Procede a pieno regime Generazioni in Gioco, percorso di prevenzione al gioco d’azzardo patologico rivolto ai giovani e agli anziani, le due “generazioni in gioco” appunto, che vede Vimodrone come ente capofila del distretto 3, seguito da Pioltello, Rodano e Segrate.
Proprio a Pioltello, che nel distretto è l’unica città con istituti scolastici superiori pubblici, iniziano ad esserci le prime impressioni chiare su come questa iniziativa stia agendo tra i ragazzi delle scuole coinvolte, nel dettaglio l’ ENAIP (ve ne abbiamo già parlato qui), il IIS Machiavelli e l’ Istituto Schiapparelli Gramsci. In questi due istituti si stimano circa 500 ragazzi coinvolti per 21 classi del biennio aderenti, che hanno visto lavorare a contatto con i giovani, gli educatori della cooperativa sociale Libera Compagnia Arti e Mestieri Sociali.
“Scopo ultimo di questo percorso è il trasferimento di nozioni e competenze ai giovanissimi del biennio, una fascia di età che ci consente di prevenire il pericolo di dipendenza da gioco d’azzardo patologico, che si dimostra orami realtà consolidata già dai 17 anni in sù -ha spiegato Mauro Forni, uno degli educatori di Arti e Mestieri referente per l’iniziativa- Il lavoro che svolgiamo con gli studenti cerca di far fronte alla dilagante propaganda sul gioco d’azzardo trasmessa dai media, e cerchiamo di farlo con modalità di apprendimento che siano pensate per le differenti attitudini dei ragazzi, i quali sono coinvolti in prima persona negli incontri, stimolati a seconda delle loro peculiarità, andando comunque al di là della classica lezione frontale dalla quale non tutti riescono ad assimilare”.
Buono il riscontro tra il corpo docente degli istituti, che in alcuni casi, come avvenuto per l’Istituto di Istruzione Superiore Machiavelli, hanno portato il progetto all’interno dei rispettivi consigli di classe, per essere a loro volta coinvolti direttamente. Un’idea questa, sostenuta dalla Dirigente Scolastica della scuola, Cristina Comini: “E’ un progetto in itinere, del quale valuteremo gli effetti in futuro, ma del quale mi è parsa chiara da subito l’importanza -ha spiegato – Mi rendo conto che il gioco d’azzardo anche patologico, è un fenomeno in crescita preoccupante, e che la crisi economica non fa che costruire il miraggio dei soldi facili da conquistare con il gioco. Le giovani generazioni sono molto sensibili a certi tipi di messaggi, e sono fragili, per tanto facili a cadere nelle dipendenze. Hanno bisogno di questo progetto, e oltre ai discorsi fatti da professori sensibili alla tematica, è opportuno che siano esperti esterni a parlarne, suscitando ancor più ricettività negli studenti”.
I ragazzi sono apparsi infatti piuttosto coinvolti nelle prime ore trascorse con gli educatori, che hanno lavorato con gli studenti in due incontri di quattro ore, ragionando sulla definizione base di gioco d’azzardo, e poi su quella di gioco d’azzardo patologico, dove di ludico non c’è più nulla, fino ad arrivare a sfatare alcuni miti della vincita facile o del “si vince sempre”: “Per fare questo abbiamo utilizzato anche alcuni lenti di matematica e statistica -ha proseguito Forni- e abbiamo consegnato ai ragazzi un elenco di giochi tra i quali indicare quelli secondo loro d’azzardo. In linea di massima hanno tutti molto chiaro cosa significa giocare o scommettere, ma per lo più sono impreparati a comprendere alcuni effetti e meccanismi dell’azzardo, per questo è stato molto positivo che tanti di loro ci abbiano chiesto del materiale aggiuntivo da portare a casa, oltre a quello già consegnato”.
Soddisfatto anche il coordinatore del progetto, Nico Acampora, il quale si augura che anche il concorso di cortometraggi sul gap riservato ai giovani fino a 30 anni possa avere la stessa qualita di partecipazione. Di questo vi parleremo prossimamente nel dettaglio.
C’è interesse dunque tra i giovanissimi in quella fascia di età che per legge non deve giocare, ma che molto spesso si ritrova a fare una puntata sulle partite di calcio. C’è interesse a capire come mai ragazzi poco più grandi di loro compaiano già in alcune statistiche sul gioco d’azzardo patologico, e allora ecco che questi percorsi possono dare risposte e aiutare a prevenire.
(qui e qui altre informazioni sul progetto)