Quando si parla di ABIO, Associazione per il Bambino In Ospedale, si ha subito un’immagine legata a piccoli pazienti del reparto di pediatria ma raramente si afferra il concetto che tra loro ci siano fasce di età che vanno da 0 anni ai 18 meno un giorno, e che quindi ci siano anche giovani nel pieno dell’adolescenza, un’età già complessa e sfaccettata se vissuta tra le mura di un’aula scolastica, tra le pareti di casa, all’aria aperta dei parchi di città, e che si presenta ancor più complessa se approcciata tra le corsie di un ospedale, tra pazienti di età così diverse e con sentimenti così contrastanti dentro.
Ecco perché Rosalia Ferri, responsabile della formazione di ABIO Martesana Onlus, ha pensato di organizzare un corso dedicato ai propri volontari e interamente incentrato sugli adolescenti. A tenere l’incontro è stato invitato Nico Acampora, coordinatore di Spazio Giovani Martesana, che già in passato aveva risposto con piacere a questo tipo di percorso dove le politiche giovanili diventano uno strumento davvero a disposizione del territorio, mezzo di formazione per realtà altrettanto centrali nel sostegno ai più giovani e più piccoli che vivono situazioni di disagio legate alla degenza.
“E’ sempre un piacere, un onore ed una responsabilità che sento molto, l’ essere chiamato dall’ Associazione ABIO Martesana Onlus per formare i suoi volontari sul tema dell’adolescenza -ha spiegato Acampora– L’adolescenza è un momento della crescita molto particolare della vita dove desiderio e paura di autonomia si fondono, un periodo in cui lo slancio per costruire un’identità autonoma si unisce con il più rassicurante spirito di omologazione che il gruppo offre, e questi elementi diventano ancora più critici durante l’ospedalizzazione”. Per questo incontro, Acampora si è avvalso di un collaboratore speciale, il giovanissimo Alessandro, 16 anni, che mostrando alcuni piccoli trucchi e giochetti di magia che incantano i suoi coetanei e facilitano un approccio e un dialogo, ha lasciato entusiasta la platea e la stessa Rosalia Ferri: “Credo che questo ragazzo nella sua semplicità, nel suo presentarsi esattamente per quel che è, anche esteticamente tipicamente adolescente del suo tempo, sia stato in grado di insegnare in una sera, più di quanto non sia stato veicolato in anni di incontri. Le nostre volontarie di lunga data, quelle che spesso faticano maggiormente ad approcciarsi agli adolescenti, sono rimaste colpite ed entusiaste di questa testimonianza, e sono sicura abbiano ricavato molto da riportare nella loro vita in reparto”.
Si doveva parlare di giovani, si doveva capire come relazionarsi a loro, ed ecco che proprio uno di loro è diventato mezzo perfetto e testimone ideale per insegnare qualcosa ad una platea di adulti, e lo sottolinea anche Nico Acampora: “Abbiamo ragionato insieme ai volontari confrontando le loro esperienze ed i loro modi di approcciarsi. In questo è stato sicuramente molto interessante ed utile la presenza di Alessandro, che si è prestato ad un confronto con tutta la platea mettendo a disposizione non solo il proprio essere giovane ma le sue competenze in ambito di micromagia e prestidigitazione, elementi che possono aiutare un primo contatto fra i volontari i bimbi i preadolescenti e gli adolescenti“.
La famiglia di ABIO Martesana Onlus è tornata a casa con qualcosa in più insomma, che va ad aggiungersi a tutto quel mondo di conoscenze che rendono il lavoro dell’associazione determinante in ambito ospedaliero, dove sono tante le situazioni che si incontrano in corsia, alcune pesantissime e difficili che richiedono forza d’animo enorme per riuscire a tener fede alla mission del gruppo senza farsi travolgere dall’emozione. “Nostro obiettivo è rendere il più possibile sereno il periodo di degenza dei bambini e dei giovani -ha continuato Rosalia Ferri– proviamo a farlo grazie al prezioso aiuto dei volontari, che a gruppi di tre o quattro si dividono i turni giorno per giorno da lunedì al sabato, sia nella sede centrale di Cernusco, che in quella di Melzo”. Ecco qui dunque il motore di ABIO Martesana, un’ organizzazione alle spalle e la forza di un team di 140 volontari, tra i 18 e i 60 anni, molti dei quali hanno preso parte all’incontro sugli adolescenti, che si aggiunge alle competenze già acquisite negli incontri formativi obbligatori per entrare a far parte dell’associazione: “Formiamo i nostri volontari con un percorso che prevede un incontro con un medico, uno con una psicologa e tre con una pedagogista -ha concluso- Al termine di questo primo blocco di nozioni, dopo un colloquio individuale, parte un tirocinio in reparto dove il volontario è sempre accompagnato da suoi colleghi più esperti, e solo a tirocinio concluso inizierà il suo cammino anche in autonomia.”
Ecco cosa fa l’ ABIO, fondata nel 1978 e guidata in Martesana dalla Presidentessa Alessandra Loveri. Chiunque fosse interessato al percorso per diventare volontario, può fare riferimento a questi contatti: ABIO Martesana Onlus, sede di via Uboldo 21Cernusco sul Naviglio, mail: segreteria@abiomartesana.it; telefono: 340 502 8216, pagina Facebook “ABIO Onlus Martesana”