“Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell’individualità e della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto”
. Furono queste alcune delle parole di Franco Basaglia, psichiatra e neurologo italiano, quando si disse promotore della legge n. 180 del 1978 che vide, oltre alla chiusura degli ospedali psichiatrici, anche l’ introduzione del Trattamento Sanitario Obbligatorio. Una legge rivoluzionaria, che altrettanta rivoluzione non ebbe nella concreta realizzazione politica di un sostegno, viste le poche risorse stanziate a tutti i livelli in tema di integrazione sociale e reinserimento del malato psichico.
Martedì 24 maggio alle ore 20.45 presso la sala Frigerio della Filanda in via Pietro da Cernusco 2, il convegno “Quale salute mentale?” organizzato dal locale Circolo ACLI e patrocinato dal Comune di Cernusco Sul Naviglio, affronterà esattamente molti degli argomenti che riguardano la prevenzione, la cura e l’accompagnamento delle persone che si trovano ad affrontare le diverse sfaccettature del disagio mentale. Solo in Italia sono 17 milioni le persone che soffrono di svariate forme di disturbo psichico, dai primi attacchi d’ansia, a stati depressivi più o meno invalidanti sino a gravi disturbi di demenza. Dati che non possono non essere presi in considerazione, dati che non devono spaventare ma incoraggiare a incrementare studi, ricerche, ma soprattutto forme di sostegno. E’ dell’anno scorso ad esempio, una nuova legge in materia, integrata nella riforma sanitaria regionale lombarda e anche di questo si discuterà durante il convegno (qui il programma).
A tal proposito, importanti saranno i relatori invitati dalle ACLI per l’occasione: Valerio Canzin, Presidente URASaM Lombardia e di Psiche e Società, Walter Formentini, Presidente dell’associazione La lente Onlus, Federico Durbano, psichiatra e direttore dell’unità operativa 34 del Dipartimento di Salute Mentale ASST Melegnano e della Martesana, lo psicoanalista Marco Focchi e Silvia Ghezzi, Assessore alle Politiche Sociali di Cernusco.
“Uno degli strumenti fondamentali di cui tutti si servono per confermare la propria normalità consiste nel proiettare negli altri ogni anormalità possibile.” Così diceva lo psichiatra italiano Giovanni Jervis riguardo al concetto di normalità, termine spesso abusato per contrasto ad indicare un malato psichico come colui che “non è normale“. Anche questo è un aspetto importante della vita sociale di coloro che sono affetti da disagio mentale nel momento in cui vivono nella società, e per questo è ancor più importante il grido lanciato dalle ACLI per un reinserimento sociale reale.
STEFANIA DALLA CASA