In vista del referendum di domenica 17 aprile, anche nell’Adda Martesana, come in altre zone e città d’Italia, è nato il comitato “Vota SÌ per fermare le trivelle”.
Il quesito referendario, voluto da 9 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto), chiede si cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste senza limiti di tempo. In Italia esiste il comma 17 del decreto legislativo 152, che infatti stabilisce il divieto di estrazione entro le 12 miglia dalla costa, ma consente agli impianti che operano già da tempo al di qua del giusto limite, di continuare la loro attività sino al termine della loro concessione (sono 21 le concessioni attualmente operative ben al di sotto dei 12 miglia imposti dal decreto).
Riassumendo in parole più semplici, la domanda che sarà posta ai cittadini sarà: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?” Chi vota sì, intende dimostrare il proprio favore all’eliminazione delle trivelle dai mari d’Italia, chi vota no invece consente alle trivelle di restare in mare senza scadenza (ilpost.it riporta il quesito per esteso qui).
Il referendum nasconde notevoli implicazioni a diversi livelli, innanzitutto riguardo al modello energetico che l’Italia intende darsi per il futuro, ed è proprio per questo che diverse realtà associative sono scese in campo per dire la loro. Nell’Adda Martesana si tratta in particolare di Legambiente Adda Martesana, Slow Food Condotta Gorgonzola-Martesana, WWF Martesana, Astrov Gorgonzola, CàBianca Masate, FAI Martesana, Circoli Legambiente di Bussero, Pessano con Bornago, Trezzo sull’Adda, No Triv Melzo, WWF Oasi le foppe – Trezzo sull’Adda e ACLI Martesana.
“La vera posta in gioco di questo Referendum riguarda le scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale per un’economia più giusta, rinnovabile e decarbonizzata– spiega il Comitato- Per pochi barili di petrolio non vale certo la pena mettere a rischio il nostro ambiente marino e terrestre ed economie importanti come la pesca e il turismo, vere ricchezze del nostro Paese. Intanto, mancano strategia e scelte concrete per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dalla COP21 nel vertice di Parigi, in cui si è sancita la volontà di limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5°C”.
La posta in gioco è alta, l’attenzione dei cittadini deve essere massima. Per questo il Comitato si farà promotore di una campagna di sensibilizzazione che cercherà di convincere gli abitanti dell’Adda Martesana a crocettare la casella del “Sì” quando andranno a votare il 17 Aprile. Nel frattempo anche il fronte del “NO” si è prodigato per rilanciare le sue ragioni. Informarsi, in entrambi i casi, resta ancora la scelta più opportuna per votare con coscienza.