Non è compito del Comune intervenire per ridurre l’inquinamento acustico
causato dalle attività dell’intermodale di Tregarezzo (di questa e altre problematiche del quartiere abbiamo parlato qui).
È quanto deciso dal TAR pochi giorni fa con l’annullamento per vizio di incompetenza dell’ordinanza antirumore emanata dal Sindaco Paolo Micheli lo scorso luglio contro Terminali Italia, società del Gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce la movimentazione di merci e container.
“La vicenda nasce da un forte disagio dei cittadini, causato delle attività dell’intermodale a ridosso delle abitazioni– spiega il ViceSindaco Manuela Mongili– Basandosi sulle rilevazioni di ARPA (Agenzia Regionale per la Promozione dell’Ambiente), che hanno dimostrato la presenza di rumori oltre la soglia consentita, l’Amministrazione con tale ordinanza aveva richiesto una bonifica acustica dell’area. Come già successo con la scorsa amministrazione, sempre per la medesima questione, Terminali Italia ha impugnato l’ordinanza davanti al TAR e quest’ultimo le ha dato ragione”.
La motivazione del TAR riguarda la competenza della questione che, essendo relativa a un’attività di servizio ferroviario pubblico ed essenziale, presenta una disciplina speciale e non ricade nei margini d’intervento del Sindaco di Segrate. “L’Amministrazione dunque non può intervenire direttamente – continua il ViceSindaco- Ma il problema resta. Il nostro compito ora sarà quello di trasmettere tutti gli atti, che comprendono le relazioni dell’Arpa, la raccolta firme dei cittadini e la sentenza, alla Presidenza del Consiglio, l’unico organo che in questo caso può farsi garante delle richieste dei cittadini”.
L’Amministrazione sottolinea che continuerà a lottare al fianco dei residenti di Tregarezzo. “Cercheremo di spingere per far sì che la questione non casa nel dimenticatoio e intervenga chi di competenza” conclude Manuela Mongili, riconfermando anche la volontà del Comune di monitorare l’evoluzione della prospettiva di aumento delle dimensioni dell’intermodale, presenziando ai tavoli di trattativa aperti con l’intento di difendere gli interessi della cittadinanza.