, ogni nucleo familiare deve avere per usufruire dell’esenzione. Se le famiglie residenti in Lombardia, anche monogenitoriali con bimbi da 3 a 36 mesi, devono dimostrare un ISEE dalle 20.000 euro in giù e un’occupazione derivata da politiche per il lavoro (Dote Unica Lavoro ad esempio), altri criteri valgono per gli enti locali, e nel caso del Comune di Cologno, non vi erano i requisiti per poter accedere alla misura.

Tra i vari parametri da rispettare infatti, quello che esclude da subito Cologno alla partecipazione, è legato alle nuove tariffe approvate dal Consiglio Comunale. Dice infatti la Regione: “In caso di modifica al sistema tariffario in data successiva al 21 marzo 2016, è ammessa l’adesione solo nel caso in cui il Comune abbia aumentato le rette nella fascia superiore a € 20.000,00”. A Cologno però, ad aumentare sono state le rette per i redditi con un ISEE inferiore ai 20.000 euro, e per tanto il comune non ha potuto aderire al provvedimento che il governo regionale di Roberto Maroni ha voluto per le famiglie in difficoltà.

Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interpellanza per il prossimo Consiglio Comunale di lunedì 27 giugno, con la quale chiede conto all’assessore alla partita Dania Perego, delle motivazioni “tecniche e amministrative” che hanno escluso Cologno dal provvedimento Regionale Nidi Gratis. “Com’è nostra mission, ascoltiamo la voce dei cittadini, sempre -ha spiegato Monica Mottae proprio loro ci hanno segnalato questa occasione mancata per le famiglie di Cologno, e, diciamolo chiaramente, mancata perché sono state aumentate le tasse proprio ai ceti bassi, qui e in altri casi. Ora attendiamo risposte e chiarimenti per una situazione che indubbiamente crea una difficoltà sociale”. 

Prima ancora però, era stato il capogruppo PD Giovanni Cocciro ad alzare la voce contro questa occasione mancata. “Sino allo scorso anno la maggior parte delle famiglie colognesi con bimbi iscritti al nido, aveva un ISEE sotto i 20.000 euro, ciò fa capire come aderire a questo provvedimento avrebbe dato una boccata di ossigeno alla maggior parte delle famiglie che usufruiscono del servizio -ha spiegato Cocciro- L’idea viene dalla Regione, che ha lo stesso colore della Giunta Rocchi, e va plaudita l’idea. Ma è ridicolo che questa amministrazione non sia in linea nemmeno con le politiche del suo partito a livello regionale. Questa giunta di destra e leghista, ha deciso incredibilmente di modificare al rialzo le tariffe dei nidi aumentando le tariffe per i redditi bassi. Il risultato di questa manovra di Bilancio, è che il nostro Comune non rientra in questo modo negli standard previsti da Regione Lombardia per usufruire dell’asilo gratis. Ora le famiglie in difficoltà oltre a pagare di più, non beneficeranno nemmeno degli aiuti che al Regione aveva previsto per loro”.

Una spiegazione però pare esserci dietro a tutto questo, e darla è proprio l’assessore Perego, che per onor di cronaca aveva proposto una rimodulazione tariffaria prima che venisse adottato il provvedimento sui Nidi (24 aprile la delibera di giunta, 29 aprile quella Regionale sulla misura Nidi Gratis). “Non sapevamo prima di iniziare tutto il lavoro sull’applicazione di nuove tariffe, cosa fosse in cantiere da parte della regione rispetto agli asili nido, e per tanto abbiamo proceduto nel nostro iter” ha spiegato l’assessore, che è entrata poi nel merito delle tariffe. “Nella nostra idea di ridefinizione delle fasce ISEE e adeguamento tariffe, c’era il dato di fatto che vedeva le fasce intermedie come prime fruitrici del servizio di asili nido, e per tanto quelle che avrebbero più beneficiato di una riduzione di tariffa, così come infatti è stato con il nuovo criterio. Meno sono quelle di fascia inferiore che hanno bisogno del nido, perché spesso le fasce intermedie sono quelle con mamme e papà entrambi lavoratori. Così si spiega un aumento per pochi nelle fasce più basse e il risparmio per molti nelle fasce dalla 2° alla 5°”. 

Quindi che fare ora ? Nulla, si procede così, anche perché le iscrizioni ad ora non concluse, non sembrano aver risentito del provvedimento, e 3 strutture su 5 sono già piene. “I fondi messi in campo dldcl Regione per questo provvedimento, non sono enormi, e non è per nulla detto che riusciranno a soddisfare le esigenze di tutti i possibili beneficiari per tutto l’anno scolastico -conclude Perego- Per tanto, il nostro provvedimento garantisce un risparmio generalizzato alla maggior parte delle famiglie che iscrivono il figlio al nido, e ritornare al vecchio sistema tariffario per usufruire del bonus regione, non sarebbe utile. Comunque, il prossimo anno non adegueremo nulla, e per tanto se il provvedimento sarà riconfermato in Regione, saremo dentro di diritto, e il vantaggio sarà doppio a quel punto”.

L’assessore però, non nega che qualche famiglia possa esserci rimasta male, e per tanto si riserva di analizzare nel dettaglio il numero di famiglie che avrebbero potuto godere del bonus Nidi Gratis, e di ragionare su possibili provvedimenti che il Comune potrebbe adottare per compensare l’occasione mancata.