Nelle stanze di Villa Casati era già da gennaio che si vociferava di una denuncia per diffamazione partita dai dipendenti comunali in direzione del sindaco Angelo Rocchi, del vice sindaco Gianfranco Cerioli e dell’ assessore al personale Pasquale Magro. “Al momento però a me non è arrivato nulla, protocollato non c’è niente, e tantomeno a casa è arrivata una notifica” ha commentato il primo cittadino. Ma la denuncia c’è, gli episodi incriminanti risalgono allo scorso novembre, mese caldo per la quesitone personale e Ufficio Politiche per la Casa (qui un primo articolo), e l’accusa è chiara: ripetute dichiarazioni denigratorie e lesive della dignità e del lavoro dei dipendenti, rilasciate in loro assenza sia in Consiglio Comunale, sia mezzo stampa che via web.
A novembre, per spiegare la decisione di dividere Servizi Sociali e Politiche per la Casa in due sedi differenti, i membri della giunta usarono parole pesanti e dirette. Prima il vicesindaco Gianfranco Cerioli durante il consiglio comunale, e poi il sindaco Rocchi sulle nostre pagine, ribadirono lo stesso concetto: “non venivano protocollati alcuni documenti, i procedimenti non erano cristallini e nelle liste di attesa per l’assegnazione del case, vi era una marea di gente che non possedeva nemmeno i requisiti per richiedere un alloggio” ci disse allora il sindaco, che proseguì: “Quindi, è vero che mantenere un’unica sede in Via Petrarca sarebbe stato più comodo per i cittadini, ma a loro serve di più che ci sia garanzia di correttezza e trasparenza in un processo di assegnazione dei punteggi in graduatoria, che sino ad oggi era piuttosto a maglie larghe, e che non si creino inutili aspettative sulla base di conoscenze personali“. Non meno leggero era stato l’assessore Magro, quando ci disse che ““Non vi erano garanzie di tutela per i cittadini che realmente necessitavano di una casa; non vi erano regole precise nei criteri di assegnazione” (qui l’articolo completo).
Così procede una guerra che ormai si nutre di colpi e contrattacchi, e che porta le relazioni tra amministrazione e lavoratori del comune sospese su un sottile filo in costante tensione, sul quale gravano anche le reazioni di parte dell’opposizione: “Piu’ volte in qualita’ di consigliere comunale, ho ripetuto a sindaco, e vice-sindaco, che le accuse che muovevano ai dipendenti, erano gravissime, e che si sarebbero assunti tutta la responsabilita’ delle loro dichiarazioni -ha dichiarato Giovanni Cocciro, capogruppo PD– Nonostante le pesantissime accuse di irregolarita’ nello svolgimento del loro lavoro, ai dipendenti non e’ mai stato contestato alcunché, né dal dirigente preposto all’ufficio, né da parte della segreteria generale del comune, né dalla parte politica”.
Fuori dai banchi del consiglio, il segretario di Sinistra Colognese Pino Angelico è tornato a battere chiodo sulla vicenda. Già a novembre aveva rivolto diversi appelli ai vertici della giunta, facendo notare come tali dichiarazioni lasciassero intendere l’accusa sottesa di presunti reati commessi nell’ Ufficio Politiche per la Casa: “Immagino che il sindaco, il vicesindaco e l’assessore Magro siano a conoscenza del fatto che un pubblico ufficiale ha l’obbligo di denunciare, alla più vicina caserma dei Carabinieri, anche le notizie di reato. Lo hanno fatto? E se non l’avessero fatto, evidentemente perché le notizie di reato erano inesistenti, non pensano che non si può gettare fango sui Lavoratori per “giustificare” la loro riorganizzazione -scrive angelico dal suo profilo social- E non pensano, in questo caso, che sia il caso di chiedere scusa ai Lavoratori da loro accusati ingiustamente (e anche ai cittadini)? Ovviamente non ricevevo alcuna risposta alle mie domande. Risposte che ora, i diretti interessati, dovranno fornire in ben altra sede”.
“Le dichiarazioni del sindaco ed assessori hanno inoltre determinato l’insorgenza di una vera e propria ondata diffamatoria nei confronti degli esponenti dell’ufficio casa, oggi vittime di aggressioni verbali da parte dei cittadini e utenti persuasi di subire presunte irregolarita’ nell’assegnazione di alloggi pubblici -ha concluso Cocciro- vanificando cosi’ un lavoro diligentemente svolto per decenni dai dipendenti comunali dell’ufficio politiche della casa, che mai, e nemmeno ora, sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari, né tanto meno, come gia’ dicevo prima, di procedimenti giudiziari concernenti le proprie funzioni”.
Rocchi, Cerioli e Magro potrebbero dunque finire davanti ad un giudice a rendere conto delle loro dichiarazioni, ma al momento quel giorno pare ancora lontano dato che nessuno sembra aver ricevuto alcun avviso.