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Al di là delle comuni frasi sulla crisi economica e la disoccupazione, e al di là degli schieramenti contrapposti tra ottimisti che vedono grandi riprese, e pessimisti che vedono il baratro, al di là di tutto questo si diceva, ci sono i dati, le rilevazioni di chi per mestiere vive quotidianamente a contatto con le dinamiche legate al lavoro e all’occupazione. Afol Milano Est è una di queste realtà.
Secondo uno studio condotto dall’ Agenzia Formazione Orientamento al Lavoro, gli andamenti del 2015 del sistema socio economico di Milano Est mostrano segnali di miglioramento e di recupero. È questo ciò emerge dal suo ultimo Rapporto di Ricerca, che evidenzia come lo scorso anno le assunzioni e i saldi occupazionali siano cresciuti.
Tra i numeri significativi riportati da Afol, spicca anche l’aumento del 13% della domanda di lavoro nella parte est di Milano, un dato che riflette comunque una tendenza diffusa nel resto della provincia e della città. Nel corso del 2015 si sono registrate 51.607 nuove assunzioni, un +13,1% rispetto al 2014 superato solo dalla percentuale del capoluogo (+ 16,2%); un dato positivo se si pensa che ha inciso molto sui contratti a tempo indeterminato (+ 42,4%) e che supera finalmente la crescita delle cessazioni, le quali però non danno segnale di diminuzione, anzi, hanno un incremento del 6,7%. Nonostante questo, lo scarto tra assunzioni e cessazioni si è finalmente ridotto ad uno scarto percentuale che è ai suoi minimi da quando è iniziata la crisi (- 0,6%).
Il sistema delle imprese economicamente attive registra una crescita dello 0,7%, che, per quanto possa risultare poco rilevante, rappresenta il miglior margine di crescita degli ultimi otto anni. Contro questa tendenza, tuttavia, si posizionano le imprese artigiane. Dopo la brusca caduta del biennio 2008/2009, infatti, una costante parabola discendente ha causato la riduzione di 460 imprese. Nonostante questo dato rispecchi un andamento dell’intera città, l’Est mostra segnali più negativi rispetto al resto delle aree metropolitane.
Se è vero che esistono importanti segnali positivi, è altrettanto importante tenere conto di alcuni elementi che ridimensionano l’interpretazione del bilancio. In primo luogo, l’8% in più di persone rivoltesi ai Centri per l’Impiego denota il persistere di alcune criticità ancora irrisolte; in secondo, bisognerà capire se l’est continuerà a sostenere e prolungare i fattori di crescita, anche di fronte al venire meno di alcuni fattori eccezionali. Basti pensare alle assunzioni e all’aumento della domanda di lavoro generate da Expo e dalle novità normative del 2015, come la Legge di Stabilità e i provvedimenti di riforma del lavoro del Jobs Act.
ANDREA AMATO