In realtà la notizia delle indagini a carico di Don Alberto Paolo Lesmo, originario di Brugherio dove è cresciuto dopo essere stato adottato da una famiglia della città, era nota all’ Arcidiocesi sin dai primi del mese di marzo, ma è solo in queste ore che è trapelata la tremenda notizia della sospensione del religioso per: “delitto di peccati del ministro sacro con minorenni”, come recita la Diocesi in una nota, che tradotto suona ancor più crudo: prostituzione minorile, con l’aggravante di far leva sul proprio ruolo di religioso, e di sapere che il ragazzino utilizzava il denaro per acquistare droga. Immediata la rimozione da ogni incarico voluta dall’Arcivescovo Angelo Scola.
Don Alberto, 48 anni, attualmente parrocco a Milano S. Marcellina e decano di Milano-Baggio, secondo quanto rinvenuto dalle indagini condotte dalle Forze dell’ordine, avrebbe pagato un minorenne, contattato a quanto apre online, per rapporti sessuali in un periodo di tempo tra il 2009 e il 2011.
A quei tempi il giovane avrebbe avuto tra i 15 e i 17 anni, come riporta il quotidiano nazionale “La repubblica”, che specifica anche come “L’inchiesta sarebbe scattata dalla segnalazione di un ospedale nel quale il ragazzo venne visitato nel 2011, anche perché avrebbe tentato il suicidio. Nel procedimento sono state messe a verbale le stesse dichiarazioni del giovane che ora sta studiando e sta cercando di rifarsi una vita”. Sempre Angelo Lupo di Repubblica, scrive di un’altro indagato nell’inchiesta, Guido Milani, e presidente di un centro ricreativo a Lecco: “Quest’ultimo e il prete, stando agli accertamenti, non si conoscevano ed entrambi avrebbero adescato autonomamente online il ragazzo che si prostituiva per comprare cocaina“ scrive Lupo.
Per queste ragioni è stato chiesto il suo rinvio a giudizio, che ha gettato nello sgomento l’intera comunità milanese, la famiglia del ragazzo, quella dello stesso religioso, oltre ai fedeli brugheresi che nel tempo hanno avuto modo di conoscere Don Alberto quando ancora era un ragazzo cresciuto nell’oratorio maschile della città. Da quel che si è appreso, già nel 2013 il sacerdote era stato oggetto di alcune perquisizioni da parte della Polizia, ma nessuno dei suoi superiori o dei parrocchiani e fedeli, ne aveva saputo nulla, o così pare sino ad oggi, quando la Curia lo ha raccontato in una nota ripresa anche dalla stampa nazionale.
“Solo in questi ultimi giorni è stato possibile appurare la facoltà per l’Arcidiocesi di intervenire con questi provvedimenti così che non configurassero intralcio alle indagini”. Così si è espressa la Curia, che ha sottolineato anche come sino a comunicazione ricevuta non era mai stata messa al corrente nemmeno di voci o possibili dubbi legati alla figura del religioso. Ora per il sacerdote si sono aperte le vie del procedimento giudiziario richiesto dal PM titolare dell’inchiesta, Giovanni Polizzi, e parallelamente quello che verrà condotto dagli organismi preposti interni alla Chiesa.
Se le accuse fossero confermate, questo venerdì di Pasqua sarebbe davvero tra i più tremendi da ricordare per le comunità milanesi interessate, per la famiglia del minore coinvolto, per quella del prete indagato, per questa giovane vittima e anche per la comunità brugherese in parte sotto shock per la notizia appresa. Mentre l’ Arcivescovo e i suoi collaboratori scrivono parole accorate e dolorose di condanna, e frasi di vicinanza alla famiglia, chiedendo di “restare uniti intorno al Mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo che si stanno celebrando in questi giorni santi“, per il ragazzo vittima di abusi resta inqualificabile il tempo necessario affinché possa davvero tornare alla vita.