Chi si aspettava una serata chiarificatrice e risolutoria, è rimasto a bocca asciutta, perché l’incontro di mercoledì sera in oratorio con Don Samuele Marelli, inviato dalla Curia per guidare la comunità ad una riflessione dopo la chiusura delle attività (qui), Don Alessio Colombo e Don Angelo Colombari, ha sortito una lunga discussione, a tratti anche accesa, ma non ha portato a soluzioni concrete.
“Guardare il tutto, prima della parte, e non confondere il fine con i mezzi, perché l’Oratorio non è il fine, ma è il mezzo, laddove il fine ultimo è l’annuncio del Vangelo e il bene della persona”. Così Don Samuele Marelli ha introdotto una serata a tratti molto intensa, nella quale il Direttore della Federazione Oratori Milanesi ormai da 8 anni, ha insisto molto sul senso di un oratorio che deve tornare ad essere “di tutti, ma non a tutti i costi”, e dove all’interno bisogna stare molto attenti ai “delicati rapporti tra professionalità retribuita e comunità cristiana, perché i soldi dividono“.
Plesios
Ecco insomma che, nemmeno troppo tra le righe, è saltato fuori il tema della Onlus Plesios, che dal 2010 offre negli spazi dell’oratorio Paolo VI, un servizio di doposcuola, esteso nel tempo anche alle scuole stesse, e che ha raggiunto un apice di 130 bambini seguiti e 8 educatori stipendiati scelti tra gli educatori e animatori dell’oratorio con alcuni anche da fuori città. “Un servizio sociale per i bambini, e un lavoro in regola con contributi, per ragazzi che non ne avevano”, commentano i membri, che aveva ricevuto un sostanzioso contributo anche dal comune, con 150.000 euro in tre anni. Ora l’associazione dovrà lasciare l’oratorio, e nel frattempo il comune non eroga più nessuno contributo alla Onlus, che comunque continua il suo lavoro di doposcuola proprio con l’istituto scolastico comunale, che ha lanciato un bando per affidare il servizio di doposcuola a 9.000 euro l’anno, bando che ha visto la vittoria proprio di Plesios. A capo della Onlus fino a pochi giorni fa vi era ancora l’ex coadiutore Don Davide Bertocchi, ora a San Vittore Olona, che ha rassegnato le sue dimissioni.
Il nuovo corso di Don Alessio
Se qualcuno si è detto disponibile alla riflessione, in moltissimi hanno puntato il dito contro le modalità con cui Don Alessio Colombo ha operato in oratorio una sorta di cambio di rotta, allontanando tute le associazioni che avevano sede in Via Cadorna, ad esclusione de La Goccia che si occupa di ragazzi disabili, e cercando di sgomberare il campo da quelle figure che per comportamenti secondo lui inappropriati, stavano a suo dire minando il senso della vita oratoriana. Qualcuno lo supporta però, evidenziando atteggiamenti inadatti: “Sono una mamma e catechista che trascorre i suoi pomeriggi in oratorio -ha raccontato Alessia- e vedo ciò che succede. Ci sono ragazzi che passano il tempo a bestemmiare e farsi le canne in oratorio, senza alcun controllo, senza che rispettino le regole del Vangelo, e non è tollerabile”.
Canne e bestemmie in oratorio
Ecco dunque l’altro capo della discussione, i ragazzi fuori controllo. Su questo punto la discussione si è accesa parecchio, tra chi appoggiava la linea del Don sul versante dell’allontanamento di chi non rispetta le regole del vivere comune in oratorio, e chi, come il signor Andrea ad esempio, ha ribadito: “Allontanarli non serve, serve tenerli qui e spiegare loro che non è utile farsi le canne e bestemmiare né qui né altrove“. A proposito è molto forte la riflessione di Elisa, educatrice da anni in oratorio, che ha sottolineato come per mesi un gruppo di persone abbia cercato il confronto anche su questo tema con Don Alessio, che però, dice lei, “non si è fatto conoscere, non è stato tra i ragazzi, non ha seguito i cammini catechetici, non ha nemmeno pregato con noi -ha detto- Non ha voluto conoscerci, non si è avvicinato ai cammini di fede degli educatori, non è entrato nella storia delle persone che aveva davanti. L’atteggiamento della nostra guida è divenuto giudizio, avversione. I toni accesi, le cattiverie, e poi quell’unico contenuto detto tante volte: “se non esci dalla tua ottica da centro sociale, se non riesci a rinunciare a qualche ragazzo”. Ma qual è questa mia ottica così differente? In cosa il mio essere educante non ha seguito l’esempio del Vangelo? Nessuna risposta, né allora, né l’altra sera“.
Don Samuele Marelli: “Una scelta rara chiudere un oratorio. Mi aspettavo più autocritica”.
Durante l’incontro infatti, Don Alessio ha seguito in silenzio e marginalmente il dibattito che si accedeva in aula, dove tra i presenti qualcuno chiedeva “che ci si dica cosa dobbiamo costruire, dove dobbiamo cambiare, perché abbiamo chiesto colloquio personale con il Don e confronto, ma è ci è stato negato”. Animosità in sala, che non è passata indifferente agli occhi di Don Samuele Marelli, al quale un gruppo di persone ha recapitato una lettera scritta in questi giorni di sospensione e chiusura dell’ oratorio. “Poche volte, quasi mai, la Curia arriva a chiudere un oratorio, soluzione estrema alla quale si è arrivati dopo averci riflettuto molto -ha commentato Don Marelli- Ciò non significa che non ci sia nulla di buono qui, che non sia stato fatto nulla di bello, che non si siano aiutate le persone, ma onestamente mi aspettavo più autocritica questa sera, e lo dico nel massimo rispetto di ognuno di voi“.
Anche su questo punto la comunità pare divisa. Una ragazza si dice “amareggiata, per una serata che doveva far riflettere e invece è sembrata uno scontro. L’oratorio riaprirà ma non cambierà nulla finché ognuno penserà al proprio orticello. Prima o poi questo caso doveva venir fuori, ma non in questo modo, perché così l’oratorio si svuoterà”; accanto a lei però, c’è chi invece l’amarezza la prova “per come i dirigenti diocesani stanno trattando questa comunità cattolica, per giunta in Quaresima e per di più nell’anno della Misericordia”.
L’animata serata ha messo in luce i diversi animi della comunità, i diversi punti di vista sulle situazioni della quotidianità del Paolo VI, ma la distanza tra Don Alessio Colombo e parte dei parrocchiani, non certo tutti ma sicuramente un folto gruppo, è sembrata evidente. Don Samuele Marelli se ne è andato portando co sé le proprie impressioni e la lettera aperta ricevuta, che si è ripromesso di leggere con più calma, e ora il prossimo step è la riapertura dell’oratorio da lunedì, e il ritorno in città del Direttore della FOM con il Vicario Episcopale.