Quando ad ottobre si parlò di amianto durante il consiglio comunale (qui), si discusse di possibili nuovi rilievi da parte dell’ Ats (Agenzia Tutela Salute Milano – Città metropolitana, ovvero ex Asl) nell’area produttiva dismessa della Torriani, in Corso Roma. Il 16 dicembre 2015, due mesi dopo circa, ecco allora le nuove indagini che hanno dato, così come nel 2014, un esito tutt’altro che drammatico: “La Torriani non disperde amianto nell’ambiente“.
Rassicurante ? Forse, anche se all’interno della struttura restano quantità significative di amianto friabile nelle tubazioni e nelle coperture. I 12 campionamenti operati sulle polveri depositate in alcune aree della Torriani (erano 6 nel 2014), scelte tra quelli maggiormente vicine ai palazzi residenziali, son da ritenersi tra i più attendibili in virtù del fatto che a dicembre si era in assenza di piogge da diverso tempo, e le temperature erano rimaste costanti per settimane. L’esame dei 12 tamponi ha dato esito negativo, così come era stato nel 2014, evidenziando l’assenza di particelle di amianto “aero disperse“, ovvero: nessuna dispersione di amianto nell’aria.
“Non tiriamo certo i remi in barca su questa vicenda solo perché le analisi sono negative -ha affermato l’assessore all’Ecologia Giuseppe Di Bari– Stiamo avviando dei contatti con il curatore fallimentare che sta seguendo il procedimento legato alla società Delfina S.r.l, affinché il giudice metta un provvedimento che imponga all’acquirente futuro dell’ area sia la bonifica che la rimozione dell’amianto presente. Questa è l’unica forma di tutela che possiamo mettere in campo ora, dato che si parla di una struttura privata dove non possiamo intervenire coattivamente vista la mancanza di un pericolo oggettivamente imminente”. Rassicurato anche il sindaco Angelo Rocchi: “Questo responso ci tranquillizza soprattutto per quanto riguarda la nostra priorità assoluta, che è la sicurezza dei cittadini. Annoto anche che l’assenza di pericolo ci consente di non dover appesantire, come temevamo, il bilancio dell’Ente prevedendo le spese di bonifica dell’area per motivi di salute pubblica. Certo, per noi la partita non si chiude qui”.
Pino Angelico – Sinistra Colognese:
“E’ la stessa situazione in cui si trovava la vecchia giunta. Benvenuti nel mondo reale”.
Nell’ambiente della precedente giunta, c’è chi però, tirando l’ennesimo sospiro di sollievo per analisi che scongiurano il pericolo, ci tiene a mettere i proverbiali puntini sulle “ì”. E’ Pino Angelico, segretario di Sinistra Colognese ed ex assessore con Mario Soldano. “Sono lieto di apprendere questa notizia -ha fatto sapere Angelico- che conferma in toto quello che come precedente amministrazione avevamo sempre sostenuto, sebbene dal centro destra e dal Movimento 5 Stelle, sul pericolo Torriani si sia costruito un non indifferente pezzo della crociata da campagna elettorale”. Così l’ex assessore ridisegna il quadro della situazione, dove le condizioni che frenano le azioni amministrative ora, son le stesse che frenavano gli interventi della squadra Soldano: “Giova ricordare che la precedente Giunta ha fatto comunque di tutto perché l’azienda privata proprietaria dell’area togliesse l’amianto e che non l’ha potuto fare direttamente per motivi di Bilancio -ha continuato Angelico- gli stessi motivi che, come si legge nel comunicato stampa del Sindaco, registra l’attuale amministrazione. Benvenuti nel mondo reale, dove al contrario del mondo di plastica delle campagne elettorali, esistono problemi reali e soluzioni possibili e non solo attacchi strumentali agli avversari e promesse”.
Attorno ad un punto paiono convergere le posizioni dell’amministrazione, quelle dell’attuale opposizione e quelle di Sinistra Colognese: a fronte di assenza di pericolo imminente, quell’amianto va comunque rimosso dallo stabile di Corso Roma nel minor tempo possibile. Tornano però alla mente alcuni dati portati in seduta consigliare nell’ottobre 2015, che raccontavano di una Cologno con 85 altri casi, oltre alla Torriani, in cui si è riscontrata effettivamente presenza di amianto, e sui quali fra un po’ forse, si dovrà tornare a parlare.